CONSULTA L'INDICE PUOI TROVARE OLTRE 4000 ARTICOLI

su santi,filosofi,poeti,scrittori,scienziati etc. che ti aiutano a comprendere la bellezza e la ragionevolezza del cristianesimo


sabato 14 agosto 2021

Padre Kolbe

 Transito di San Massimiliano Maria Kolbe, Sacerdote, Martire:


Il prigioniero Sigismondo Pilawski, il 29 luglio 1941, riesce ad evadere da Auschwitz. Al lavoro fuori dal campo, la sera non rientra. Tutti i compagni del blocco 14, il mattino dopo, sono trattenuti e il comandante avverte: “Il fuggitivo non è stato ancora trovato. Rimarrete sull’attenti in cortile fino a quando non sarà catturato”. Si diffonde il terrore. Restano lì, tutto il giorno, sotto il sole rovente di luglio, senza cibo né acqua. A sera, la sentenza temuta: l’evaso non è stato ripreso, dieci suoi compagni moriranno nel bunker della fame. Il comandante passa sadicamente tra le file dei circa seicento prigionieri disperati, scegliendo: “Tu!”, per dieci volte. Dieci di quegli esseri già ridotti a scheletri, vestiti di una misera divisa a strisce, sono stati scelti per morire. 


Uno scoppia in pianto: “la mia povera moglie e i miei bambini!”. Si chiama Francesco Gajowniczek, e nemmeno le frustate lo zittiscono. Improvvisamente p. Massimiliano Kolbe si fa avanti, esce dalla fila. Sorprende i tedeschi, incapaci di reagire. “Che cosa vuole questo maiale d’un polacco?”, grida il comandante. La risposta di Massimiliano: “Vorrei prendere il posto di uno degli internati scelti”. “Chi sei?”. “Sono un sacerdote cattolico. Non ho persone a carico. Quest’uomo ha moglie e figli; lasciami prendere il suo posto”. Lunghi istanti di silenzio: la mente ottusa del comandante non comprende: non gli è mai accaduto che uno si offrisse di sostituire un condannato a morte. Poi, la risposta: “Va bene”. 


Prendono Massimiliano e lasciano Francesco, e i loro sguardi s’incrociano per un attimo, un solo attimo fuggente. Poi i dieci prigionieri vengono condotti nel blocco 11, nel seminterrato, in una cella di cemento a morire. Di fame e di sete. Nudi. Senza pietà […]. Anche dalle celle vicine, piene di altri condannati, si levano delle voci, in una preghiera rivolta al cielo. Le guardie non comprendono: stanno per morire e cantano e pregano: di solito lì tutti urlano, piangono e maledicono. Morirà per ultimo, padre Massimiliano Maria Kolbe, dopo aver visto andar via i cadaveri dei compagni sul carretto del prigioniero polacco Bruno Borgowiec, che aveva il compito di portare i cadaveri al forno crematorio. 


Lui e forse altri sono ancora vivi, ma serve quella cella, per questo viene il medico Bock e li finisce con un’iniezione di acido fenico. In pochi secondi è la fine. Massimiliano porge il braccio all’assassino. Resta seduto, appoggiato al muro, la testa piegata da un lato. Morto. Il solito sguardo luminoso. È giovedì 14 agosto 1941, vigilia della festa dell’Assunzione di Maria Vergine al Cielo. Il giorno seguente il suo corpo brucia nel forno di Auschwitz. È la festa di Maria: la Madonna lo riceve, e lui può ripeterle, guardandola negli occhi, l’affidamento totale e definitivo. Ha ricevuto la corona rossa del martirio.


@paginacarmelitana

Nessun commento: