Può darsi che san Francesco d'Assisi non sia stato meno disgustato di Lutero della dissolutezza e della simonia dei prelati. È certo che ne ha sofferto di più, perché era di natura diversa del monaco di Weimar. Però egli non ha sfidato l'iniquità, non ha tentato di fronteggiarla, s'è gettato nella povertà, vi si è sprofondato più che ha potuto, insieme ai suoi, come nella sorgente d'ogni remissione, d'ogni purezza. Invece di cercar di togliere alla Chiesa i beni male acquistati, l'ha colmata di tesori invisibili, e, sotto la dolce mano d'un tale mendicante, il mucchio d'oro e di lussuria è fiorito come una siepe nel mese d'aprile.
So bene che in argomenti come questi i paragoni non valgono molto, soprattutto quando vi si mischia una punta d'umorismo. Ma potrò dire, perché certi lettori possano capirmi meglio, che la Chiesa non ha bisogno di critici ma di artisti?... Nella crisi della poesia, ciò che importa non è tanto criticare i cattivi poeti quanto scrivere buoni versi.
La Chiesa non ha bisogno di riformatori, ma di santi. (Bernanos, Un uomo solo)
Nessun commento:
Posta un commento