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venerdì 15 febbraio 2019

LA CONVERSIONE, IN ASSISI, DI WILLIAM CONGDON
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Queste le parole del grande pittore americano.

Quanto è accaduto non è avvenuto d’un tratto. Già la mia prima rivelazione, la pittura, era carica dei semi della seconda rivelazione cioè la mia conversione.
La mia pittura, i quadri fatti a Venezia dal 1949 al 1958 erano pieni dell’estetica cattolica,intessuti e nutriti di musica gregoriana e di profumo cattolico. Profumo soprattutto di Assisi, che mi ha colpito nel 1950 quando per la prima volta su questa terra ho sentito la dolcezza del Paradiso: passeggiavo da una chiesa all’altra terminando il mio pellegrinaggio a San Damiano dove mi sedetti ad iniziare la lettura de ”I Fioretti” che, da quel giorno, mi accompagnarono durante due anni nei miei viaggi in America fino all’India. Dal 1952 le mie visite ad Assisi divennero annuali; giungevo a Natale e Pasqua per ascoltare le stupende Messe Cantate nella Basilica Inferiore, che mi commuovevano fino alle lacrime e mi facevano sentire già allora c
attolico.
Era il Natale del ’52 quando uno sconosciuto mi avvicinò in un ristorante e mi disse “Vedo che lei è americano e che è protestante, e che è inquieto. Domani la porterò da don Giovanni (fondatore della Cittadella ndr)”. “Va bene” risposi “ha ragione. Andiamo”.
Così il giorno dopo feci la conoscenza di Don Giovanni che mi regalò due libri e mi invitò a pranzo dove tutti voi, cari amici della Cittadella, mi faceste una accoglienza così affettuosa da non dimenticarla mai più. Non immaginavo esistesse al mondo tanto amore. Eppure, nonostante questo ero ancora lontano. Congedandomi da Don Giovanni gli dissi: “Tornerò un giorno, ma non prima di aver preso una grande decisione".
Passarono sette anni. Tornai il giorno di Ferragosto di quest’anno: ero pronto.
Speravo, e spero ancora, di essere stato e di essere pronto. Ma io non potevo e non posso sapere. Del resto non è mio compito sapere, bensì sperare e credere. Se la decisione fosse venuta come una visione o un colpo di grazia, tutto sarebbe stato semplice: ci si alza dal letto e si cammina come gli angeli; ma erano passati sette anni da quel Natale del 52: sette anni di compromessi in tutti i sensi.
La decisione di arrendermi era venuta non a causa di una mia purezza che avrebbe potuto in qualche modo meritare la Grazia, ma al contrario perché avendo rifiutato una possibile chiamata del Signore nel 1952 ero diventato tanto peccatore. Quando sono ritornato in Assisi ero dunque un disperato che non poteva più continuare a vivere. 
Infatti invece di restituire a Dio il dono e il successo di pittore, l’avevo trattenuto per me stesso in un egoismo che diventava sempre più crudele e distruttivo fino a corrompere il dono stesso. I miei appunti scritti e pubblicati nella rivista “Botteghe oscure” portavano il lamento di una triste fatalità e pessimismo benché fossero illuminati da una certa squisita tenerezza che derivava dall’amore.
La mia pittura sana, robusta, espressionista–romantica si inaridiva e impallidiva dopo il 1955 (salvo alcune forti eccezioni) fino al punto di non volere più dipingere senza violentare me stesso e addirittura non volevo dipingere più. Infine Dio ha tirato l’allarme e a fermato il mio treno: non mi restava altro da fare che camminare a piedi per arrendermi a don Giovanni e per lui a Cristo.
Gli amici conosciuti alla Cittadella, mi rincuoravano nei giorni precedente alla mia conversione, dicendomi che solo laGrazia di Dio mi aveva portato ad Assisi. 
Debbo fare ancora un lungo cammino, ancora arrendermi a Cristo; ma adesso solo riconoscendo umilmente, nella gioia e nella fede, che fu e sarà sempre Iddio a salvarmi e a salvare con me la mia, anzi la sua pittura.
William Congdon

Articolo pubblicato su ROCCA del  15 settembre 1959

Le foto: Nella prima l’artista americano è con Padre Mariano volto notissimo della televisione.
Il suo Battesimo è avvenuto nella cappella privata di Mons. Nicolini Vescovo di Assisi il 29 agosto.
Il Cardinale Amleto G. Cicognani gli diede la sua prima comunione  nella Basilica di San Francesco alla presenza dei duemila partecipanti al Corso di Studi organizzato dalla Cittadella e che si svolgeva in quei giorni.

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