"Se il mondo ha ragione, se hanno ragione le musiche nei caffè, i divertimenti di massa, la gente americana che si contenta di così poco, vuole dire che ho torto io, che sono io il pazzo, il vero lupo della steppa, come mi chiamai più volte, l’animale sperduto in un mondo a lui estraneo e incomprensibile, che non trova più la patria, l’aria, il nutrimento...
Noi vecchi studiosi e ammiratori dell’Europa di una volta, della vera musica di una volta, della poesia vera di un tempo, siamo forse soltanto una piccola stupida minoranza di nevropatici complicati che domani saranno dimenticati e derisi? Quello che chiamiamo “cultura”, che chiamiamo spirito, anima, che diciamo bello, sacro, è forse soltanto un fantasma morto da gran tempo e considerato autentico e vivo soltanto da quel paio di pazzi che siamo noi? O non è stato forse mai una cosa così autentica e viva? Quello che noi cerchiamo di raggiungere nella nostra pazzia è forse stato sempr⁶e un fantasma?"
Hermann Hesse, Il lupo della steppa, 1927
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