Da Bonaria a Buenos Aires, tira sempre Buona Aria. La storia della Madonna di Bonaria. La fantastica storia di come arrivò in Sardegna e da lì “alla fine del mondo”, al di là dei mari.
Protettrice dei naviganti, quindi anche di quelli della rete.
In omaggio al nostro nuovo papa Francesco e alle sue origini, vi racconto come nacque la città di Buenos Aires.
Tra storia e tradizione, una vicenda affascinante e misteriosa che lega
ancor di più la nostra terra al papa che arriva “dalla fine del mondo”.
Quest’aria malsana si cambierà in Buona Aria
Il colle di Bonaria è situato a sud-est di Cagliari. Il nome deriva dallo spagnolo buen aire, buona aria,
dalla
collina non si respirava l’aria malsana delle paludi malariche più a
ovest. Nel 1324 il re Alfonso di Aragona vi pose il suo accampamento,
per conquistare la città di Cagliari e vi fece costruire un castello
fortificato e una chiesa. Nel 1335 il re fece donazione della chiesa ai
frati dell’Ordine di Nostra Signora della Mercede per costruirvi un
convento, che ancora abitano. L’Ordine di N.S. della Mercede fu fondato
in Spagna, a Barcellona, nel 1218 da S.Pietro Nolasco per liberare i
cristiani schiavi. Si dice che uno dei frati, il beato Carlo Catalano
guardando verso il mare dicesse “di laggiù verrà la Regina e quest’aria
malsana si cambierà in Buon’Aria”. Da quel momento tutti l’aspettarono.
Ed ecco come arrivò.
Un processo canonico del 1592 sancisce la storia quasi leggendaria della Madonna di Bonaria
Marzo
1370. Un mercantile salpa dalla Spagna verso la penisola italica. La
navigazione si prospetta tranquilla, ma all’improvviso si scatena una
paurosa tempesta. La situazione si fa drammatica e l’equipaggio capisce
di non avere più speranze. Il capitano, per alleggerire la nave, ordina
di gettare in mare ogni cosa nella speranza di poter salvare almeno la
vita degli uomini dell’equipaggio. Rimangono a bordo solo l’equipaggio e
i viaggiatori.
All’improvviso
la tempesta si placa, le nubi di diradano e ricompare il sole. Pieni di
sollievo per il pericolo scampato, i marinai, guardando verso il mare,
si accorgono che di tutta la merce gettata in mare solo una enorme cassa
galleggia: nessuno sa che cosa contenga o a chi appartenga.
Incuriositi, cercano di recuperarla. Non ci riescono. Il capitano cerca
di rimettersi in rotta, ma inutilmente: la nave segue misteriosamente
quella grossa cassa che, dopo qualche tempo, approda dolcemente sulla
spiaggia antistante il piccolo borgo di Bonaria, ai piedi del convento
dei Frati Mercedari. Scesi a terra, i marinai cercano di aprire la
misteriosa cassa, ma non ci riescono. Tentano di spostarla, ma risulta
impossibile per l’enorme peso. Anche la gente accorsa dal borgo sulla
riva guarda incuriosita. La notizia ben presto si diffonde e da ogni
parte della vicina città di Cagliari (Caller) sopraggiungono anche
l’arcivescovo Bernardo, il vicerè Alberto Satrillas e altre autorità
cittadine. Tutti sono sgomenti e non sanno cha fare davanti a quella
cassa; ma a un certo punto si leva dalla folla una voce infantile che
invitava la gente a chiamare i frati del vicino convento. I religiosi
accorrono prontamente e, con molta facilità, aprono la cassa: agli occhi
increduli di tutti appare una bellissima statua della Madonna con il
Bambino e con una candela accesa in mano.
Una
volta approdato a Cagliari, il bel simulacro doveva essere
adeguatamente ospitato e ci si chiese dove esso meritasse di essere
collocato: si pensò di portarlo nella Cattedrale, chiesa madre della
città; i frati si opposero, sostenuti da tutta la popolazione e
portarono la statua nel convento. Si pensò di collocarla in una cappella
laterale, poiché l’altare maggiore era già occupato da un’altra
prodigiosa statua, la Madonna del Miracolo. La statua della Vergine fu
dunque collocata in una cappella laterale, ma il mattino seguente, i
religiosi videro che le due statue si erano scambiate di posto. La
Madonna venuta dal mare era sull’altare maggiore. Pensarono che qualcuno
avesse voluto onorare nascostamente, durante la notte, il nuovo
simulacro miracoloso, e rimisero le statue al loro posto. Il mattino
seguente verificarono lo stesso spostamento. La terza notte decisero di
vegliare per impedire che qualcuno effettuasse quello spostamento, ma,
senza che riuscissero a rendersene conto, la Madonna venuta dal mare si
spostò ancora una volta sull’altare maggiore. Era chiaro che la nuova
venuta voleva essere onorata come regina del Santuario; perciò i
religiosi la lasciarono nel posto che Essa stessa si era scelta. Da
allora viene venerata come Nostra Signora di Bonaria, proclamata nel
1908 da San Pio X patrona massima della Sardegna. Come lui anche i successori le hanno reso omaggio.
Qui riporto i discorsi fatti dagli ultimi papi durante le loro visite
Paolo VI 24 aprile 1970
Giovanni Paolo II 20 ottobre 1985
Un’ovazione accoglie il tedesco papa Benedetto XVI quando pronuncia queste parole in sardo. “Sa Mama, Fiza, Isposa de su Segnore”, come amate cantare. Nell’omelia del 7 settembre 2008 per il centenario della proclamazione della Madonna di Bonaria a patrona della Sardegna.
Una
bella descrizione tratta dalla rete. Il Simulacro della Vergine e del
Bambino, è stato ricavato da un unico pezzo di legno di carrubo, ( l’ultimo restauro del 2010 ha stabilito che si tratta di ontano),
misura un metro e 56 centimetri di altezza.
“Ha il capo scoperto con la
lunga chioma, senza inviluppi, sparsa maestosamente sugli omeri.
L’angelico sembiante è di color naturale tendente al bruno, di esatte
proporzioni, maestosa ad un tempo ed amorevole. Dal collo fino ai piedi
veste un’ampia e lunga tunica cremisi, da cui spunta appena il piede
destro, bellamente dipinta, quasi broccatelle d’oro, e strette ai
fianchi da una elegante e ricamata cintura.
La copre un gran manto
azzurro con i risalti di squisito lavorio a fiori dorati che, affibbiato
al petto, ripiegasi dal braccio destro sotto il sinistro con molta
grazia. Sporge dal manto la mano destra col braccio alquanto disteso; ed
il pollice è ravvicinato alle altre dita riunite quasi in atto di
sostenere una candela. Colla sinistra sostiene il Bambino di pari
bellezza e nudo, il quale ha i capellialquanto ricciuti e discriminati sulla fronte, porta nella sinistra un globo, e colla destra è in atto di benedire”.
Da Bonaria (Cagliari) a Buenos Aires, è sempre Buona Aria. Come Nostra Signora di Bonaria arrivò “quasi alla fine del mondo”
La
devozione dei navigatori spagnoli nei confronti della Madonna di
Bonaria è tale che, il 2 febbraio 1536, Don Pedro de Mendoza fonda il
primo insediamento di quella che sarebbe diventata la città di Buenos
Aires, dedicandole il nome, che viene definitivamente sancito l’11
giugno 1580, quando Juan de Garay rifonda la città, precedentemente
distrutta, battezzandola con il nome di
Ciudad de la Santísima Trinidad en el puerto de Santa María del Buen Aire. La città oggi chiamata Buenos Aires
La
Madonna di Bonaria è arrivata alla fine del mondo.
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