L'Occidente torni a Cristo se vuole sconfiggere il terrore del Califfato
***
di Piero Gheddo
La
società che abbiamo creato ormai scontenta tutti: è una civiltà
senz'anima, senza speranza, senza bambini e senza gioia. Tutti
fallimenti di una società senza Dio, che ora si chiede cosa fare per
affrontare l'integralismo islamico.
Milano
(AsiaNews) - Le atrocità del "Califfato islamico" in Iraq e Siria hanno scosso
l'Occidente, che nella sua crisi politico-economica-religioso-morale diventa
sempre più indifferente a quanto succede in Paesi a noi vicini e alle migliaia
di profughi disperati (circa 100mila dall'inizio dell'anno) che la nostra
Italia accoglie.
Da
quando il nascente Isis (Califfato islamico del Levante e dell'Oriente) ha
conquistato in Siria e Iraq una vasta base territoriale - affermandosi con
violenze orrende e demoniache contro chi non si converte all'islam sunnita, costringendo
Stati Uniti e alcuni Paesi europei ad intervenire - pare che l'opinione
pubblica occidentale abbia preso coscienza di quanto odio animi quei fantasmi
da incubo che sventolano una bandiera nera.
Odio
non solo anti-cristiano, ma contro l'Occidente e il nostro modo di vivere, che
essi vedono come nemico mortale dell'islam perché distrugge i fondamenti della
religione coranica: sviluppo economico-liberale e benessere, democrazia e
diritti dell'uomo e della donna, scienze e tecniche, alfabetizzazione
universale, libertà di stampa e di costumi, ecc.
La
civiltà islamica è fondata sull'obbedienza a Dio (naturalmente il Dio
dell'islam), quella occidentale sull'uomo che si costruisce il futuro con la
sua ragione, la sua libertà, i suoi diritti. La nostra civiltà, che ha profonde
radici cristiane, crede di poter fare a meno di Dio. Islam vuol dire dipendenza
da Dio, ,mentre Occidente significa (per quei popoli) sviluppo umano senza Dio:
laicismo, ateismo pratico, "morale laica" (cioè, la "morale fai da te", il
primato assoluto della coscienza individuale che ignora Dio e Gesù Cristo, ecc).
Se
questa analisi molto sommaria è esatta o almeno plausibile, ci indica anche
come affrontare le minacce dell'islam radicale all'Occidente ed essere fratelli
dei popoli islamici, in grande maggioranza contrari alle violenze del
Califfato, che però si stanno diffondendo non solo nel Medio Oriente,ma in
Nigeria, Repubblica centro-africana, Mali, Libia, Sudan, Mauritania, e minaccia
i governi dell'Egitto e dell'Algeria).
La
storia recente ci dimostra alcune cose:
1)
La guerra non risolve nulla, anzi peggiora la situazione (vedi le due guerre in
Iraq). Chi si augura una nuova Crociata e una nuova Lepanto non tiene conto del
miliardo e 300 milioni di islamici, che se attaccati ritornano uniti contro
l'Occidente.
2)
La riforma dell'islam verrà dalla formazione dei popoli islamici attraverso la
scuola e la libertà di ricerca storico-critica delle fonti islamiche, per
contestualizzare il Corano e Maometto al mondo moderno, come avviene nella
Chiesa attraverso i Concili e il succedersi dei 265 Papi che la guidano;
3)
L'Occidente può aiutare questo processo di maturazione con l'aiuto ai
profughi e ai perseguitati, il dialogo con i musulmani "moderati" e i musulmani
in Occidente, il rispetto della verità nel descrivere le atrocità dei
guerriglieri e terroristi islamici, denunziando la radice coranica e storica
dell'islam, come lo sterminio degli ebrei è attribuito all'ideologia razzista
dei nazisti. Il dialogo senza il rispetto della verità storica diventa una
finzione ipocrita che non serve e non convince nessuno.
4)
Soprattutto, se l'Occidente vuol dialogare e affrontare la sfida dell'islam,
deve ritornare a Cristo. La civiltà che abbiamo fondato noi cristiani oggi
non accontenta nessuno, nemmeno i nostri popoli che l'hanno iniziata. È una
civiltà senz'anima, senza speranza, senza bambini e senza gioia, di cui sono
segno i troppi fallimenti di una società senza Dio. Non si è ancora capito che
i Dieci Comandamenti e il Vangelo sono gli orientamenti che Dio ha dato, a noi
uomini da lui creati, per vivere una vita che porti alla serenità, alla
fraternità e solidarietà, all'autentico sviluppo, alla giustizia e alla pace
(vedi la sintesi nella "Populorum Progressio").
Se
l'Occidente non ricupera le sue "radici cristiane" e non le mette a fondamento
della sua vita e della sua cultura, rimane solo la guerra e l'autodistruzione
dei nostri popoli.
Nessun commento:
Posta un commento