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lunedì 19 aprile 2021

il cristianesimo è questo avvenimento è l’avvenimento di questo annuncio.

 Là voce del Giuss 6/211

il cristianesimo  è questo avvenimento

***

Ma questo è il problema, che lascio aperto;

 mentre ce ne andiamo via di qui, dovremmo guardarlo 

in faccia: il renderci conto di questo avvenimento

 che ci è accaduto, il renderci conto 

di quello che il cristianesimo significa; 

il cristianesimo significa questo annuncio.

 Cristianesimo non significa  dare via i soldi ai poveri,

 cristianesimo non significa prendere

 trentaquattro bambini degli altri in casa, 

cristianesimo non significa mettere la tiara,

 cristianesimo non significa pregare Dio,

 cristianesimo non significa compiere dei gesti religiosi, 

perché tutte queste cose, come tipo di cose,

 sono possibilità in tutte le esperienze degli uomini.

Pensate a quello che hanno sentito 

i pastori all’annuncio dell’Angelo, o 

i magi all’annuncio di cui la stella 

fu segno: una novità radicale, 

una novità d’ordine assoluto, non poteva 

esserci ed è qui, non poteva  esserci perché 

non l’abbiamo mai pensato, 

non potevamo pensarlo, ed è qui. 

Il cristianesimo è questo avvenimento, 

è l’avvenimento di questo annuncio. 

Annuncio non in quanto io lo sento, innanzitutto, 

ma in quanto mi si presenta:

 è una proposta, è un genere di proposta, 

è un tipo di proposta, è un genere 

di significato, un tipo di significato 

che viene veicolato a me, che viene 

proposto, che viene davanti a me 

nei termini di persone coinvolte 

con esso, in qualche modo coinvolte con esso.

 Dio scelse per un certo 

annuncio un adultero; Dio scelse 

per questo annuncio della gente 

pitocca, gli apostoli; Dio sceglie 

per questo annuncio dei peccatori, 

perché tutto quanto è nella potenza

 che fa venire a galla la cosa.

Tutto quanto è nell’avvenimento – 

non in quello che siamo, possiamo 

essere, dico, come valore morale 

–, è in qualcosa che è fuori di noi e 

che si propone al fondo di noi; ma 

è fuori di noi: è un avvenimento 

fuori di noi, esattamente come il 

mare in burrasca. Un avvenimento 

fuori di noi, un avvenimento che è 

un annuncio; un avvenimento che, 

dal di fuori di noi, imprevedibile − 

non si poteva prevedere −, viene a 

galla e ci passa, ci trapassa, fino al 

fondo di noi, con la sua proposta; 

e questa proposta che ci trapassa 

fino al fondo coinvolge anche quella

 povera persona che lo porta, suo 

malgrado. Ricordate il capitolo di 

Geremia, quando a un certo punto, stufo, 

ha cercato di ribellarsi 

a Dio, l’abbiamo meditato più di 

una volta: «Io mi son detto: “Non 

parlerò più in suo nome, basta, 

me ne andrò via dalla sua faccia, 

non parlerò più in suo nome”. Ma 

era dentro di me come un fuoco 

divorante, come un fuoco divorante

 dentro le mie ossa, e io mi 

sfinivo nel tentativo di contenerlo 

e non ci riuscivo, ed ero costretto 

ad uscire e gridare ancora: 

“Maledizione e rovina a chi

 non ascolta Javhè”» (cfr. Ger 20,9; 22,5).

È da cancellare il passato

 per capire cos’è il cristianesimo, è da 

cancellare tutta la connotazione 

del passato per capire che cosa è 

ora, ora, ora. Certo, non il passato di ieri o dell’altro ieri, perché 

il cristianesimo è una presenza 

dentro la tua esistenza, una presenza che coinvolge la vita di altre 

persone. Altre persone, per portarti una proposta, 

hanno coinvolto la loro vita, 

ed è una proposta che pretende che tu coinvolga 

la tua. Ma è una proposta che, 

per pretendere che tu coinvolga 

la tua, è piena di significato, è 

piena di una novità impensata, 

assicura un cambiamento inimmaginabile, inimmaginabile.

La cosa principale da incominciare a sgrossare

 dentro di noi, da incominciare a “disfare” da tutta la 

carta che ha addosso, per vedere il 

dono che ci sta dentro, per scoprire il volto chiaro 

che contiene, la cosa da incominciare a guardare 

in faccia è questa realtà assolutamente

 vivente, presente, che è il cristianesimo.

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