UN DISCORSO DA PAPA. Rivelato l’intervento di Bergoglio in aula prima dell’elezione. Da Cuba il manoscritto originale
Papa Francesco, sorridente, che appoggia entrambe le mani sulle
spalle del cardinale Ortega y Alamino. L’immagine affianca, nel sito
ufficiale dei vescovi cubani, la notizia dell’appunto manoscritto
consegnato da Bergoglio al confratello durante una delle congregazioni
generali che hanno preceduto la sua elezione a Papa. La notizia e il
documento originale sono state anticipate da Palabra Nueva,
pubblicazione dell’Arcidiocesi di l’Avana, assieme alla trascrizione del
suo contenuto. La rivista rivela che lo stesso Ortega ha chiesto a
Bergoglio una copia dell’intervento pronunciato, con cui ha detto “di
coincidere”, per portarla con se e conservarla. Il giorno dopo il
porporato cubano l’ha ricevuta dalle mani di Bergoglio, che ha anche
autorizzato la diffusione del testo, permesso che papa Francesco ha poi
ratificato nel saluto al confratello dopo l’elezione.
Le due pagine e il loro contenuto sono ora note a tutti. La
calligrafia sottile e fitta di Bergoglio, ricca di sottolineature, che
risale leggermente da sinistra verso l’alto, è ben leggibile e
comprensibile. I due fogli manoscritti sono contrassegnati da quattro
punti, nei quali Bergoglio ha voluto esprimere la sua visione della
Chiesa e del suo compito nel mondo. A modo di premessa si legge che
“L’evangelizzazione è la ragione d’essere della Chiesa”. Frase sotto cui
è annotata una citazione di Paolo VI: “La dolce e confortante gioia di
evangelizzare”. Nel primo punto Bergoglio annota che “La chiesa è
chiamata ad uscire da se stessa ed andare verso le periferie, non solo
geografiche, ma anche esistenziali: quelle del mistero del peccato, del
dolore, dell’ingiustizia, dell’ignoranza e dell’indifferenza religiosa,
quelle del pensiero e di ogni miseria”. Il secondo punto è sulla Chiesa:
“Quando la Chiesa non esce da se stessa per evangelizzare diventa
autoreferenziale e s’ammala (cfr.: la donna piegata su se stessa del
Vangelo). I mali che nel tempo infettano le istituzioni ecclesiali hanno
radice nell’autoreferenzialità, una sorta di narcisismo teologico”. Il
terzo punto dell’intervento evidenzia un pericolo già richiamato
dall’arcivescovo di Buenos Aires: “Quando la Chiesa è autoreferenziale,
crede, senza accorgersene, di avere luce propria; cessa di essere minsterium lunae
e dà luogo a questo male tanto grave che è la mondanità spirituale”.
Tra parentesi Bergoglio annota un riferimento a De Lubac, “secondo il
quale è il male peggiore in cui la Chiesa può incorrere”. Il quarto
punto della bozza dell’intervento di Bergoglio nella plenaria che ha
preceduto l’inizio del conclave fa riferimento al nuovo Papa e a come
avrebbe dovuto essere: “un uomo che dalla contemplazione di Gesù Cristo e
dalla sua adorazione aiuti la Chiesa ad uscire da sé stessa ed andare
verso le periferie esistenziali, che la aiuti ad essere la madre feconda
che vive della “dolce e confortante gioia di evangelizzare”.
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