Uno degli atteggiamenti più dannosi secondo Faggin è mettere un bambino davanti a uno smartphone o un tablet: “Il bambino ha bisogno di un contatto empatico, un contatto da cuore a cuore. La tecnologia non parla mai al cuore, non parla di ‘pancia’, della capacità di agire in maniera coraggiosa, seguendo dei principi etici, a rischio di andare contro l’opinione comune. Perché uno sa che, dentro di sé, deve essere così e segue il suo senso di giustizia e di etica. Ci siamo dimenticati di insegnare queste cose ai giovani. In questo modo, l’informazione perde la sua connessione con il significato e questo accade dai tempi di Shannon che ha definito la quantità di informazione come la probabilità che esistano certi simboli, quindi l’informazione non ha più connessione con il significato. Ma la nostra vita si basa sul significato delle relazioni, sul significato di chi siamo, capire l’universo, connettersi con una realtà più vasta. Se noi buttiamo via questi concetti come fossero fantasie o epifenomeni, ci ritroviamo con i problemi che abbiamo oggi”. (Intervista a Federico Faggin - Pag 170-171 "Intelligenza artificiale" Di Matteo-Zuccarelli 2024)
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