TERAPIA CHELANTE
TERAPIA CHELANTE
Prima di iniziare la Terapia Chelante, è opportuno che sappiate alcune informazioni di carattere generale e specifico circa le finalità ed i benefici derivanti da questo trattamento.
La Terapia Chelante si avvale dell’infusione per via endovenosa di EDTA (acido etilen-diamino-tetracetico), vitamine, aminoacidi e minerali quali il magnesio, il potassio ed altri, secondo la necessità specifica del caso.
Questa terapia non è stata ancora ufficialmente approvata nel nostro
paese per la cura specifica delle malattie cardiovascolari. L’uso
dell’EDTA per infusione, è universalmente e scientificamente
riconosciuto per la cura delle intossicazioni da piombo, minerali
tossici, da digitale e nella ipercalcemia. In questi casi, l’uso
dell’EDTA risulta essere la terapia di elezione.
Nel 1950, per la prima volta, fu usata per la cura specifica di lavoratori intossicati dal piombo. Si rilevò, statisticamente, che molti di questi lavoratori, i quali erano anche affetti da angina pectoris (dolore retrosternale di origine cardiovascolare), ebbero un beneficio anche sui sintomi della malattia vascolare.
Poiché l’evento clinico aveva rilievo scientificamente significativo, molti studiosi del settore, cominciarono ad usare questo trattamento (la chelazione con EDTA) per la cura e la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Pertanto, al fine di poter esprimere un sereno consenso circa l’accettazione di questo trattamento, si spiegheranno di seguito i principi e la natura del trattamento stesso.
L’EDTA, è una sostanza chimica che rimuove i metalli indesiderabili, attraverso la chelazione (legame elettrochimico) dai liquidi o tessuti con i quali viene a contatto. Alcuni metalli, quali piombo, mercurio e cadmio, risultano essere tossici per l’organismo se i loro livelli eccedono la norma. La Terapia Chelante si basa sul principio che tutti i metalli, se in eccesso, risultano essere tossici per la salute dell’individuo. Infatti L’EDTA normalizza la distribuzione di molti elementi metallici nell’organismo, riduce il metabolismo del calcio e del colesterolo mediante l’eliminazione dei loro cataboliti (prodotti chimici finali) che risultano essere la causa della loro tossicità per il danno che consegue alle membrane cellulari, con un rischio terapeutico accettabile.
La terapia chelante è applicata al fine di ridurre l’indurimento delle arterie, meglio conosciuta come arteriosclerosi. Questa malattia risulta essere causata da molteplici fattori, tra i quali appunto, l’accumulo abnorme di metalli.
L’arteriosclerosi risulta poi essere, a sua volta, la causa principale degli accidenti vascolari: infarto del miocardio, ischemia cerebrale, insufficienza vascolare periferica.
Le alternative alla Terapia Chelante possono essere di seguito raggruppate:
- Con finalità preventive – modifica dello stile di vita, dell’alimentazione e dell’attività fisica; allontanamento dalle fonti d’inquinamento ambientale o da stress psico-fisico;
- Con finalità terapeutiche nei casi di stenosi arteriosa (restringimento del lume vasale) – medica: attraverso l’uso di preparati antiaggreganti piastrinici, antitrombotici, vasoattivi; chirurgica: attraverso l’intervento di by-pass o rimodellamento con guaina sintetica del lume vasale colpito della stenosi (angioplastica+stent).
A tutt’oggi in tutto il mondo, U.S.A. in testa, sono state effettuate milioni di infusioni con EDTA.
La Terapia Chelante è il trattamento di scelta per la rimozione dei metalli tossici e per la prevenzione dei danni da radicali liberi da loro provocato.
Questo trattamento è una delle migliori possibilità per il rallentamento del processo di invecchiamento cellulare.
1. Trattamento Classico
Questo trattamento trova un’indicazione nei soggetti i quali, oltre
che di un sovraccarico da minerali tossici, già soffrono di una
sintomatologia legata a lesioni vascolari maggiori non operabili, quali
stenosi od ostruzioni multiple dei vasi centrali o periferici od abbiano
già subito interventi di rivascolarizzazione nei vari distretti.
Tutte le patologie legate ad un aumento dei radicali liberi, possono
beneficiare del trattamento. Le sedute durano mediamente da 1,5 a 3 ore,
secondo i casi.
Durante l’infusione si può leggere o fare conversazione o, se si
preferisce, dormire, mentre si sta seduti in una comoda poltrona. è
preferibile non scrivere, soprattutto con il braccio interessato dalla
flebo, in quanto questo deve restare il più possibile immobile. Se
necessario ci si può muovere nella stanza o anche uscire per andare alla
toilette, l’importante è mantenere sempre la bottiglia della flebo
sopra la testa ed il braccio con l’ago verso il basso.
Occorrerà prelevare un piccolo campione di urine o di sangue prima di
iniziare i trattamenti endovenosi, in modo tale che si possano fare dei
controlli le volte successive.
è importante, prima di iniziare il trattamento, fare un breve ma ricco
pasto, evitando latte e derivati, oppure portarsi un sostanzioso
spuntino. Durante il trattamento, anche se si è mangiato, è
consigliabile sgranocchiare qualcosa. Nei fumatori, la Terapia Chelante
non è totalmente efficace sulla microcircolazione; pertanto, per
ottenere il massimo del risultato, è indispensabile non fumare per tutto
il periodo del trattamento.
La Terapia Chelante, va effettuata 1 o 2 volte la settimana, raramente
di più, a meno che non ci sia una necrosi dei tessuti degli arti
inferiori o un’angina severa. In realtà, è più utile, in vista del
risultato finale, prolungare il periodo di trattamento. Questo permette
di poter cambiare le proprie abitudini alimentari e lo stile di vita.
Tali correzioni, richiedo anche un follow-up a lungo termine.
Un ciclo di terapia consiste, abitualmente in 20-30 infusioni, alle
quali possono seguire, richiami mensili. In casi particolari possono
essere necessari ulteriori cicli di richiamo o un prolungamento del
primo ciclo.
2. Trattamento Rapido
Il trattamento endovenoso rapido dura da 10 a 20 minuti ed è indicato
per il trattamento da sovraccarico di minerali tossici rilevati con il
mineralogramma sul capello o con l’esame delle urine.
è fondamentalmente un trattamento di prevenzione, pertanto
soggettivamente si percepirà solo una sensazione di benessere e di
aumento di tono se non sono presenti dei sintomi specifici da
intossicazione cronica quali, per esempio, anemia cronica refrattaria ai
trattamenti abituali, dolori e stanchezza muscolari, stato di “fatica
cronica”, insonnia, etc… Un soggetto che ha già una sintomatologia
importante, quale per esempio la claudicatio degli arti inferiori od una
angina pectoris potrà invece, durante il trattamento classico, notare
un aumento della propria autonomia deambulatoria.
3. Trattamento Orale
La terapia orale con EDTA da sola è poco efficace, pertanto, viene
potenziata con l’associazione nello stesso prodotto di altri aminoacidi e
sostanze naturali chelanti, può essere considerata un terapia chelante
“morbida” con una buona compliance per il paziente (una-due assunzioni
die) e le cui indicazioni principali sono:
trattamento complementare durante la terapia endovenosa con EDTA;
terapia di mantenimento dopo terapia chelante endovenosa con EDTA;
trattamento omologo della terapia chelante endovenosa nei soggetti che la rifiutano;
prevenzione a lungo termine dell’intossicazione da inquinanti ambientali.
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