La logica del pesce spada
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Temo che questa nobile pratica
sia ormai caduta in disuso, ma prima di chiedermi perché, prima di
cedere alla tentazione della caccia al colpevole, voglio capirne il
senso, scoprirne la ragione.
Perché per secoli gli uomini
hanno ritenuto più importante salvare la compagna o la prole che la
pelle? È la logica del pesce spada. Lo sanno bene i pescatori che hanno
imparato che devono colpire prima la femmina (il pesce spada nuota in
coppia), perché se colpiscono il maschio la femmina se la da a gambe,
mentre se colpiscono la femmina il maschio resta la nel tentativo di un
salvataggio disperato.
Prima le donne e i bambini,
perché il maschio vive per loro, perché senza di loro sa bene che la
sua vita non ha senso. E infatti mi è capitato assai spesso di notare
che dopo un divorzio le femmine mantengono in genere una dignità, anzi a
volte sembrano quasi tornare alla vita, mentre spesso i maschi si
lasciano andare alla depressione (appena velata a volte da un’euforia
falsa).
Prima le donne e i bambini
perché senza di loro il mondo è di una bruttezza e di una inutilità
sconcertante. Le donne rendono bello il mondo, i bambini ne danno lo
scopo, il perché.
Deve essere per questo che il
mondo sta diventando sempre più brutto e inutile, perché le donne son
sempre meno femminili e i bambini sempre più rari.
È questo che mi spaventa della
cultura gay, non una considerazione etica, morale o religiosa, no, ma
qualcosa di più primitivo, più viscerale, qualcosa che fa ribellare il
pesce spada in me. Il mondo gay è un mondo senza donne, ergo un mondo
brutto ed inutile, per il quale non vale la pena di morire.È l’estetica a
ribellarsi innanzitutto, la poesia.
Da sempre gli uomini cantano
di due cose: delle donne della guerra (potremmo metterci anche Dio, ma
ci porterebbe troppo lontano). Della guerra non si può più cantare già
da tanto tempo, per quanto è diventata disumana, se non si può più
nemmeno cantar di donne, di cosa canteremo?
…per il bene degli uomini nelle cose di Dio…
don Fabio Bartoli, prete
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