LA PAROLA DELLA CHIESA SU MEDJUGORJE
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LA PAROLA DELLA CHIESA SU MEDJUGORJE
Novità per Medjugorje. Venerdì scorso ha ufficialmente concluso i suoi lavori la Commissione internazionale di inchiesta,
istituita da Benedetto XVI e presieduta dal cardinale Camillo Ruini,
sulle apparizioni della Madonna iniziate nel 1981.
I risultati dello studio di questa Commissione, che ha interrogato i
protagonisti e molti testimoni, sono adesso nelle mani della
Congregazione per la dottrina della fede.
Ci sarà un pronunciamento? Forse. Ma cosa c’è da aspettarsi?
IL CRITERIO DI GESU’
Dovrebbero essere del tutto improbabili sia una bocciatura che condanni
il fenomeno Medjugorje come una truffa da cui guardarsi; sia un
riconoscimento ufficiale della soprannaturalità delle apparizioni, che
non può essere fatto finché il caso è in svolgimento.
La prima ipotesi è da escludere per una miriade di motivi che sono
sintetizzati nel criterio di giudizio fornito da Gesù stesso nel
Vangelo: “non c’è albero buono che dia frutti cattivi, né albero cattivo
che dia frutti buoni. Ogni albero si riconosce dai suoi frutti” (Lc 6,
43-44).
I frutti di Medjugorje sono straordinari.
Questo fenomeno – come ebbe a dire Vittorio Messori – rappresenta “il
maggior movimento di masse cattoliche del postconcilio”. E soprattutto
il maggior movimento di conversione di massa, perché da più di
trent’anni lì si verificano miriadi di conversioni: tanti tornano alla
fede, ai sacramenti, alla preghiera e alla penitenza, in un mondo che
invece ha imboccato velocemente la china opposta, quella
dell’anticristianesimo accanito.
A Medjugorje si torna alla fede della Chiesa, perfettamente ortodossa,
fedele al Papa e ai vescovi. Un fatto molto significativo se si
considera che sono dilagate, nel postconcilio, dottrine eretiche,
disobbedienza e resa alle ideologie, non solo fra i fedeli, ma anche fra
teologi ed ecclesiastici (provocando apostasia, abbandoni di massa del
sacerdozio, scismi chiassosi e silenziosi).
Il miracolo delle tantissime conversioni è stato accompagnato anche –
come nei Vangeli e in tutte le grandi apparizioni – da segni
straordinari, come le tante guarigioni inspiegabili dal punto di vista
della medicina, le quali forniscono l’evidenza della presenza della
Madonna.
Anche di recente un italiano di 37 anni, Cristian, sposato e con due
figli, ammalato di Sla dal 2008, arrivato da Cosenza a Medjugorje il 22
settembre in pellegrinaggio, immobilizzato su una sedia a rotelle, alla
collina delle apparizioni ha ricominciato a camminare e ora sta tornano
alla vita normale. Sono in corso tutte le verifiche scientifiche e i
medici sono sbalorditi perché è noto che dalla Sla non è umanamente
possibile guarire.
Un altro segno nel segno, della bontà di Medjugorje, è rappresentato
dalla quantità di vocazioni che proprio da lì sono fiorite. Anche in
questo caso in controtendenza rispetto a quanto accade dovunque.
Il movimento di evangelizzazione che è nato dalle apparizioni di
Medjugorje peraltro si diffonde con tantissimi gruppi di preghiera in
tutto il globo e anche con nuovi sistemi missionari che hanno una forte
incidenza fra la gente: basti pensare al fenomeno rappresentato in
Italia da “Radio Maria”, che è forse il mezzo di evangelizzazione (e di
formazione cristiana) più efficace e capillare nel nostro Paese (e
“Radio Maria” è ormai arrivata in altri settanta Paesi del mondo).
IL GIUDIZIO DI WOJTYLA
Non a caso Giovanni Paolo II, che era personalmente un convinto
sostenitore di queste apparizioni, arrivò a dire: “Medjugorje è il
centro spirituale del mondo”.
Il 24 novembre 1993, ricevendo i vescovi dell’Oceano Indiano e poi
conversando con loro a cena, il Pontefice – a proposito dei messaggi
della Madonna a Medjugorje - disse: “Questi messaggi sono la chiave per
comprendere ciò che avviene e ciò che avverrà nel mondo”.
Naturalmente papa Wojtyla non volle forzare le tappe. Anche perché la
Chiesa non può riconoscere l’autenticità di un fatto soprannaturale
mentre è ancora in corso.
Le apparizioni infatti continuano ancora e questo è il principale motivo
per cui non c’è assolutamente da attendersi che la Chiesa riconosca
oggi ufficialmente Medjugorje.
Oltretutto per la dottrina della Chiesa anche apparizioni riconosciute
come Lourdes o Fatima sono proposte ai credenti come aiuto alla fede, ma
non sono vincolanti. Non è obbligatorio per un cattolico credervi.
La rivelazione cristiana infatti si è conclusa con la morte dell’ultimo
apostolo e tutti gli avvenimenti soprannaturali che, nel corso dei
secoli, hanno “mostrato” la permanente presenza di Gesù Cristo vivo e
operante fra i suoi, nella Chiesa, aiutano la fede, fanno “toccare con
mano”, ma non aggiungono nulla alla rivelazione.
IL PRECEDENTE
Dunque cosa c’è da attendersi dall’eventuale pronunciamento della
Congregazione per la dottrina della fede? Probabilmente una posizione
attendista, simile a quella che assunsero, con la dichiarazione di Zara
del 10 aprile 1991, i vescovi della ex Jugoslavia.
Questa fu la formula che usarono: “Sulla base delle indagini finora
condotte, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di
rivelazioni soprannaturali”.
Diversamente da ciò che potrebbe sembrare, questa formula (“finora non è
possibile affermare che si tratti di apparizioni”) non era affatto una
bocciatura: lo sarebbe stata se invece i vescovi avessero dichiarato:
“affermiamo che non si tratta di apparizioni soprannaturali”. Se
avessero cioè usato la formula “consta della non soprannaturalità delle
apparizioni di Medjugorje” (quella che era sostenuta dal vescovo di
Mostar).
Invece la formula usata nel 1991 è una posizione di attesa, che – come
disse il cardinal Bertone, segretario di Stato di Benedetto XVI -
“lascia la porta aperta a future indagini. La verifica deve perciò
andare avanti”.
In effetti i fedeli non furono diffidati dal recarsi a Medjugorje e dal
seguire i messaggi della Madonna e c’è da star sicuri che se questi
contenessero qualcosa di pericoloso per la fede, la Chiesa sarebbe
subito intervenuta con un fermo divieto. Il silenzio della Chiesa è
insomma un tacito consenso alla devozione.
TEMPI ECCEZIONALI
Quello che c’è da aspettarsi – e che in parte è già accaduto con un
recente documento della Congregazione per la dottrina della fede – è
semmai una regolazione di questa devozione popolare.
Non sono ammesse quelle manifestazioni – come le apparizioni ai veggenti
di Medjugorje in chiese o cattedrali - che sottintendono una già
avvenuta approvazione ufficiale da parte della Chiesa.
Ma questo è un comprensibile e salutare principio di ordine il cui
effetto probabilmente sarà quello di convogliare più pellegrini a
Medjugorje come centro di preghiera e santuario mariano.
In fin dei conti, trattandosi di una parrocchia della Chiesa cattolica,
tutto resta sempre ben sicuro sotto il manto e lo sguardo materno della
Chiesa.
Dunque, alla fine, siamo davanti al fatto nudo e crudo: le apparizioni
della Madonna che proseguono tuttora, da più di trent’anni, e chiamano
alla conversione per salvare il mondo e l’umanità da una rovina
temporale e dalla rovina eterna.
La durata delle apparizioni non è straordinaria in sé perché a Laus la
Madonna apparve alla pastorella Benedetta Rencurel dal 1664 al 1718,
quindi per 54 anni (tali apparizioni sono state riconosciute
dall’autorità ecclesiastica nel 2008 e questo la dice lunga sui tempi
della Chiesa).
Ma nel caso di Medjugorje sono apparizioni pubbliche, con messaggi
pubblici rivolti ai cristiani e all’intera umanità. Non essendo mai
accaduto un fatto smile in duemila anni di storia della Chiesa, c’è da
ritenere che se ciò si verifica oggi è perché i tempi richiedono un
intervento straordinario del Cielo.
D’altronde a Medjugorje la Madonna ha dichiarato di essere venuta per
compiere ciò che aveva iniziato a Fatima, con la sua grande profezia
sulla tragedia del XX secolo.
Lo scrittore Paul Claudel già definì Fatima “il più importante evento
religioso del secolo”. Se si lega a Medjugorje siamo davanti a un
mistero straordinario che riguarda il nostro tempo.
Antonio Socci
Da “Libero”, 19 gennaio 2014
www.antoniosocci.com
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