«Un bambino non è un progetto né un oggetto, ma una persona».
Intellettuali (laici e di sinistra) contro Hollande
aprile 26, 2013
Redazione
Non solo la gente comune della
Manifestazione per tutti, in Francia sono numerose le voci che esprimono
perplessità sulla legge sulle nozze gay approvata dal governo Hollande
Non solo la gente comune della Manifestazione per tutti, in Francia sono numerosi anche gli intellettuali (laici) che hanno grandi perplessità sulla legge approvata dal governo Hollande a proposito di matrimonio e adozioni omosessuali. Ne dà conto oggi da Parigi il corrispondente di Avvenire Daniele Zappalà che racconta di un ampio e variegato gruppo di pensatori – anche di sinistra – che esprime più di un dubbio sull’operato dei socialisti
UNA QUESTIONE DI GRAMMATICA. «Si prenda il brillante romanziere e saggista Jean d’Ormesson – scrive Avvenire -, da anni il più popolare fra gli “immortali” che siedono all’Accademia di Francia. Dopo aver spiegato la propria opposizione soprattutto alle adozioni omosessuali, lo scrittore si è scagliato così contro lo slogan più martellato dai socialisti: “Il dibattito sul matrimonio omosessuale non è una questione di morale, ma una questione di grammatica, dato che l’espressione “matrimonio per tutti” è una formula assurda». Così come «il noto filosofo Yves-Charles Zarka ha invece interpretato il progetto Taubira (il ministro che ha portato avanti la legge, ndr) come una spia rossa per l’intero Paese. La Francia starebbe entrando nel novero delle nazioni che “non sono più delle società d’individui che hanno legami oggettivi, ma delle società d’individui ripiegati su loro stessi, che si definiscono unicamente attraverso i propri desideri individuali diversi, cangianti e scostanti, e che vivono ciò che resiste ai loro desideri come dei vincoli esterni insopportabili”».
BAMBINI COME OGGETTI. Anche Aldo Naouri, pediatra celebre per i suoi saggi sulle relazioni familiari, ha scritto che: «Il bambino soffre oggi della condizione di oggetto di consumo», ha scritto, pienamente convinto che l’applicazione del progetto Taubira «accentuerebbe questa condizione». E «un collettivo di 20 noti filosofi, sociologi, psichiatri e psicanalisti ha pubblicato su Le Monde un intervento intitolato “Non si toccano papà e mamma”, in cui si legge: «Il matrimonio per tutti è una lotta democratica contro la discriminazione e le disuguaglianze? Si tratta invece piuttosto di annullare la differenza dei sessi nei libretti di famiglia e nel codice civile. La nascita di tutti i bambini ne risulterà sconvolta».
Zappalà continua nel suo elenco citando la romanziera Eliette Abecassis, secondo cui «il bambino, soggetto di diritto, diventa un oggetto di diritto: la legge l’istituzionalizza. I diritti e l’interesse superiore del bambino sono così sacrificati a favore dell’interesse degli adulti, i soli ad aver voce in capitolo, nel realizzare il loro “progetto” di figlio. Ora, un bambino non è un “oggetto”, né un “progetto”, ma una persona».
FABBRICAZIONE E MERCATO. E 170 prestigiosi docenti universitari di materie legate al diritto hanno mosso all’esecutivo socialista pesanti critiche: «Che lo si voglia o no, il desiderio di un figlio delle persone dello stesso sesso passa attraverso la fabbricazione di bambini, che saranno in seguito adottabili, attraverso l’inseminazione artificiale per le donne, o una gravidanza surrogata per gli uomini. Il progetto di legge organizza dunque un mercato dei bambini, poiché lo suppone e lo garantisce. Allo stadio attuale, questo testo invita ad andare a fabbricare bambini all’estero, il che è già inaccettabile, in attesa di denunciare l’ingiustizia della selezione tramite il denaro, per organizzare il mercato dei bambini in Francia».
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