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venerdì 9 agosto 2013

Chiara Corbella,

Chiara Corbella, in un libro la sua storia di croce e perfetta letizia. «Alla portata di tutti»

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agosto 9, 2013 Redazione
Siamo nati e non moriremo mai più”. A un anno dalla scomparsa, il volume che racconta la fede stupefacente eppure semplicissima della ragazza romana morta dopo aver scelto di non curare un tumore per dare alla luce il figlio
chiara-corbella-petrillo-siamo-nati-e-non-moriremo-mai-piuArticolo tratto da Radio Vaticana – Semplice, vero, intenso: è il libro, edito da Porziuncola intitolato Siamo nati e non moriremo mai più. Storia di Chiara Corbella Petrillo scritto a quattro mani da Simone Troisi e Cristiana Paccini. È una pubblicazione nella quale si racconta la vita di una ragazza romana scomparsa a 28 anni dopo aver scelto di non curare un tumore per dare alla luce il figlio. Una vicenda che ha commosso il mondo.
Ce ne parla Benedetta Capelli:
«È la storia di un “sì”, di un “eccomi” detto con gioia, con determinazione e vissuto nel completo affidamento al Signore. La vita di Chiara Corbella è nell’essenzialità: quella di una ragazza innamorata di Enrico ma soprattutto di un cuore innamorato di Dio. È la storia di una sposa che ha voglia di normalità, ma quando ci si lascia plasmare dalle mani del Signore la normalità diventa qualcosa di diverso. E allora Chiara sperimenta il suo “sì” in Maria Grazia Letizia: la bimba passa in 40 minuti dalle “loro braccia a quelle del Padre”. Con lei – scrive Chiara – abbiamo fatto “un’esperienza di eternità unica”. Poi arriva Davide Giovanni, un bambino imperfetto – direbbe qualcuno – ma per questa coppia è l’ennesima prova della Croce che il Signore dona. “Io me la devo prendere – dice Enrico – perché in quella Croce scoprirò qualcosa che il Signore mi vuole dire”».

Enrico Petrillo:
«Non siamo noi ad aver creato la vita di nessuno. Nelle testimonianze dico sempre questa cosa: noi mettiamo degli ingredienti, ma di fatto tante persone li mettono ma i figli non vengono e non è scontato un figlio sano come non è scontato un figlio malato. Ma il fatto straordinario della storia è proprio Francesco che, invece di essere malato, è sano. Noi abbiamo sempre chiesto al Signore di meravigliarci: cioè, il fatto che il Signore ci chiedesse delle cose un po’ al di là delle nostre capacità – un po’ tanto, direi – noi abbiamo detto sì: ed è lì che sperimenti che un Altro ti porta, è lì che fai un incontro ed entri proprio in questa logica dell’incontro».

È Francesco il terzo figlio di Chiara che arriva quando lei scopre di avere un carcinoma alla lingua. Questa giovane mamma sceglie di sospendere le cure fino a quando il suo bimbo non verrà alla luce. Qui comincia un’altra storia, il Calvario, che – nel disegno del Signore – inizia nella Settimana Santa. «La sofferenza è una danza – dicono – Dio ti invita a danzare con Lui e se dici di sì, scopri che insieme al dolore c’è anche la pace e la gioia». Simone Troisi e Cristiana Paccini sono gli amici – i fratelli, così si definiscono – che hanno raccontato questa storia di fede, di dedizione e di amore.
chiara corbellaSimone Troisi:
«Il libro cerca di rispondere ad un desiderio fortissimo di conoscere la storia di Chiara che c’è stato da subito, sin da quando si è saputo che stava male: già nella parrocchia si cominciava a diffondere la voce, a fare richieste di preghiere… Nel momento in cui è morta poi, il 13 giugno 2012, il funerale ha raccolto un numero enorme di persone e da lì in poi da tutto il mondo sono arrivate richieste, soprattutto a Enrico, di conoscere questa storia perché è una storia che parla veramente al cuore: parla di speranza e di una speranza che non può morire, cioè può continuare a esserci sempre, anche di fronte alle difficoltà, nelle tenebre più oscure… La storia di Chiara insegna che si può essere, come dice lei anche nella lettera a Francesco, si può essere felici sempre, si può pretendere la felicità in ogni situazione».

Sua moglie, Cristiana Paccini, descrive così la sua esperienza di scrivere un libro su Chiara:
«Da una parte, è stato molto bello per noi, perché è stata l’occasione per andare un po’ alle fonti della vita: nel nostro oggi, nelle nostre gioie, nelle difficoltà… È stato bello vedere lo stile di Dio, che ti dice – appunto – che puoi essere felice in ogni situazione. Era importante raccontare solo quello che il Signore aveva compiuto, attraverso Chiara».

«Impossibile percorre la stessa strada di Enrico e Chiara? – si legge nel libro – No se si conosce il segreto: dire il proprio sì ogni giorno, accogliere quotidianamente la propria prova, la propria storia. Fidarsi di Gesù che ti dice “Non temere”. Diventare figli di Dio. In realtà, già lo siamo, il problema è che non lo sappiamo».

Ancora Cristiana Paccini:
«Chiara si arrabbiava tantissimo quando qualcuno le diceva che tutto quello che viveva – appunto, questa gioia, questa speranza che viveva – era riservata solo a lei perché lei ormai era brava, era disponibile, era “santa”. E invece, lei non è meno, anzi, è più figlia degli altri. Il Signore ha riservato a ognuno questa grazia e quindi la Buona Notizia che volevo dire in questo libro è proprio che il Signore ha pensato per ognuno di noi questa gioia, questa possibilità di vivere il Cielo, ma proprio concretamente, non per forza in una malattia: a ognuno, nella propria storia, nella propria croce, anche – piccola o grande che sia – il Signore ha riservato questo progetto di bene. La cosa bella bellissima è che Chiara era – è! – una sposa semplice, che ha vissuto profondamente le cose quotidiane – la cucina, il fatto di prendersi cura di Francesco… Era bello che tutto era “alla portata”: si parlava del giardino come della vita eterna, come di un bimbo che vivrà pochi minuti… Veramente, una gioia e una semplicità che ti facevano toccare la vita eterna con un dito!».
Una storia che può sembrare straordinaria, fuori dal comune, non “alla portata” ma per Enrico è esattamente il contrario:
«Secondo noi, non avevamo molte alternative. C’era una strada dritta che ci metteva davanti il Signore, ci dovevamo fidare. E, se vuoi, è la scelta più intelligente per soffrire di meno. Infatti, sfido a vedere Chiara morire felice. Io mi sento un marito, un padre sicuramente con tanto dolore dentro, però anche con tanta gioia. E quindi, sono contento di questa storia che il Signore sta scrivendo nella mia vita».

«Il miracolo che raccontiamo – scrivono Simone e Cristiana – non è quello di una guarigione fisica ma è una gioia disarmante, semplice e schietta, la perfetta letizia di Francesco d’Assisi che cambia il male in bene». Ed è in una lettera che Chiara scrisse al suo Francesco, nel giorno del suo primo compleanno, in cui si legge un segreto – il segreto – che lei rivela semplicemente: «Posso solo dirti che l’Amore è il centro della nostra vita, perché nasciamo da un atto d’amore, viviamo per amare e per essere amati, e moriamo per conoscere l’amore vero di Dio».

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