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domenica 26 gennaio 2020

Jan Karski

PER NON DIMENTICARE...

«Jan Karski è stato uno dei protagonisti della resistenza polacca al nazismo. E’ profondamente cattolico. Il suo racconto inizia la sera del 23 agosto 1939, a Varsavia, a una divertente festa da ballo a cui è stato invitato dal figlio dell’ambasciatore del Portogallo. Continua con l’occupazione tedesca, la disfatta dell’esercito polacco, la fuga dalla prigionia russa e il suo ingresso nella resistenza polacca a Varsavia, la cattura da parte della Gestapo, le torture e poi una fuga rocambolesca, e di nuovo nei ranghi della resistenza, a Cracovia e ancora a Varsavia, il tutto intercalato da spedizioni nel cuore dell’Europa sconvolta dalla guerra, insieme a tante persone che per la maggior parte non sopravviveranno al conflitto...
Ma sono due gli elementi che fanno della storia di Jan Karski un unicum. Il primo è la descrizione della resistenza polacca: non appena una forma organizzata di opposizione all’invasore tedesco, ma la continuazione dello Stato polacco in forma clandestina, in parallelo a quello dell’occupante nazista. Uno Stato segreto pienamente strutturato in cinque diversi comparti – amministrativo, militare, parlamentare, di resistenza civile, di coordinamento dei raggruppamenti locali – ognuno con i suoi dipartimenti e articolazioni, costruiti per continuare a regolare l’intera vita dei cittadini polacchi, anche se sotto occupazione nazista...
Il secondo elemento è la consapevolezza della Shoah. Jan Karski ha ben compreso di trovarsi di fronte a un fatto unico nella storia: lo sterminio sistematico di un popolo che aveva l’unica colpa di esistere, senza altre motivazioni politiche o strategiche...
Jan Karski riesce fortunosamente a raggiungere Londra, alla fine del 1942, con una particolare protezione che i lettori scopriranno leggendo, e poi volerà negli Stati Uniti. Sarà il messaggero del ghetto di Varsavia. Parlerà con molti potenti, intellettuali – da H.G. Wells ad Arthur Koestler – militari e politici, sarà ricevuto dal Presidente Roosevelt in persona, ma inutilmente: nessuna iniziativa sarà presa per soccorrere gli ebrei, per interromperne lo sterminio nell’Europa nazista... 
Non ricevendo ascolto, affida tutte le sue memorie al libro "Story of a Secret State" – questo libro, di cui stiamo parlando – pubblicato negli Usa nel 1944, e poi sparirà dalla scena pubblica e sarà dimenticato per decenni, fino a che nel 1982 riceve la medaglia di Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem di Gerusalemme, e soprattutto sarà scovato da Claude Lanzmann, che lo intervisterà per il suo film "Shoah", nelle sale nel 1985. Il 13 maggio 1994 gli viene conferita la cittadinanza onoraria dello Stato d’Israele. Nel 1995 il Presidente Lech Walesa lo nomina cavaliere dell’Ordine dell’Aquila Bianca, la massima onorificenza polacca. Muore a Washington il 13 luglio del 2000, pochi mesi dopo la pubblicazione della traduzione polacca del suo libro» (Assuntina Morresi)... 🙁

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