Il BIANCO, IL NON-COLORE
Bianco: deriva dall’antico alto tedesco blanc (o blanch, blank), che voleva dire “splendente”, “brillante”, una radice germanica che ha rimpiazzato il lemma latino.
Gli antichi romani avevano due parole per identificare il bianco: ALBUS ossia un bianco puro, da cui derivano tuttavia “Alba”, “albino”, “albume”, e CANDIDUS, un bianco più luminoso. Nella Roma antica, la TOGA CANDIDA era toga di colore bianco gesso che indossavano gli aspiranti alle cariche civili, dando così origine della parola “candidato”. Il verbo latino CANDERE significava “essere bianco, splendere”. Fu l’origine anche delle parole “candela”, “candido” “candore” inteso come bianchezza immacolata e splendente, purezza.
Nell’antica Roma il bianco simboleggiava la purezza, lealtà e castità delle Vestali, le sacerdotesse della dea Vesta, il cui principale compito era quello di mantenere acceso e sorvegliare il focolare pubblico nel santuario della dea stessa. Il loro abbigliamento consisteva tradizionalmente in una tunica in lino bianco, una sopravveste (stola) un mantello(pallium o pala) di lana bianca e, a completare il tutto, un velo bianco.
Il termine BLANCUS si attesta nel latino volgare a partire dal XII secolo come prestito dal francone *blank e dal proto-Germanico *blankaz “splendente, bianco, luccicante” presumibilmente dal Proto-ie. *bhleyg- (splendere)
Il termine fu originariamente usato per indicare il luccichio del metallo delle armi (da cui l'espressione "arma bianca" che indica la brillantezza di una spada o di un'arma simile). Ma subito, assunse un impiego più ampio per significare il colore più chiaro, il più splendente fra tutti, risultante dalla somma dei sette colori dell'iride.
Non solo in Occidente, ma anche in Cina il bianco è associato alla lucentezza del metallo delle armi e ne rappresenta la luminosità, la purezza. Tuttavia nella cultura cinese il bianco è anche il colore al del lutto e della morte. Grandissima differenza con il mondo Occidentale, ove il bianco simboleggia la rinascita, i sentimenti nobili ed è per eccellenza il colore della spiritualità e della divinità, spesso usato nelle cerimonie religiose. L’abito della spose è tradizionalmente bianco, cosiccome candido è l’abito dei comunicandi e di coloro che ricevono il battesimo. Si contrappone in tal senso al NERO, spesso associato alla morte (nekros).
Particolare rilievo viene dato al bianco nella cultura giapponese, in cui questo colore ha una simbologia simbologia complessa e variegata, che lo porta ad assumere due significati apparentemente contrapposti: da una parte la morte e la sepoltura e dall’altra la virtù, l’innocenza e la verità. Nella tradizione del Karate La cintura nera dei maestri di Karate era il simbolo di maestria ed esperienza, in contrapposizione a quella bianca degli allievi.
Da noi parliamo anche di VOCI BIANCHE intendendo quelle dei bambini che non hanno ancora raggiunto l'età in cui si verifica la muta vocale e in passato anche le voci dei cantanti adulti castrati (una macabra pratica che si concluse solo a inizio del ‘900!!). Erano considerate le voci più pure, quelle più vicine ai cori angelici, a cui si ricorreva per l'esecuzione di brani di musica sacra secondo l'uso antichissimo della Chiesa.
E ancora diciamo DARE CARTA BIANCA, quando si delegano a qualcuno azioni e scelte letteralmente, si lascia un foglio vuoto che verrà riempito da colui al quale ci si sta affidando. In inglese TO GIVE CARTE BLANCHE (letterale, dal francese) o TO GIVE A BLANK (stessa radice di BLANCUS!) CHECK (dare un assegno in bianco)
E sempre restando nel mondo anglosassone, Lady Macbeth, in Shakespeare, saputo dell’assassino del re Duncan da parte del marito, gli si rivolge con queste parole: “Le mie mani sono come le tue, ma ho vergogna di avere un cuore così bianco.” (My hands are of your color, but I shame to wear a heart so white). La donna riconosce che le sue mani sono metaforicamente ricoperte dal sangue di Duncan riconoscendo la propria responsabilità per il terribile crimine, ma ammette la sua vergogna nell’avere un cuore così bianco, così pallido e debole. Il rosso associato alla colpa e al crimine si contrappone al bianco che rappresenta purezza e innocenza.
Parliamo inoltre di MAGIA BIANCA intendendo un tipo di magia mossa in linea teorica da intenzioni benefiche, positive, o altruistiche.
Nella tradizione popolare compariva molto spesso il gatto, già di per sé animale mistico e magico, nella classica dicotomia tra nero e bianco, secondo cui il nero simboleggia il male e le forze negative, mentre il bianco risplende di luce benevola e benigne. Nella stessa mitologia nordica si racconta che Freya, la dea dell’amore e della fertilità, trascorresse le proprie giornate in compagnia di maestosi gatti dal mantello lungo e candidamente bianco.
In Turchia il gatto d’angora dal pelo bianco era anticamente considerato reincarnazione di Ataturk, il padre della nazione, e la leggenda associa al gatto bianco il potere magico di realizzare i desideri di chi glieli sussurra al suo orecchio.
Nelle fiabe il Bianco rappresenta la luce del giorno e l’intervento di una forza benevola. Nei primi secoli di arte cristiana appare molto spesso il pavone bianco come simbolo della Risurrezione e della Vita Eterna. Nelle rappresentazioni pittoriche medievali di Gesù, il bianco fungeva da colore simbolico della trasfigurazione. Pluriraffigurati furono anche la colomba bianca, simbolo identificativo dello Spirito Santo portatrice di pace, simbolo del terreno che si innalza al divino e L’unicorno bianco, che era un soggetto comune di manoscritti, quadri e arazzi di storia postclassica. Era un simbolo di purezza, castità e grazia, che poteva essere catturato solo da una vergine, spesso raffigurato nel grembo della Vergine Maria.
Per il suo significato legato alle divinità il bianco era anche il colore usato per la costruzione di molte chiese, moschee e templi. Il marmo bianco dei templi romani e greci furono di ispirazione per l’architettura neoclassica. Divinità, spiritualità ma anche potere il bianco che accoglie e quasi protegge “LA CASA BIANCA” esprime con il colore la grandezza nella sua totalità.
nella tradizione popolare il bianco viene associato alla luce come elemento fondamentale e la dicotomia bianco-nero è quella che rappresenta al meglio il concetto della filosofia Taoista: il nero è assenza di luce e di colore il bianco, invece, è luce contiene tutti i colori. Il tutto è il TAO, l’eterno divenire di tutte le cose Le due metà in cui è diviso il simbolo circolare rappresentano dunque due principi opposti e complementari al tempo stesso: Yin e Yang, il femminile e il maschile, il freddo e il caldo, l’oscurità e la luce.
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