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giovedì 2 gennaio 2020

Quando un Papa decise di sopprimere 10 giorni dal calendario

Quando un Papa decise di sopprimere 10 giorni dal calendario


Jacek Halicki/Wikipedia

Avvenne il 4 ottobre 1582, quando Gregorio XIII fece correggere il calendario giuliano.

Nella storia dei calendari, alcune date sono diventate pietre miliari nel passaggio da un sistema di calcolo all’altro. È dunque capitato che Santa Teresa d’Avila morisse nella notte tra il 4 e il 15 ottobre 1582, mentre Newton morí il 20 o il 31 marzo 1727 – a seconda del calendario seguito dagli autori che ne scrissero. Ugualmente, la rivoluzione russa dell’ottobre 1917 ebbe di fatto luogo a novembre, se si segue il nostro calendario gregoriano (impostosi ormai come il calendario civile di riferimento comune).

Gli errori di calcolo di Giulio Cesare

Ma c’era davvero bisogno di cambiare calendario? Una delle prime preoccupazioni dell’uomo è stata lo stabilire regole per prevedere il ritorno delle stagioni, ma la storia dei calendari mostra parecchi aggiustamenti di tiro nel corso dei secoli. Al tempo dei Romani, il calendario contava 355 giorni in 10 mesi, e cominciava all’equinozio di primavera. Esso non corrispondeva però alla realtà delle stagioni, e cosí nel 45 a.C. Giulio Cesare lo riformò per istituire un calendario basato sulla rivoluzione apparente del sole, e impose il principio dell’anno bisestile di 366 giorni ogni quattro anni. Lo statista romano, però, arrotondò la cifra dopo la virgola: egli aveva calcolato che l’anno durasse 364,25 giorni, mentre in realtà conta 365,2422 giorni! Il mondo cristiano sarebbe restato fedele a quel calendario fino al XVI secolo, iniziando a un certo punto a contare gli anni a partire dalla nascita di Cristo. Nel 1582, malgrado l’instaurazione degli anni bisestili, il ritardo nel computo dei giorni si era accumulato tanto da essere quantificabile in 10 giorni.

Il problema della data di Pasqua

Essendo fin dal Concilio di Nicea la data di Pasqua calcolata in base all’equinozio di Primavera, si poneva un problema: l’anno in cui Gregorio XIII divenne papa, il 1572, essa fu indicata l’11 marzo del calendario giuliano (invece della data ufficiale – che era il 21). Il Papa convocò dunque una commissione di astronomi e di matematici per controllare il sistema. Nel 1582 si pose in essere un nuovo calendario, detto gregoriano, che grazie alla soppressione di alcuni anni bisestili avrebbe ridotto lo iato tra il calendario e l’anno reale a due giorni ogni diecimila anni (un gap giudicato accettabile)

Spariscono dieci giorni

Questo non bastò però a regolare il problema dei ritardo accumulato da Giulio Cesare in qua. Per rimettere gli orologi, allora, Gregorio XIII decise che al 4 ottobre 1582 sarebbe successo il 15 ottobre. Risoluzione che Italia, Spagna e Portogallo adottarono immediatamente, di modo che Teresa d’Avila morisse nella notte tra il 4 e… il 15 ottobre. La Francia avrebbe atteso due mesi per ottemperare, e avrebbe soppresso dieci giorni tra il 9 e il 20 dicembre 1582. L’Inghilterra avrebbe atteso il 1752 per applicare il calendario gregoriano: undici giorni furono soppressi tra il 2 e il 14 settembre. Questi giorni “perduti” provocarono sommosse: la popolazione pensò che il governo cercasse di rubare loro 11 giorni di salario!

Resistenze

Altri Paesi non adottarono il calendario gregoriano se non nel XX secolo: la Bulgaria e l’Albania nel 1912, la Russia nel 1918, la Cina nel 1912, la Romania e la Jugoslavia nel 1919, la Grecia nel 1923, la Turchia nel 1926. Il Giappone, la Cina, l’India e il Vietnam lo utilizzano in parallelo col loro calendario nazionale, che permette loro di stabilire feste religiose e tradizionali. Per contro, i Paesi ortodossi hanno rifiutato questa modifica – proveniente da un Papa e dunque dalla Chiesa cattolica! – e restarono sempre fedeli al calendario giuliano. È per questo che le feste non cadono in sincronia tra i cristiani occidentali (cattolici e protestanti) e quelli orientali (ortodossi). Quando al calendario musulmano, esso comincia dalla data in cui Maometto lasciò la Mecca, che nel nostro calendario corrisponde alla notte tra il 15 e il 16 luglio 622. E poi ci stupiamo se non ci ricordiamo le date!
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio

Nel 1582, papa Gregorio XIII istituì il calendario come lo conosciamo oggi


1– Fino all'anno 46 a.C., a Roma era in vigore un calendario diviso in 355 giorni, distribuiti in 12 mesi. Questa struttura dell'anno civile comportava notevoli problemi nel corso del tempo: le stagioni dell'anno si verificavano in date diverse, perché il calendario non corrispondeva all'anno solare.
2 – Nel 46 a.C., Giulio Cesare decise di riformare il calendario per adattarlo al tempo naturale. La riforma giuliana ebbe due tappe: nella prima si stabilì che l'anno 46 a.C. avrebbe avuto 15 mesi e un totale di 455 giorni per compensare lo sfasamento (rimase noto ai romani, e con piena ragione, come l'“anno della confusione”). La seconda tappa della riforma consistette nel fatto di adottare, a partire dal 45 a.C., un anno composto da 365 giorni e 6 ore, diviso in 12 mesi. Per compensare le 6 ore eccedenti di ogni anno, sarebbe stato incluso un giorno in più a febbraio ogni 4 anni. 


3 – La riforma giuliana migliorò la situazione, ma lo sfasamento tra l'anno del calendario e l'anno naturale rimaneva, per via del movimento ellittico che la Terra fa intorno al Sole. Nel XV secolo, ad esempio, il calendario giuliano era già in ritardo di circa una settimana in relazione al Sole. L'equinozio di primavera nell'emisfero nord cadeva intorno al 12 marzo anziché il 21.
4 – Nel 1545 il Concilio di Trento stabilì delle modifiche nel calendario ecclesiastico. Dopo decenni di studio e calcoli astronomici, papa Gregorio XIII istituì il nuovo calendario nel 1582 mediante la bolla Inter gravissimas per adeguare la data della Pasqua all'equinozio di primavera nell'emisfero nord. In omaggio al papa, il nuovo calendario venne chiamato gregoriano.
5 – Questo aggiustamento implicò la soppressione di 10 giorni del mese di ottobre di quell'anno: dal 4 ottobre 1582 si saltò al 15 ottobre.
6 – Oltre a ciò, i giorni bisestili che fossero caduti negli anni centenari (quelli che terminavano in 00, come il 1700) sarebbero stati ignorati, a meno che gli anni in questione non fossero stati divisibili in modo esatto per 400 (come il 1600 e il 2000). Questa regola sopprimeva tre anni bisestili ogni quattro secoli, lasciando il calendario gregoriano sufficientemente preciso ed eliminando il ritardo di tre giorni ogni 400 anni che avveniva nel calendario giuliano.
7 – Malgrado l'aggiustamento negli anni bisestili, l'anno del calendario gregoriano ha ancora 26 secondi in più rispetto al periodo orbitale della Terra. Questa mancanza, tuttavia, accumula solo un giorno in più ogni 3.323 anni.
8 – Paesi cattolici come l'Italia, la Spagna, il Portogallo e la Polonia adottarono il cambiamento immediatamente, così come la parte cattolica dei Paesi Bassi. In Francia, Enrico III decretò l'aggiustamento nello stesso anno, ma a dicembre.
9 – I Paesi a maggioranza protestante, tuttavia, rifiutarono il cambiamento. Le zone protestanti della Germania e dei Paesi Bassi hanno adottato il nuovo calendario solo nel 1700. L'astronomo Giovanni
Keplero arrivò ad osservare che questi Paesi preferivano “essere in disaccordo con il Sole che essere in accordo con il papa”.

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