non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che
possiamo decidere
è come disporre del tempo che ci è dato.
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“Ah!”, esclamò Gandalf. “È una lunga storia. Risale ai primordi, su
su fino agli Anni Neri, che solo i dotti e gli eruditi ricordano ancora.
Se ti dovessi raccontare tutta la storia, saremmo ancora seduti qui
quando l’inverno sarà succeduto alla primavera.“Ma ieri sera ti ho parlato di Sauron il Grande, l’Oscuro Signore. Le voci che corrono sono vere: egli s’è messo di nuovo in movimento, abbandonando il suo forte nel Bosco Atro per ritornare ad abitare la vecchia fortezza nella Torre Oscura. È un nome che persino voi Hobbit avete sentito, come un’ombra ai confini delle vecchie storie. Sempre, dopo una disfatta ed una tregua, l’Ombra si trasforma e s’ingigantisce nuovamente”.
“Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni!”, esclamò Frodo.
“Anch’io”, annuì Gandalf, “come d’altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato. E ormai i giorni cominciano ad apparire neri e foschi. Il Nemico sta diventando rapidamente molto forte. I suoi piani sono lungi dall’essere maturi, credo, ma sono già a buon punto. Dovremo lottare con accanimento. Avremmo dovuto farlo anche senza questo terribile evento. Al Nemico manca ancora una cosa che gli possa dare la forza e la scienza necessarie a demolire ogni resistenza, distruggere le ultime difese e far piombare tutte le terre in una seconda oscurità: gli manca un Anello: l’Unico”.
da J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli, Bompiani, Milano, 2004, pp. 87-88
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