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sabato 18 aprile 2020

Ameto



[...] questa bella struttura, la terra, mi sembra un promontorio senza vita; questo stupendo baldacchino, il cielo. questa splendida volta, il firmamento, questo tetto maestoso, ingemmato di fuochi d'oro... ebbene, per me non è nient‘altro che un odiato pestilenziale ammasso di vapori. Che sublime capolavoro è l’uomo! Quanto nobile nella sua ragione! Quanto infinito nelle sue risorse! Quanto espressivo nelle sue movenze. mirabile: un angelo negli atti, un dio nell‘intelletto! La bellezza dell’universo mondo! La perfezione del regno animale! Eppure che cos'è agli occhi miei, questa quintessenza di polvere ‘?

Curiosamente ho sentito citare questo passo come esempio di pessimismo, quando è forse il più ottimista della storia della letteratura. È l’espressione assoluta della verità della fede di Amleto; della sua fede nel fatto che il mondo, per quanto egli non sappia vederne la bontà, è buono. La sua fede nel fatto che l’uomo, per quanto egli non sappia vederlo come l’immagine di Dio, di certo è l’immagine di Dio. L‘uomo moderno, proprio come la modema interpretazione di Amleto, crede solo negli stati d‘animo, negli umori ma il vero Amleto, come la Chiesa cattolica. crede nella ragione. Molti ottimisti hanno lodato l’uomo quando si sentivano dell’umore giusto per lodarlo: solo Amleto ha lodato l'uomo quando sentiva di disprezzarlo come una scimmia nel fango. Molti poeti, come Shelley e Whitman, sono Stati ottimisti quando si sentivano ottimisti: solo Shakespeare è stato capace di essere ottimista quando si sentiva pessimista. Questa è la definizione di fede.

 La fede è quello che sopravvive a uno stato d'animo. E Amleto la possiede dal primo all‘ultimo verso. 
Chesterton 

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