CONSIGLI DI LETTURA PER LA FINE DELL'ESTATE. CHESTERTON. |
I migliori racconti di Padre Brown |
Ogni volta che si legge un racconto di Chesterton su padre Brown, il
lettore riparte da zero, come se da ogni fatto derivasse tutto il
resto: ex uno omnia. Non orpelli inutili o abbellimenti fini a
se stessi, ma tanta essenzialità, acuta intelligenza, vivo spirito di
osservazione caratterizzano le storie del minuto prete cattolico,
«ingenuo e impacciato all’apparenza», che cerca non il «criminale da
punire, ma l’uomo da far ricredere e l’anima da recuperare».
Il piccolo prete è «l’essenza di quelle pianure dell’Essex», ha «il
volto rotondo e inespressivo come gli occhi di Norfolk, gli occhi
incolori come il Mare del Nord». Quella che all’apparenza è la
«stupidità essexiana» nasconde, in realtà, una «santa semplicità», una
viva perspicacia e un segreto che molti gli invidiano.
Qual
è il segreto di Padre Brown? È lui stesso a rivelarlo: «Io non cerco
di guardare l’uomo dall’esterno, cerco di penetrare nell’interno
dell’assassino… Anzi, molto di più, non vi pare? Sono dentro un uomo. Io
vi sono sempre dentro e gli muovo le braccia e le gambe, ma aspetto di
essere dentro un assassino, attendo finché penso i suoi stessi
pensieri e lotto con le sue stesse passioni, […] finché vedo il mondo
con i suoi occhi torvi iniettati di sangue» (da «Il segreto di padre
Brown»). Conoscere il male altrui è conoscere il proprio male, capire
il male di cui noi tutti siamo capaci. Sentiamo come Padre Brown spiega
l’umano: «Nessun uomo può essere veramente buono finché non conosce la
propria malvagità o quella che potrebbe avere: finché non ha
esattamente compreso quale diritto abbia di esprimere tutti quei
giudizi e questo disprezzo, e di parlare di “criminali” come fossero
scimmie in una foresta lontana mille miglia». Il prete difende ad
oltranza la ragione: «la ragione è sempre ragionevole, anche
nell’ultimo limbo, anche al limite estremo delle cose». E per le stesse
ragioni è un grande paladino e difensore della chiesa: «So bene che si
accusa la Chiesa di abbassare la ragione, ma è il contrario, invece.
Sola sulla terra la Chiesa fa la ragione veramente suprema. Solo sulla
terra la Chiesa afferma che Dio stesso è legato alla ragione». Che ne
pensa allora Padre Brown del razionalismo imperante ai suoi tempi come
ai nostri? Che ne pensa un investigatore come lui dei miracoli? «Il
fatto più incredibile nei miracoli è che accadono veramente» (da «La
croce azzurra»).
La riflessione sui misteri criminali si mescola nei racconti con la
profonda meditazione sui misteri più alti e profondi dell’uomo tanto che
lo stesso Antonio Gramsci in carcere leggeva i racconti di Chesterton
ritenendoli decisamente superiori alle storie di uno scrittore mediocre
come Conan Doyle. L’investigatore Flambeau, personaggio di molti
racconti di Padre Brown, manifesterà tutta la sua stima per il prete
dell’Essex: «Consideriamo il vostro successo nel caso dell’assassinio di
Moonshine come il più grande trionfo della storia della scienza
poliziesca […]. Ci pare che per molti motivi ci sia un’evidente
differenza tra il vostro metodo di indagine e quello degli altri
investigatori, siano fittizi o reali. Qualcuno anzi ha osservato che la
differenza di metodo può mascherare piuttosto l’assenza di metodo». Di
fronte ad una scienza asettica che ostenta una disciplina sempre più
specialistica e distaccata Padre Brown utilizza l’unico metodo possibile
per comprendere i fatti: ripartire dall’umano
.(pubblicato su La nuova
bussola quotidiana)
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