IL MISTERO DEL VOLTO RITROVATO
***
Un viso dai tratti inconfondibili, protagonista di leggende e miracoli.
Una storia intricata più dei gialli di Dan Brown. Amato da tutti i popoli,
Cristo stesso ce lo ha lasciato «per futura consolazione degli uomini»
Una storia intricata più dei gialli di Dan Brown. Amato da tutti i popoli,
Cristo stesso ce lo ha lasciato «per futura consolazione degli uomini»
Gli
uomini hanno perduto un volto, un volto irrecuperabile
e
tutti vorrebbero essere quel pellegrino che
a
Roma vede il sudario della Veronica e mormora:
«Gesù
Cristo, Dio mio, Dio vero, così era dunque la
tua
faccia?».
Borges,
L’Artefice
Leggende,
fantasie, o pura realtà? Sono vicende intricate
quelle
legate agli antichi ritratti di Cristo,
autorevoli
modelli di un viso dai tratti inconfondibili,
riconoscibile
lungo tutta la storia, in Occidente
come
in Oriente. Ma da dove nasce l’interesse
diffuso
per il Volto Santo lungo la storia della Chiesa?
Perché
cerchiamo il suo volto? E perché non smettiamo
di
cercarlo dopo averlo trovato? Quale attrattiva suscitano
sul
cuore dell’uomo i suoi tratti inconfondibili?
«Per
rispondere a queste domande ci siamo imbattuti
in
un’intricata storia che attraversa tutti i secoli e i paesi
cristiani.
È la storia di un ritratto di Cristo, acheropita,
cioè
non fatto da mani d’uomo, protagonista di innumerevoli
racconti,
leggende e miracoli. L’obiettivo del
percorso
è quello di conoscere le storie di questi ritratti
con
il desiderio di prendere consapevolezza di cosa abbia
significato
e cosa possa significare per noi questo
dono
che Cristo stesso ci ha lasciato», spiega Raffaella
Zardoni,
principale curatrice della mostra “Il Volto ritrovato.
I
tratti inconfondibili di Cristo” presente nel
padiglione
C5 del Meeting di Rimini.
La
memoria di un’immagine acheropita è evocata
da
due racconti significativi: in Oriente, quello del
Mandylion,
un panno sul quale Gesù avrebbe impresso
la
sua immagine rispondendo al desiderio di Abgar re di
Edessa;
in Occidente, quello del velo con cui Veronica
avrebbe
asciugato il volto di Gesù sulla via del Calvario.
Fonti
letterarie e storiche ricordano poi un altro ritratto
su
stoffa, più antico di questi, che riceve il nome dalla
città
della Cappadocia in cui apparve: Kamoulianai,
Camulia.
L’immagine, portata a Costantinopoli nel
574,
seguirà Giustiniano come labaro nelle campagne
d’Africa
e Persia e a esso saranno attribuite molte delle
vittorie
imperiali. Infine, il Volto Santo di Manoppello
conservato
in un santuario alle pendici della Majella
(Abruzzo),
un ritratto di Cristo, su velo quasi trasparente,
che
non sembra riconducibile ad alcuna tecnica
di
pittura su tessuto (nella foto a destra).
I
quattro acheropiti
«Questi
sono i quattro acheropiti di Cristo di cui si
tratterà
nella mostra, tutti su stoffa e tutti che – secondo
le
fonti – rappresentano il solo volto di Gesù vivo,
con
gli occhi aperti. Altra caratteristica comune è la
misteriosa
apparizione, con relativo periodo di grande
fama
che ne certifica l’esistenza, e la successiva misteriosa
scomparsa
che rende invece molto complessa e
controversa
la ricostruzione storica».
Tre
di questi veli sono considerati perduti: la Camulia
in
una data imprecisata prima delle lotte iconoclaste.
Il
Mandylion durante il sacco di Costantinopoli
del
1204, avvenuto per mano degli stessi cristiani che
avrebbero
dovuto dirigersi in Terra Santa per la quarta
crociata.
Della Veronica romana si hanno le primer
tracce
nel 1206,
quando papa Innocenzo III istituì
una
processione con un ritratto del Salvatore che il popolo
chiamava
Veronica. Ad essa è attribuita anche la
prima
indulgenza legata a una immagine; forse anche
per
questo è diventata la più importante reliquia della
cristianità
per quattro secoli, la cui visione era termine
e
coronamento dei pellegrinaggi a Roma. La fama di
questo
Volto inizia a sbiadire dopo il sacco di Roma
del
1527 (anche se un’immagine illeggibile è ancora
conservata
in San Pietro). «Della Veronica romana si
hanno
moltissime tracce, Petrarca e Dante ne parlano
nei
loro capolavori: “Qual è colui che forse di Croazia
viene
a veder la Veronica nostra, che per l’antica fame
non
sen sazia, ma dice nel pensier, fin che si mostra:
‘Signor
mio Iesù Cristo, Dio verace, or fu sì fatta la
sembianza
vostra?’” (Dante, Divina Commedia). E se
in
molti credevano nell’originalità di quel Volto Sacro,
non
mancavano quelli che invece lo contestavano, come
un
cavaliere danese che confessò a santa Brigida checonta
un servizio del Tg1. È questo il solo velo che
possediamo,
giunto nella cittadina abruzzese agli inizi
del
1500 e visitato da Benedetto XVI all’inizio del suo
Pontificato
(1 settembre 2006).
«L’idea
della mostra è nata proprio quando ho scoperto
questo
Volto, nel 2010. Io sono una disegnatrice,
in
quel periodo stavo illustrando un Vangelo per ragazzi
e
avevo il problema di come raffigurare il Signore.Quando
mi sono imbattuta nel Volto di Manoppello
sono
rimasta stupefatta. Nessuna fotografia
rende
la consolante bellezza di
quel
viso che rispetta ogni caratteristica
dei
volti di Cristo, ma resta imparagonabile
a
qualsiasi ritratto. Porta i segni
della
Passione: il naso disassato, le labbra
gonfie
e insanguinate, il segno del
colpo
sulla guancia. Incontrando il suo
sguardo
si sperimenta cosa significa che
Dio
si fa specchio dell’uomo, assumendo su di sé tutti i
suoi
peccati; mentre l’uomo, nell’incontro, riguadagna
la
vita. È stata una sorpresa scoprire l’importanza che
ha
avuto il Volto di Cristo nella Chiesa, e che ciò che
muoveva
i pellegrini verso Roma era proprio il desiderio
di
vederlo, di contemplarlo. E una volta tornati a casa
ne
facevano una copia per farlo conoscere e poi venerare
a
tutta la popolazione, di generazione in generazione.
Nella
mostra abbiamo desiderato far conoscere questa
storia
e il movimento di tutta l’Europa verso il Volto
di
Cristo. Ne abbiamo trovato traccia perfino in Fin-landia.
Ci
siamo concentrati non tanto sul particolare
momento
in cui Dio ci ha donato la reliquia, quanto
sul
perché ci è stato fatto questo dono. Le risposte sono
tante
e Gesù le ha seminate nel corso del tempo. Ma
una
più di tutte ha riacceso la mia speranza, quella data
a
santa Brigida: “Ho lasciato questo velo per la futura
consolazione
degli uomini”. È una storia affascinante,
complicata;
sembra quasi un giallo, i romanzi di Dan
Brown
in confronto non sono niente. La Camulia persa
prima
delle lotte iconoclaste, il Mandylion trafugato da
Costantinopoli
durante lo scisma, la Veronica dispersa
durante
il sacco di Roma e di cui per secoli non si è più
saputo
nulla. Fino ai giorni nostri, fino al Volto ritrovato
di
Manoppello, proprio in un momento dove sembra
che
l’Europa abbia perso l’amore per Cristo. Ma se
Gesù
è riuscito a farsi amare già una volta, e le tracce del
Volto
Santo in tutto il mondo lo dimostrano, perché
non
dovrebbe riuscirci ancora? Questo ritrovamento
non
può che essere per noi un segno di speranza».
Daniele
Guarneri
Nessun commento:
Posta un commento