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sabato 18 aprile 2020

CHININA NATURALE

CHININA NATURALE E ARTEMISININA COME ALTERNATIVA PREVENTIVA AL PLAQUENIL-IDROSSICLOROCHINA: SCOPRIAMO LA VERSIONE NATURALE AL FARMACO, UTILE A SCOPO PREVENTIVO CONTRO IL COVID-19!

Il famoso farmaco #plaquenil, famoso lo è ridiventato ultimamente grazie all'impiego nel trattamento contro il #covid19 (sia preventivo che terapeutico), a base di idrossiclorochina deriva da un composto naturale, una sostanza contenuta nella corteccia di una pianta, chiamata china e da centinaia di anni utilizzata contro malaria e stati influenzali gravi.
Sulle Ande cresce una pianta appartenente alla famiglia delle Rubiacee, la Cinchona, di cui esistono oltre 25 specie per lo più conosciute col nome di china, sostanza terapeutica contenuta nella corteccia (ed estratta solo da piante tra i 15 e i 25 anni).
Il nome ufficializzato da Linneo e datole dall'astronomo Carlo Maria de la Condamine, deriva da Ana de Osorio, contessa di Cinchon e moglie del vicerè del Perù, che secondo la leggenda l'ebbe in dono dal governatore di Loxa e la utilizzò per guarire da febbri malariche.
Da allora, cioè dal 1639 ca, la corteccia di china è utilizzata in ambito medico e importata dai paesi produttori.
Nel 1895 una legge affidò al monopolio la produzione di #chinino di stato, produzione, distribuzione e vendita che durarono fino agli anni '50.

Il chinino era fino a poco decenni or sono tra i farmaci antipiretici e antinfiammatori più utilizzati per via del suo vasto spettro d'azione; non solo, il chinino permetteva anche a chi abitava lontano da farmacie e grossi centri urbani di poterlo avere semplicemente entrando in un Sali Tabacchi.
Tra il 1920 e il 1940 furono isolati i principali alcaloidi della corteccia di #china e fu tentato anche di ricrearli sinteticamente il laboratorio, ma la spesa era maggiore rispetto all'estrazione dalla sostanza naturale.
Durante la seconda guerra mondiale, in Africa, le truppe tedesche e italiane erano provviste di clorochina. Le truppe americane e inglesi avevano invece a disposizione la chinina naturale.
In Vietnam alcuni ceppi del plasmodio della malaria divennero resistenti alla sola chinina, sarebbe stato necessario abbinarvi clorochina, che non era disponibile; ma anche l'abbinamento alla clorochina generava casi di resistenza.
Fu così che il premio Nobel-2015 per la Medicina, la dottssa Tu YouYou, nel 1969, iniziando lo studio sulle erbe medicinali cinesi, scoprì il forte potere antimalarico della #artemisinina, alcaloide dell'#assenzio dolce, la famosa, in abito oncologico, #artemisia annua. 
Sia la cellula cancerosa, infatti, che il parassita della malaria, sfruttano il ferro (la cellula cancerosa per riprodursi, il parassita lo utilizza raccogliendone le concentrazioni come si metabolizza emoglobina nel sangue) accumulandone ben fino a 1000 volte quello presente nelle cellule normali. Questa morte cellulare indotta dalla artemisinina è detta ferroptosi ferro-dipendente.
NON SOLO (e qui ne capiremo l'importanza dell'impiego come anti-covid19): l'artemisinina è un potente antinfiammatorio e un altrettanto efficace antivirale.
L'artemisinina, infatti, inibisce l'attività del principale fattore infiammatorio che genera la cascata citochinica favorente la polmonite interstiziale e i gravi sintomi del covid19, l'interleuchina6, la stessa interleuchina su cui agiscono i farmaci utilizzati con successo nel trattamento del covid19, #Tocilizumab e, guarda caso, proprio anche la clorochina (paquenil).

Torniamo al paquenil-clorochina, come può un antimalarico esercitare una così potente azione antivirale? Non solo contrastandone i processi infiammatori, ma esercitando azione antivirale zinco-mediata. 
La clorochina aumenta la concentrazione di zinco nella cellula: lo zinco blocca la RNA polimerasi dipendente, enzima chiave per la proliferazione virale che permette al virus di attivare l'infezione!
Con l'aumento di zinco la carica virale si riduce e si verifica un blocco replicativo.

La clorochina è un derivato della chinina ed è molto probabile che tale azione di aumento dello zinco cellulare possa egregiamente svolgerla anche la chinina naturale, che cmq esercita le altre azioni ricercate (vedasi quella antinfiammatoria, antipiretica ecc), pertanto, viste le controindicazioni anche gravi che può causare il farmaco in ambito preventivo, opterei per l'associazione di estratto di china e artemisinina, nel caso ulteriormente potenziabili con funghi e #cannabis (vedasi altri post specifici).

In foto potete veder un valido prodotto erboristico-farmaceutico, quello del dr Martino, a base di china e altri fitoterapici immunostimolanti e antivirali (vedasi #astragalo) e il farmaco omeopatico di china.

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