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giovedì 30 maggio 2024

L’UOMO

 L’UOMO.


Amo l’ uomo creato a immagine di Dio. Lo vedo grande, nel vigore della giovinezza  e nella debolezza della vecchiaia. Mi intenerisce quando, ammalato,  chiede aiuto e mi avvilisce quando si fa minuscolo quanto una lenticchia. 


Amo l’uomo fin da quando ha inizio la sua unica, incredibile avventura. Resto stupito nel vederlo formarsi prima che la sua stessa mamma ne sia a conoscenza.  C’è. Esiste. Da questo invisibile puntino  altre vite nasceranno. Accoglierlo, difenderlo, nutrirlo è virtù grande e insuperabile. Restargli accanto, educarlo, amarlo è un dovere cui non ci si può sottrarre.  Così fece con noi chi ci regalò la vita. Incoraggiarlo, assisterlo, curarlo quando le forze gli verranno meno, è il  meglio che può fare la nostra umanità. Così, un giorno, faranno con noi coloro che abbiamo amato. L’uomo più debole e fragile si fa,tanto più merita di stare al centro della società. 


Amo i miei amici. Ne ho tanti e di ottima fattura. Alcuni di vecchia data, altri  che da poco si sono  aggiunti  al mio  cammino. Lascio sempre la porta spalancata per nuove  conoscenze, nuove pagine da scrivere. I miei amici. Buoni come il vino delle migliori annate.  Li ho sentiti accanto in ogni ora della vita. Sulla loro spalla ho pianto, e non una volta sola. Con loro ho passato notti  insonni, quando la disperazione veniva a corteggiarli. Ci siamo fatti compagnia. Insieme siamo corsi  a bere alla fonte dove zampilla  la  speranza.  


Fanno  parte di me. Di loro non potrei fare a meno. Posso chiamarli a qualunque ora del giorno e della notte. Ci sono. 


Ma mi sforzo di amare  anche chi l’ amicizia ha tradito e rinnegato. Chi ha permesso all’invidia di occupare, nel suo cuore, un posto che non le competeva. Chi non ha saputo  gioire quando la vita sorrideva all’ altro e ha spalancato  la porta al  vento gelido della gelosia.  


Non è facile, ma è mio dovere continuare ad amare anche chi ha dato spazio alla violenza. Chi ha cominciato a scendere i gradini sdrucciolevoli di un abisso senza fondo. “ Debbo “ amarlo, perché prima di me  lo ha amato e continua ad amarlo Iddio. Perché so che in ogni momento può intraprendere il cammino inverso, invertire la rotta e  cominciare   – non sarebbe la prima volta – a  risalire la china. E innamorarsi della bellezza e della bontà,  della giustizia e della verità.  


So che i conflitti occorre tenerli a bada. Anche quando al mio egoismo non sembra essere conveniente. Anche quando l’orgoglio, che in me non vuol morire, mi spingerebbe a mortificare chi non mi ha voluto bene. Lo so. La storia me lo insegna. Il vangelo lo comanda. Cristo me lo sussurra all’orecchio dolcemente: “ Ama. Sempre. Anche quando costa. Anche quando  sembra inutile e dannoso. Ama. Ama la persona nella verità. Senza paura. Gratuitamente. Senza pretendere di essere riamato. Ascolta.  Fatti attento al suo parlare. Scendi negli anfratti del suo animo  e scoprirai qualcosa che gli altri non potranno sapere mai …”.   


In fondo, finanche la bramosia di possesso e di piaceri  potrebbe essere la prova dell’ esistenza di Dio. Ci ritroviamo in petto un  cuore grande quanto una galassia e ci illudiamo di riempirlo con le piccole cose della terra. Dio, Dio solo potrà colmarlo fino a farlo traboccare. Aiuta  il prossimo  a comprendere questa immensa verità. Non negargli questa possibilità. Resisti. Non rispondere al male con il male. Schiaccia la testa al serpente antico. Spezza la catena di ogni iniquità.  


Amo la mia generazione, ma anche quella che verrà. Mi affascina il  futuro ma anche il passato. Anche verso gli antenati antichi sento il dovere di usare misericordia e comprensione. Possono non piacermi le loro convinzioni. Il fasto eccessivo del barocco potrebbe infastidirmi. Invece no. Debbo indagare. Scoprire il motivo per cui un uomo povero si tolse dalla bocca il pane pur di  elevare a Dio una casa più bella di quella del re. Quest’uomo merita rispetto,  comprensione,  gratitudine. Debbo sforzarmi di capire. Per evitare di ripetere il male commesso e impegnarmi a realizzare  il bene che non fu fatto. 


Progresso è  parola bella. Vuol dire fare tesoro del passato per costruire un futuro migliore.  Rendere la vita più serena a tutti. Vero progresso vuol dire avere a cuore i giovani e i vecchi, i sani e gli ammalati.  I già nati e chi ancora non ha visto quanto è bello il sole.  Chi,  nel pieno del potere, tiene nelle sue mani il mondo e chi non conta nulla nella scacchiera della geografia. 


Amo. Gli uomini e il creato.  Il creato e il Creatore. Chi ha la pelle diafana e chi ha le mani più nere del carbone. Sento il dovere di essere  custode di ogni mio fratello. Quello che conosco e quello  verrà  quando sarò passato all’ altra riva.  Un giorno ci ritroveremo tutti in Dio. E Dio sarà tutto in noi. 


Credo. Spero. Amo. Sono  gioiosamente “condannato” a farlo, perché Dio da sempre ha voluto farmi erede della sua grandezza. Ha voluto che, come tutti voi, io nascessi “uomo”. Il complimento più bello che puoi fare a un uomo è dirgli che è … un uomo. Maurizio Patriciello.

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