Ringrazio il lettore Ivano per tutte le pubblicazioni sui tumori che mi manda. La strada della comprensione per me è ancora lunga (e piastrellata di grossi ciotoli) ma se sto riuscendo a intravedere  la direzione, lo devo anche a lui. Oggi è arrivato il momento di ricambiare: gli restituisco un favore cercando risposta a una sua domanda.
All’indomani del convegno sulle leucemia organizzato a Milano, alcune agenzie e testate online hanno riportato la seguente affermazione della dottoressa Enrica Morra, responsabile dell’Ematologia dell’ospedale Niguarda: “Le leucemie promielocitiche acute (rare ma fulminanti) hanno avuto un grande miglioramento con un farmaco scoperto per caso in Cina, l’acido trans-retinoico (Atra) abbinato al triossido di arsenico. Con questo abbinamento (e senza chemioterapia)  le guarigioni del gruppo di controllo sono arrivate all’80%”.
Ivano, che è dibelliano  non per fede ma per ragionamento, deve aver fatto un salto sulla sedia. E a tempo record, mi ha spedito gli studi sull’acido trans-retinoico: “L’impiego dell’Atra, acido trans retinoico nei tumori solidi e nelle emopatie risale a 25 anni fa. Ecco gli studi Fukutani H. (Leucemia 1995), Sacchi (Haematologica 1997), Tallman (Blood Rev 1994 e Leucemia 1996) .  Luigi Di Bella lo ha usato per primo negli anni Sessanta (per ogni tipo di leucemia e nei tumori solidi) e adesso dicono che è un ritrovato cinese?”.
Tranquillizzo subito Ivano. L’ematologa Morra non voleva alludere a un farmaco “di recente scoperta” perché ha affermato che si usa da più di vent’anni.
Ma siamo sicuri che sia stato scoperto in Cina?
“Può darsi, con precisione non so – dubita Enrica Morra – ma non conta questo. Sapevamo già che l’Atra era molto efficace per curare alcune leucemie in abbinamento alla chemioterapia, ma ora, assieme al triossido di arsenico, la percentuale di guarigione è salita, passando da 60% a 80%”.
Ma allora chi dice che l’acido trans retinoico è stato scoperto in Cina?
“Deve esserci stato un errore, divulgato poi dalle agenzie. Noi abbiamo cominciato a usarlo negli anni Ottanta, sull’onda dei risultati raggiunti in Francia”.
Mi tolga una curiosità: perché nessuno ama ricordare che Luigi Di Bella lo usò negli anni Sessanta?
“Certo lo usò ma assieme ad altri farmaci che però non bastano a curare le leucemie”.
Ci sono leucemie e linfomi guariti con il metodo Di Bella…
“Sono qui da 40 anni e primaria da 19, non ho mai visto una pubblicazione scientifica a riguardo. Piuttosto ricordo che nel ’94 i pazienti che si sottoposero alla sperimentazione non ebbero alcun beneficio. Parlo delle malattie del sangue: l’indice di proliferazione nel malato adulto è altissimo e la somatostatina non basta a frenarlo”.
Se le portassi le cartelle cliniche dei pazienti guariti?
“Volentieri ma ci vorrebbero anche i vetrini, bisogna essere sicuri che si tratti davvero di leucemie o linfomi. Oggi la biologia molecolare ha fatto passi da gigante e la diagnosi parte da qui…”