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lunedì 19 agosto 2013

EQUILIBRIO ACIDO-BASICO: IL FATTORE pH

EQUILIBRIO ACIDO-BASICO: IL FATTORE pH
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Un fattore chiave per far regredire le malattie è mantenere uno equilibrio acido-basico in tutto il corpo. Quando questo equilibrio è mantenuto il corpo è in un ambiente ben ossigenato.

L’acido è una sostanza caustica, acre ed erosiva che ha una carica elettropositiva. Un corpo acido, o in Acidosi, ha sangue viscoso che iper-coagula e non ossigena in modo appropriato. Le cellule non possono disfarsi dei propri prodotti di scarto, per cui l’abilità di guarirsi o di mantenersi in salute è molto ridotta.
Questo indebolimento è caratterizzato da sangue morboso, cellule malate, infiammazione, eccesso di grasso corporeo e funzioni immunitarie soppresse. L’acidità del sangue blocca l’assorbimento delle vitamine e priva l’organismo di nutrienti essenziali, incrementa formazioni tossiche nelle cellule intasate, rallenta le funzioni organiche e ci fa sentire deboli e pigri, previene una digestione appropriata e crea eccesso di gas e gonfiore addominale, causa sovrappeso e obesità, accelera il processo di invecchiamento e molto altro.
Queste condizioni sono ideali per contrarre e sviluppare vari microrganismi patogeni, come virus, batteri, funghi, lieviti e parassiti. Qualsiasi tipo di infezione può prosperare in un corpo in acidosi. Un sistema immunitario indebolito comporta un’abbassata resistenza alle infezioni.

La conclusione è che nessuna malattia può essere curata senza una disintossicazione controllata, eliminando gli eccessi di scarti acidi dall’organismo.

Il termine pH significa potenziale di Idrogeno, e misura l’acidità o l’alcalinità di una soluzione rappresentata in una scala da 0 a 14. Le soluzioni alcaline sono uguali a 7 nella scala del pH. Più basso è il valore del pH (o più vicino a 0), più la soluzione è acida. Più è alto (o più vicino a 14), più la soluzione è alcalina. P.es., un pH 3 è più acido di un pH 5 e un pH 9 è più alcalino di un pH 6.

Il pH normale dei tessuti e fluidi del corpo umano (tranne lo stomaco) è leggermente alcalino. Il valore di pH più critico è quello del sangue. Tutti gli altri organi e fluidi oscilleranno nei loro range in maniera da mantenere il sangue in valori di pH ristretti tra 7.35 e 7.45 (leggermente alcalino). Il corpo crea costantemente aggiustamenti nel pH di tessuti e fluidi per mantenere questo strettissimo range di pH del sangue.

Le conseguenze di una troppa acidità (o anche alcalinità) nell’organismo sono diverse.

Se, ad esempio, il sangue va in acidosi:

1) il sangue richiamerà alcuni degli elementi che formano alcalinità dagli enzimi nell’intestino tenue, per rimanere nei valori normali. L’intestino tenue diventerà quindi troppo acido per digerire alimenti in maniera ottimale. Il pancreas, la colecisti ed il fegato saranno forzati a rimediare questa deficienza per metabolizzare gli alimenti appropriatamente. Tutto ciò avrà un’influenza diretta sulla produzione degli enzimi metabolici, che sono coinvolti in ogni reazione biochimica nell’organismo. Il risultato è l’abbassamento del sistema immunitario, squilibri ormonali, malassorbimento, problemi digestivi etc.

2) le ossa cedono/dissolvono il calcio, il minerale più alcalino. Questo può portare ad una riduzione dell’assorbimento di minerali supplementari e problemi di densità ossea.

3) I livelli di insulina aumentano ed il grasso viene immagazzinato invece di essere metabolizzato. Questo in effetti mima uno stato di malnutrizione o di morir di fame e ciò porta il corpo in acidosi. Come misura di sicurezza, l’insulina è prodotta in eccesso così che tutte le calorie disponibili saranno immagazzinate come grasso. Ne consegue sovrappeso e rende difficile la perdita di peso.

4) Avvengono gli squilibri elettrolitici che hanno influenza diretta sul “sistema di trasporto dei fluidi”. Gli elettroliti sono fondamentali nel mantenere il potenziale di membrana, specie nelle cellule nervose, cardiache e muscolari.

5) Reni, colecisti, pancreas ed altri organi subiscono stress aggiuntivi. Problemi simili possono avvenire quando l’organismo diventa troppo alcalino, anche se è poco probabile che ciò possa succedere.

I sintomi di acidosi includono, tra altre cose: sovrappeso, difficoltà a perdere peso, metabolismo rallentato, deficienze minerali, costipazione, fatica, offuscamento mentale, urinazione frequente, ipoglicemia, squilibri ormonali, muscoli dolenti, bruciori di stomaco, reflusso gastro-esofageo, indigestione etc.
I fattori che contribuiscono all’Acidosi possono essere i seguenti: stress, inquinamento ambientale, poco o eccessivo esercizio fisico, ed il fattore più importante, la dieta. Più cibo acido mangiamo più acidi diventiamo; più cibo alcale mangiamo più alcali diventiamo. In generale, frutta e verdura creano alcalinità, mentre carne, zuccheri, caffeina, fagioli, prodotti caseari e grani sono più acidi.

Gabriel Cousins, nel suo libro “Conscious Eating”, chiama l’attenzione alla complessità di questo punto. La sua ricerca ha dimostrato che circa il 30% delle persone, che sono state consigliate da lui in termini nutrizionali hanno risposto in maniera esattamente opposta, cioè, alcune verdure e frutta li hanno resi più acidi. Quindi si deve determinare individualmente quali alimenti sono adatti per ogni soggetto.

Il pH dell’urina

Il miglior modo per determinare il pH corporeo medio è attraverso l’analisi del pH delle urine,
utilizzando dei misuratori del pH (cartine tornasole), che forniscono informazioni sul pH generale organico. Infatti, uno dei modi più efficaci e semplici del nostro corpo di mantenere l’equilibrio acido-basico è attraverso l’eliminazione acida dai reni.

Un corpo in acidosi eliminerà l’acidità in eccesso attraverso le urine. Questo renderà il sangue più alcalino, così il pH dell’urina sarà acido. L’urina è quindi un eccellente indicatore per determinare se la nostra dieta è ricca di cibo che ci rende acidi o alcalini.

L’ideale è controllare il pH delle urine nelle 24 ore almeno in tre momenti della giornata: seconde urine del mattino (la prima tende spesso all’acidità); prima del pasto di mezzogiorno; prima di cena. E’ bene ripetere questo test per 5-6 giorni, così da poter determinare quali alimenti o bevande ci rendono più acidi o alcalini, e dunque, realizzare gli aggiustamenti necessari per un pH equilibrato attraverso cambiamenti dietetici.
Il pH urinario ottimale è tra 6 e 7 sulla scala del pH. Alla fine, si farà la media dei diversi indicatori: una continua presenza di pH urinario sotto il valore di 6 è segno di tendenza all’acidosi generale organica. Se la media è sopra 7 si è troppo alcalini. Ad ogni caso, si deve comunque realizzare dei miglioramenti nello stile di vita per sostenere un appropriato pH per l’organismo.

Il pH della saliva

Grazie ai nostri sistemi tampone riusciamo costantemente a mantenere tale equilibrio acido-basico, ma spesso rischiamo di depauperare le nostre riserve di preziosi minerali alcalini come il calcio, il magnesio, il potassio ed il sodio.

Molti autori concordano nel fatto che il pH salivare è un indicatore della riserva alcalina e della condizione del pH delle cellule. Il corpo non crea alcalinità, ma ha una riserva minerale alcalina basata sull’assunzione di cibi alcalini.

Un pH salivare normale, testato appena svegli la mattina o a stomaco vuoto, è tra 6.2 e 7.2. Dopo un pasto, dovrebbe diventare ancora più alcalino.

Una teoria è che se il pH è tra 5.8 e 6.2 il corpo è in acidosi con poca riserva alcalina rimasta. Se il pH mattutino è sotto 5.8, ed il primo pomeriggio, dopo i pasti, non va oltre questo valore, vuol dire che non c’è nessuna riserva alcalina rimasta, e quindi significa che il corpo è estremamente acido.

In conclusione...

...dieta equilibrata e stile di vita sano sono probabilmente i cambiamenti più importanti da intraprendere. Evitare il consumo eccessivo di carne, alcol, soft drink, caffeina, caffè, la maggior parte delle noci, uova, aceto, acido ascorbico, latte pastorizzato, formaggio, zucchero bianco e farmaci in genere. Aggiungere inoltre abbondante frutta matura, vegetali, semi di soia, germogli di soia, acqua, latte crudo, cipolle, fichi, carote, barbabietole, miso, citrato di calcio e vitamina K alla propria dieta.

Queste attenzioni alimentari, abbinate a esercizio fisico moderato e costante nel tempo, se seguite costantemente, possono aiutare a migliorare lo stato generale psico-neuro-endocrino-immunologico. L’attività fisica eccessiva può, invece, contribuire ad un ambiente acido nell’organismo, dovuto alla produzione eccessiva dell’acido lattico.


Giovanni Turchetti

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