non c’è nulla di più bello, di più perfetto di Cristo
“Non perché siete religiosa, ma perché io stesso l’ho vissuto e provato, vi dirò che in simili momenti [cioè nella sofferenza] come ‘l’erba disseccata’ si è assetati di fede e la si trova appunto perché nella sventura la verità si fa più chiara. Io vi dirò di me che sono un figlio del secolo, un figlio della miscredenza e del dubbio e che (lo so!) lo resterò fino alla tomba. Quante terribili sofferenze mi è costata e mi costa ora questa sete di fede, la quale è tanto più forte nell’anima mia, quanto più sento gli argomenti contrari. E tuttavia Dio mi manda talvolta dei momenti, nei quali io sono del tutto sereno; in questi momenti io amo e trovo di essere amato dagli altri; e in questi momenti io ho cercato in me stesso il simbolo della fede, nel quale tutto mi è chiaro e sacro. Questo simbolo è molto semplice; eccolo: credere che non c’è nulla di più bello, di più profondo, di più simpatico, di più ragionevole, di più virile e di più perfetto di Cristo. Non solo non c’è, ma non può esserci”
F. Dostoevskij, Epistolario,
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