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sabato 7 settembre 2013

IL MISTERO DEL VOLTO RITROVATO

 IL MISTERO DEL VOLTO RITROVATO
***

 Un viso dai tratti inconfondibili, protagonista di leggende e miracoli.
Una storia intricata più dei gialli di Dan Brown. Amato da tutti i popoli,
Cristo stesso ce lo ha lasciato «per futura consolazione degli uomini»

Gli uomini hanno perduto un volto, un volto irrecuperabile
e tutti vorrebbero essere quel pellegrino che
a Roma vede il sudario della Veronica e mormora:
«Gesù Cristo, Dio mio, Dio vero, così era dunque la
tua faccia?».
Borges, L’Artefice
Leggende, fantasie, o pura realtà? Sono vicende intricate
quelle legate agli antichi ritratti di Cristo,
autorevoli modelli di un viso dai tratti inconfondibili,
riconoscibile lungo tutta la storia, in Occidente
come in Oriente. Ma da dove nasce l’interesse
diffuso per il Volto Santo lungo la storia della Chiesa?
Perché cerchiamo il suo volto? E perché non smettiamo
di cercarlo dopo averlo trovato? Quale attrattiva suscitano
sul cuore dell’uomo i suoi tratti inconfondibili?
«Per rispondere a queste domande ci siamo imbattuti
in un’intricata storia che attraversa tutti i secoli e i paesi
cristiani. È la storia di un ritratto di Cristo, acheropita,
cioè non fatto da mani d’uomo, protagonista di innumerevoli
racconti, leggende e miracoli. L’obiettivo del
percorso è quello di conoscere le storie di questi ritratti
con il desiderio di prendere consapevolezza di cosa abbia
significato e cosa possa significare per noi questo
dono che Cristo stesso ci ha lasciato», spiega Raffaella
Zardoni, principale curatrice della mostra “Il Volto ritrovato.
I tratti inconfondibili di Cristo” presente nel
padiglione C5 del Meeting di Rimini.
La memoria di un’immagine acheropita è evocata
da due racconti significativi: in Oriente, quello del
Mandylion, un panno sul quale Gesù avrebbe impresso
la sua immagine rispondendo al desiderio di Abgar re di
Edessa; in Occidente, quello del velo con cui Veronica
avrebbe asciugato il volto di Gesù sulla via del Calvario.
Fonti letterarie e storiche ricordano poi un altro ritratto
su stoffa, più antico di questi, che riceve il nome dalla
città della Cappadocia in cui apparve: Kamoulianai,
Camulia. L’immagine, portata a Costantinopoli nel
574, seguirà Giustiniano come labaro nelle campagne
d’Africa e Persia e a esso saranno attribuite molte delle
vittorie imperiali. Infine, il Volto Santo di Manoppello
conservato in un santuario alle pendici della Majella
(Abruzzo), un ritratto di Cristo, su velo quasi trasparente,
che non sembra riconducibile ad alcuna tecnica
di pittura su tessuto (nella foto a destra).
I quattro acheropiti
«Questi sono i quattro acheropiti di Cristo di cui si
tratterà nella mostra, tutti su stoffa e tutti che – secondo
le fonti – rappresentano il solo volto di Gesù vivo,
con gli occhi aperti. Altra caratteristica comune è la
misteriosa apparizione, con relativo periodo di grande
fama che ne certifica l’esistenza, e la successiva misteriosa
scomparsa che rende invece molto complessa e
controversa la ricostruzione storica».
Tre di questi veli sono considerati perduti: la Camulia
in una data imprecisata prima delle lotte iconoclaste.
Il Mandylion durante il sacco di Costantinopoli
del 1204, avvenuto per mano degli stessi cristiani che
avrebbero dovuto dirigersi in Terra Santa per la quarta
crociata. Della Veronica romana si hanno le primer
tracce nel 1206, quando papa Innocenzo III istituì
una processione con un ritratto del Salvatore che il popolo
chiamava Veronica. Ad essa è attribuita anche la
prima indulgenza legata a una immagine; forse anche
per questo è diventata la più importante reliquia della
cristianità per quattro secoli, la cui visione era termine
e coronamento dei pellegrinaggi a Roma. La fama di
questo Volto inizia a sbiadire dopo il sacco di Roma
del 1527 (anche se un’immagine illeggibile è ancora
conservata in San Pietro). «Della Veronica romana si
hanno moltissime tracce, Petrarca e Dante ne parlano
nei loro capolavori: “Qual è colui che forse di Croazia
viene a veder la Veronica nostra, che per l’antica fame
non sen sazia, ma dice nel pensier, fin che si mostra:
Signor mio Iesù Cristo, Dio verace, or fu sì fatta la
sembianza vostra?’” (Dante, Divina Commedia). E se
in molti credevano nell’originalità di quel Volto Sacro,
non mancavano quelli che invece lo contestavano, come
un cavaliere danese che confessò a santa Brigida checonta un servizio del Tg1. È questo il solo velo che
possediamo, giunto nella cittadina abruzzese agli inizi
del 1500 e visitato da Benedetto XVI all’inizio del suo
Pontificato (1 settembre 2006).
«L’idea della mostra è nata proprio quando ho scoperto
questo Volto, nel 2010. Io sono una disegnatrice,
in quel periodo stavo illustrando un Vangelo per ragazzi
e avevo il problema di come raffigurare il Signore.Quando mi sono imbattuta nel Volto di Manoppello
sono rimasta stupefatta. Nessuna fotografia
rende la consolante bellezza di
quel viso che rispetta ogni caratteristica
dei volti di Cristo, ma resta imparagonabile
a qualsiasi ritratto. Porta i segni
della Passione: il naso disassato, le labbra
gonfie e insanguinate, il segno del
colpo sulla guancia. Incontrando il suo
sguardo si sperimenta cosa significa che
Dio si fa specchio dell’uomo, assumendo su di sé tutti i
suoi peccati; mentre l’uomo, nell’incontro, riguadagna
la vita. È stata una sorpresa scoprire l’importanza che
ha avuto il Volto di Cristo nella Chiesa, e che ciò che
muoveva i pellegrini verso Roma era proprio il desiderio
di vederlo, di contemplarlo. E una volta tornati a casa
ne facevano una copia per farlo conoscere e poi venerare
a tutta la popolazione, di generazione in generazione.
Nella mostra abbiamo desiderato far conoscere questa
storia e il movimento di tutta l’Europa verso il Volto
di Cristo. Ne abbiamo trovato traccia perfino in Fin-landia.
Ci siamo concentrati non tanto sul particolare
momento in cui Dio ci ha donato la reliquia, quanto
sul perché ci è stato fatto questo dono. Le risposte sono
tante e Gesù le ha seminate nel corso del tempo. Ma
una più di tutte ha riacceso la mia speranza, quella data
a santa Brigida: “Ho lasciato questo velo per la futura
consolazione degli uomini”. È una storia affascinante,
complicata; sembra quasi un giallo, i romanzi di Dan
Brown in confronto non sono niente. La Camulia persa
prima delle lotte iconoclaste, il Mandylion trafugato da
Costantinopoli durante lo scisma, la Veronica dispersa
durante il sacco di Roma e di cui per secoli non si è più
saputo nulla. Fino ai giorni nostri, fino al Volto ritrovato
di Manoppello, proprio in un momento dove sembra
che l’Europa abbia perso l’amore per Cristo. Ma se
Gesù è riuscito a farsi amare già una volta, e le tracce del
Volto Santo in tutto il mondo lo dimostrano, perché
non dovrebbe riuscirci ancora? Questo ritrovamento
non può che essere per noi un segno di speranza».
Daniele Guarneri





























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