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venerdì 3 ottobre 2025

 Abbiamo un “Secondo Cuore”  


Il sistema cardiovascolare umano è un sofisticato meccanismo composto da cuore, vasi sanguigni e sangue. Il cuore ha il compito primario di pompare il sangue ossigenato verso i tessuti periferici e di raccogliere quello ricco di anidride carbonica per inviarlo ai polmoni. Tuttavia, il ritorno del sangue venoso dagli arti inferiori al cuore rappresenta una sfida fisiologica significativa, soprattutto a causa della forza di gravità. È in questo contesto che si parla del *polpaccio come “secondo cuore”*, per il suo ruolo determinante nel facilitare il ritorno venoso.


Struttura e funzione del muscolo del polpaccio


Il polpaccio è composto principalmente da due muscoli: il *gastrocnemio* e il *soleo*, che insieme formano il *tricipite surale*. Questi muscoli avvolgono le vene profonde della gamba e, durante la contrazione muscolare, comprimono i vasi sanguigni, *spingendo il sangue verso l’alto*, in direzione del cuore.


Questo meccanismo prende il nome di *pompa muscolare del polpaccio*. Esso è facilitato da un sistema di *valvole unidirezionali* presenti nelle vene, che impediscono al sangue di rifluire verso il basso durante le pause tra una contrazione e l’altra. Durante l’attività fisica, ogni contrazione del muscolo del polpaccio agisce come una spinta propulsiva per il sangue venoso, supportando attivamente il lavoro del cuore.


Il ruolo fisiologico nel ritorno venoso


Il ritorno venoso dagli arti inferiori è fondamentale per mantenere l’equilibrio emodinamico e prevenire fenomeni patologici. In condizioni normali, circa *2/3 del volume sanguigno* totale si trova nel compartimento venoso, e una porzione significativa è localizzata negli arti inferiori. In posizione eretta prolungata o durante l’immobilità, il sangue tende a ristagnare nelle vene delle gambe, aumentando la pressione venosa e favorendo l’insorgenza di edemi.


Quando la funzione della pompa muscolare del polpaccio è compromessa (ad esempio, per inattività, età avanzata, obesità o insufficienza venosa cronica), si può verificare un *deficit nel ritorno venoso*, con conseguente stasi ematica, gonfiore, dolore, e, nei casi più gravi, lo sviluppo di *ulcere venose*.


Implicazioni cliniche e prevenzione


Nel contesto clinico, il rafforzamento della funzione del “secondo cuore” è parte integrante della prevenzione e trattamento di patologie come:

- *Insufficienza venosa cronica*

- *Trombosi venosa profonda*

- *Edemi periferici*

- *Ulcere venose croniche*


Interventi preventivi o riabilitativi comprendono:

- *Esercizi specifici* di contrazione e rilassamento dei muscoli del polpaccio (es. sollevamenti sulle punte dei piedi)

- *Camminate regolari*

- *Uso di calze a compressione graduata*

- *Fisioterapia e linfodrenaggio*


In ambito ospedaliero, nei pazienti allettati o con mobilità ridotta, si utilizzano dispositivi meccanici (come pompe pneumatiche intermittenti) per simulare la contrazione muscolare e prevenire la trombosi venosa.


Conclusioni


Il polpaccio merita l’appellativo di “secondo cuore” per la sua funzione fondamentale nella dinamica circolatoria. Agendo in sinergia con il cuore, i muscoli del polpaccio garantiscono un efficace ritorno del sangue venoso al torace, contribuendo a mantenere la pressione venosa entro limiti fisiologici e prevenendo numerose patologie vascolari.


Promuovere l’attività muscolare del polpaccio non è solo utile per la salute delle gambe, ma rappresenta una strategia preventiva essenziale per la salute cardiovascolare generale.


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