Una lettera scritta
ad Odifreddi per chiarire alcuni punti su cui il matematico, che si
diletta anche di critica biblica in chiave anticlericale, mostra alcune
lacune. In buona compagnia, per altro, con molti biblisti moderni. Che
non conoscono le Antichità giudaiche di Giuseppe Flavio, a differenza di
don Bosco che, invece, le sapeva a memoria. Un viaggio tra Genesi,
Esodo, Atlantide, Eden per mostrare all’illustre matematico che occorre
accostarsi al campo della critica biblica con maggiore umiltà
di Emilio Spedicato*
matematico, docente all’università di Bergamo
Piergiorgio Odifreddi è stato professore
ordinario di Logica Matematica all’ Università di Torino, mio collega
come ordinario, io essendolo in Ricerca Operativa. È noto per
collaborazioni con importanti centri matematici in USA ed è autore di
una imponente monografia sulla logica matematica, che confesso non avere
mai letto. E confesso di avere letto meno di un millesimo della
produzione matematica nota, consistente
in circa 100.000 libri e 4 milioni di articoli (un progetto Unesco mira
a raccoglierli tutti…). Non sono mai riuscito ad incontrarlo all’
Università di Torino, i colleghi mi dicevano che era raramente presente.
Primo incontro ad un convegno della Pristem,
un centro di cultura matematica, nato presso l’ Università Bocconi per
iniziativa del prof Angelo Guerraggio, noto per una rivista divulgativa
di alta qualità. Credo che in quell’ occasione Odifreddi parlasse su von
Neumann, di cui aveva scritto una breve biografia, criticando certi
aspetti di colui che considero il più grande scienziato del Novecento.
Critica dovuta al fatto che von Neumann, anticomunista oltre che
antinazista, aveva suggerito al presidente americano di sfruttare
l’iniziale superiorità atomica degli USA per un primo colpo contro l’
Unione Sovietica. Von Neumann
aveva studiato contemporaneamente matematica e ingegneria, risolvendo
occasionalmente problemi aperti quando ascoltava conferenze. Ma oltre
che nella scienza, dove ha dato fondamentali contributi in fisica
quantistica, in logica matematica (contemporaneamente a Goedel provò che
è impossibile dimostrare la consistenza della matematica, un colpo
mortale contro ogni pretesa di collocare la scienza su un piedestallo di
certezza), in economia e nei calcolatori, ancora oggi basati sul suo modello concettuale, aveva
anche interessi umanisti e specialmente storici. Da bambino aveva letto
una storia universale in 50 volumi regalatagli dal padre, e
probabilmente l’aveva memorizzata, essendo dotato di una memoria visiva
straordinaria.
Il matematico Von Neumann. Odifreddi scrive di lui, ma è meno preparato del previsto sulla sua biografia.
E quando l’amico Arthur Koestler lavorava a quel libro capolavoro di storia della cosmologia che è I sonnambuli, si incontrava spesso la domenica con von Neumann. Questi
veniva nella sua casa con grande giardino su un’isola fluviale della
costa est degli USA, per discussioni lunghe ore. Di questo fatto, non
citato nel libro, dove il nome von Neumann non appare, ne parla la moglie di Koestler nel suo diario. Nei I sonnambuli vanno
notate le pesanti critiche nei confronti di Copernico (espunse nella
versione finale ogni riferimento ad Aristarco di Samo già autore della
teoria eliocentrica) e soprattutto di Galileo, la cui fisica di base era
errata ed il cui comportamento nei confronti di Copernico, di Keplero e
del papa che lo aveva invitato a presentare la sua teoria, fu ben poco
amichevole. Esaltati invece Keplero e Newton, la cui immensa grandezza è
però solo sfiorata. A termine della conferenza di Odifreddi, gli
chiesi se sapeva del ruolo svolto da von Neumann nel libro di Koestler.
Lo ignorava. E vorrei sapere quanti fisici, che sanno che Newton
inventò il calcolo infinitesimale e
derivate, le leggi della meccanica celeste e dell’ ottica, sanno anche che
Newton, pur avendo il più elevato stipendio d’Inghilterra, fu trovato
alla morte privo di oro e denaro? E che al suo funerale arrivarono
centinaia di poveri, da lui segretamente aiutati. Non sappia la destra
ciò che fa la sinistra… e in verità del suo lavoro scientifico, storico,
filosofico ancora sappiamo ben poco, non esistono le Opere complete, i manoscritti sono, pare, secretati un po’ in Israele, un po’ in Australia…
Vidi Odifreddi una seconda volta quando fu invitato,
con due filosofi, a commemorare Einstein, a Paderno Dugnano, dove
abito, e dove il sindaco comunista evidentemente non volle invitare un
concittadino laureato in fisica e anni prima premiato proprio dal comune
in quanto diplomatosi con la più alta media in Italia della scuola
superiore. Intervento su Einstein dove erano del tutto assenti quei
fatti su Einstein ora ben noti come Einstein plagiario, forse mandante
di un assassinio, coautore di un lavoro (Einstein-Rupp), dove i dati sperimentali erano semplicemente inventati…
Quella lettera ad Odifreddi rifiutata da Avvenire
Il matematico a cui è… matematico che i media, anche quelli cattolici, prestino ossequio.
Quanto sopra si collega ad osservazioni
che ho fatto a suoi libri, ampiamente diffusi, relativamente a certi o
quasi certi errori in astronomia e storia. Sulle osservazioni fatte in
merito ad un primo libro, Odifreddi rispose osservando che era materia
presa da suoi articoli su giornali (presumibilmente in mano a lettori di
non specialistica competenza), dove l’ accuratezza non è notoriasmente
una virtù. Quanto segue riguarda il suo libro Perché non possiamo dirci cristiani. Ultimo dei suoi libri che ho letto. La lunga lettera a lui inviata non ebbe risposta, ne fu rifiutata la pubblicazione da Avvenire, apparve in forma modificata su Liberal e poi nel mio libro Un matematico fra i misteri dell’ universo e della storia, Aracne, 2010. Qui è parzialmente ripresa con qualche modifica.
A Odifreddi.
Ho letto recentemente il tuo libro Perché….,
che mi è parso il più interessante della mezza dozzina di tuoi libri
che ho letto. Gradirei fare alcune osservazioni. Comincio con il detto
evangelico
nel regno dei cieli entreranno prima le prostitute dei dottori della legge
e, notando che nei seminari italiani si insegna che Mosè, Davide e Salomone non sono mai esistiti (professor De Benedetti, Seminario Teologico di Milano) e in generale che la Bibbia non è testo di interesse storico, ma solo fonte di ispirazione per considerazioni morali e teologiche
(prof Borgonovo, Milano, sua comunicazione a mio convegno del 1999, e
con lui quasi tutti i biblisti italiani), non si può non essere d’
accordo con Messori quando accusa i teologi di essere i primi
responsabili della perdita di fede…
Il libro contiene una messe d’informazioni e considerazioni cospicue, dove ho trovato cose che mi erano ignote (la storia della cathedra
con apertura centrale; la tua lista delle malefatte papali, anche se
dimentica il papa esumato dal successore e quindi trainato per le strade
di Roma, fatto che appresi verso i 10 anni leggendo il libro di storia
usato da mio zio nel seminario, a fine Ottocento…). Una discussione
estesa è al di là delle mie possibilità temporali e mi limito quindi a
considerazioni generali su parte del Genesi e dell’ Esodo e a note ad
alcuni altri punti.
Iniziamo da Genesi, caro Odifreddi…
Occorre essere molto cauti quando si fanno dichiarazioni sul complesso libro della Genesi.
Il problema principale in Genesi è che
da una parte nessuno sa come tradurre correttamente, nella Bibbia ci
sono circa 1600 parole che compaiono una sola volta, e la trasmissione
orale ha avuto una grave discontinuità, su cui tutti tacciono, nella
tribù di Giuda, causa l’ eliminazione dei grandi sacerdoti da parte di
Manasse circa il 650 AC. Credo inoltre che Mosè stesso non sapesse
esattamente che cosa scriveva. Sorvolando sul problema traduzione (ne ho
viste del tutto incompatibili; la più accettabile mi sembra quella di
O’ Brien in The genius of the few)
occorre chiedersi dove Mosè – non ho dubbi che sia lui l’ autore –
abbia preso il materiale che presenta, relazionato ma indipendente dai
testi della creazione sumero-accadici. Infatti nessuno dei discendenti
di Giacobbe poteva sapere alcunché del passato.
Tale conoscenza era trasmessa, secondo una tradizione vera ben oltre i
confini d’ Egitto e Medio Oriente, al solo figlio primogenito. Quindi,
partendo da Abramo, questi trasmette quanto sa in
primis al figlio maggiore Ismaele, anche se figlio della (principessa
egizia) schiava Hagar, poi, forse in grado minore, a Isacco, figlio in
tarda età della sorellastra Sara. Isacco la trasmette a Esaù. Il furto
della primogenitura da parte di Giacobbe ebbe effetti economici ma non
di conoscenza: questa è acquisita in un mondo basato sulla memoria solo
se trasmessa ai bambini quando sono piccoli.
E’ Mosè l’autore della Genesi?
Quindi Mosè, con alle spalle una formazione in Egitto
ad alto livello, una grande esperienza di vita ed un primo matrimonio
con la principessa Adoniah di un regno fra Badakshan e Kashmir (Kush nulla ha a che vedere con l’Africa …è la terra che diventa poi Hindukush e il cui nome ritroviamo nei nomadi dell’ Afghanistan del nord, i Kuchi),
dovette porsi il problema di ritrovare le radici del suo popolo. Può
avere avuto informazioni provenienti da Ismaele via Iethru, che tuttavia
non poteva dirgli tutto quanto aveva trasmesso al proprio figlio
maschio. Qui ipotizzerei che la distruzione dei madianiti, compresi
donne e bambini, sia stata conseguenza
non della banale storia rosa di cui parla la Bibbia ma di una vendetta
per non avere avuto tutta l’informazione. Dai discendenti di Esaù, gli
Edomiti padroni della fortezza naturale dove poi fu costruita Petra e
dove Mosè si rifugiò per i quaranta anni necessari a costituire un
esercito di ebrei, Mosè poté forse avere altre informazioni, a pagamento
(con l’ oro rubato a Baal Sefon, ora Ras Muhammad), ma sempre limitate.
E sempre non chiare. Quindi che Genesi parli della creazione dell’ universo è solo una opinione, anzi sul Fiat Lux
esiste una mia spiegazione che non invoca il big bang, ma lo vede
conseguenza quasi certa del Saginaw impact datato a… all’inizio dei
sette giorni della “creazione”, che sono, Bibbia e Talmud in mano,
settemila anni. E ritengo la teoria del big bang solo uno scenario
superficiale, in moda come il modello standard in quantistica. In merito
a questo la recente rivelazione dei neutrini, grazie all’uso pur tardo
di idee di Gillo Pontecorvo, la cui massa risulta non nulla, falsifica
l’ipotesi di base del modello standard, ovvero che il neutrino abbia
massa zero. Vero che i fisici amano arrampicarsi sui vetri come e più i teologi…
Dove si trovava il giardino dell’Eden?
Sulla parte relativa all’ Eden ed alla creazione
(7 coppie secondo i testi sumero-accadici, ad Abramo interessava solo
la coppia da cui discendeva) non è qui il luogo di soffermarmi. L’ Eden
può comunque identificarsi in un luogo ben preciso, la valle di Hunza in
Pakistan, la cui memoria sembra abbiano conservato solo gli ismaeliti (religione con parte top secret).
Quanto avviene nel Gan-Kharsag pare comprensibile oggi:
una operazione di ingegneria genetica, con l’ aggiunta o l’ attivazione
di (108? Stando ad una recente tavoletta accadica tradotta da
Pettinato) geni. Atrahasis
dice che l’ uomo così modificato ebbe uno spirito immortale,
affermazione importantissima assente nella Bibbia. Come sarebbe arrivata
l’immortalità, non so. Ma l’intera fisica quantistica funziona anche se
nessuno, dice Feynman, ha la più pallida idea di quale realtà materiale
descriva. Le cose da capire sono infinite, e solo studiosi arroganti
possono affermare di essere giunti essenzialmente alla fine del cammino.
Affermazione che per l’ astronomia fece Fred Hoyle ad inizio di
carriera, per poi rinnegarla con le sue stesse scoperte.
e poi ti dico anche due paroline su Esodo e su Atlantide…
La misteriosa Atlantide secondo Platone.
La storia dell’ Esodo, contrariamente a quanto affermato sia da teologi cattolici che da atei, è essenzialmente corretta, salvo errori
nelle traduzioni che si leggono, come quello, ben ovvio già a
Ricciotti, sul numero di ebrei che lasciano l’ Egitto (600 clan e non
600.000 maschi; due terzi dei clan sopravvivono come Pashtun in
Afghanistan). La chiave per la comprensione di quanto avvenne sta in un
passo del dimenticato Paolo Orosio (nei seminari nemmeno si leggono i
padri della chiesa, parola del prof sacerdote Cosimo Damiano Fonseca,
noto per tirare le orecchie ai vescovi nei suoi corsi di aggiornamento).
In tale passo si afferma che eventi quali Esodo, diluvio di Deucalione,
migrazioni, crisi climatica, capitarono in uno stesso periodo e furono
causati, dice Orosio, dal potere di Dio, mentre, secondo i pagani, la
causa sarebbe stata Fetonte. Riassumendo il contenuto di una mia
monografia pubblicata da Aracne nel 2010, Atlantide e l’ Esodo, Platone e Mosè avevano ragione, gli eventi sono i seguenti:
- due corpi, probabilmente della classe Cruithne
da poco scoperta, Lampo e Fetonte, seguivano la terra da tempo,
oscillando attorno ad un punto cosiddetto lagrangiano della sua orbita,
diventando visibili in condizioni speciali, e sono citati in Omero. Per
qualche motivo si avvicinarono troppo alla Terra.Lampo si schiantò
probabilmente sull’ Africa sahariana, attivando l’ eruzione del
centinaio di vulcani della depressione della Dancalia, in Eritrea; le
pomici emesse da questi vulcani erano color rosso sangue in quanto
interagenti con l’ acqua salata della depressione dancalica. Semplici
considerazioni danno la sequenza delle dieci piaghe, invocando
l’eclampsia per le donne primipare egizie che persero i loro figli.
Piaghe che non sono né favolette né risultato di trucchi. Ma
quanti geologi sanno che le pomici diventano rosso sangue in queste
condizioni? Nemmeno il prof Abate che dirige la missione della Dancalia!
Nemmeno l’autore di un recente libro sulle isole galleggianti! Quanti
ginecologi hanno mai riflettuto sulla decima piaga? Applicabile alle
egizie ma non alle ebree, perché…
-
Come andò veramente la storia del passaggio del Mar Rosso?
Fetonte entra in un’orbita instabile ed esplode
infine sopra il fiume Eider, nord Germania, Eridano dei classici, che
non è il Po!. L’onda dell’ esplosione raggiunge il Mar Rosso (rosso per
le pomici, non per le canne), abbassa di qualche metro il livello delle
acque (curioso: gli tsunami da vento erano ignorati fino al recente
evento in Birmania, come mi disse la decana dei geologi italiani, Maria
Bianca Cita), permettendo a Mosè di superare un punto d’ impasse, dove
una frana aveva bloccato la strada fra mare e monti. Leggasi Giuseppe
Flavio, Antichità…, fondamentale opera che pare nessuno dei biblisti milanesi abbia mai letto: anzi ho scoperto che era confusa con la Guerra giudaica… Mosè
era giunto a quel punto (Pi Hahirot ora Nuweiba, sulla costa del Sinai
fra Eilat e Sharm el Sheik) in cui un’onda di ritorno distrusse l’
esercito egizio, senza passare né lungo il Mediterraneo, né per il
deserto interno dei Sinai, ma seguendo l’ intera costa. Come
segue per ragioni topologiche da un ignorato passo di Cosmas
Indicopleustes, nonché dalla tradizione locale dei beduini, la cui
opinione mai è stata chiesta dagli studiosi occidentali. E dopo il
passaggio del punto dove era bloccato, e non del mare (il muro di acque
in mezzo a cui sarebbe passato è una fantasiosa aggiunta dei traduttori,
non esiste nel codice di leningrad…), Mosè alla fine passa 40 anni in
territorio edomita… pagando il soggiorno con l’ oro rubato a Baal
Seefon, attuale Ras Muhammad, furto che è la causa dell’inseguimento,
via nave, del faraone. Se Champollion e Lepsius non avessero compiuto un
colossale errore nel datare l’ anno sotico citato da Solino, errore
messo in evidenza da Velikovsky
e dagli astronomi Clube e Napier, i biblisti avrebbero capito, e con
loro gli egittologi, che Mosè lascia l’ Egitto al tempo del faraone Dudimose, e poco prima dell’ arrivo degli Amu-Amalek-Hyksos…
- Infine la conquista della terra di Canaan
nessun riferimento ha con la sempre affermata conquista della
Palestina, in quanto Canaan è l’ attuale Asir, ovvero l’ altipiano dell’
Arabia sud occidentale. Si vedano le quattro monografie di Kamal
Salibi, il maggiore storico arabo del novecento, cristiano libanese,
professore all’ American University di Beirut… d’ altronde come spiegare
che metà del milione di ebrei listati da Beniamino di Tudela nel suo
libro di circa il 1175 AD vivessero nello Yemen?
Yahvè non è un dio misericordioso
Le lettere ebraiche che compongono il nome di Yahweh.
Su Yahvè va detto qualcosa. Certamente
non è il Dio padre misericordioso del Vangelo e del Corano. Gesù mai lo
menziona, se ben ricordo dalla mia ventina di letture dei vangeli.
Marcione lo considerava un dio minore. Bogomili e Catari un demonio.
O’Brien, che ha forse la migliore analisi della questione, suppone che
sia un titolo, come papa, e che ci siano vari Yahvè, tutti dei minori.
Il primo, quello del Paradiso terrestre, Gan
in ebraico, corrisponderebbe all’ Enlil sumero. Chi siano gli dei
minori amplierebbe il discorso oltre quanto intendo, e solleverebbe un
problema dove la cecità della scienza ufficiale va ben oltre la
cosiddetta cecità della chiesa nell’ affare Galileo. Curioso che qui la
chiesa cattolica stia silenziosamente modificando le sue teorie: vedasi
il grande filosofo cattolico del Novecento, Jean Guitton, unico laico
ammesso al Concilio e amico di Paolo VI, che
dichiarò nella suo ultimo libro, una lunga intervista con Francesca
Pini, di non avere problemi ad ammettere migliaia di pianeti abitati da
esseri intelligenti e migliaia di incarnazioni di Gesù. Il nuovo
catechismo dedica a Maria solo una frazione dello spazio nel precedente
catechismo. Il direttore della Specola Vaticana, il gesuita George Coyne, è stato sostituito da un altro gesuita che….
E qui chi ha il libro può vedere che non tutto ciò che dice è corretto…
Ed ora qualche nota su passi particolari. Do il numero di pagina.
Era l’Eufrate… o era l’Indo?
41 l’ Eufrate biblico è in realtà spesso il fiume Indo,
nome questo successivo al 1500 AC, come si può dimostrare con varie
argomentazioni, fra cui un passo di Nearco e uno chiarissimo di pseudo
Aethicus, vedasi anche Duarte Barbosa, il navigatore portoghese che
sostituì Magellano dopo la sua morte. Ma chi legge pseudo Aethicus, la
cui prima traduzione dal latino è mia, Aracne 2013? E chi Barbosa? E da oltre 100 anni i sumerologi si chiedono come i sumeri chiamassero l’ Indo, affermazione del grande Giovanni Pettinato.
72 nel codice canonico del 1917 di cui si occupò il principe Pacelli il feto è considerato non persona se ha meno di 3 mesi …
90 visto che ci resta forse meno dell’ 1%
dei testi classici, e sono perduti i due storici principali,
Sanchoniaton e Nicola di Damasco (età augustiana, 144 libri, molto
citato da Ateneo che pure nessuno legge…) i riferimenti a Gesù sono più
che soddisfacenti. I filologi che sezionano un testo in k sottotesti
….lavorano molto di opinione e fantasia, come i fisici che scrivono
migliaia di articoli sulla teoria delle stringhe, senza avere ricavato
nulla, se non risultati presentati come certamente veri in qualche
universo parallelo.
92 si seppe e come! Doveva esserci
un telo per il Tempio di riserva! ci lavoravano 12 ragazze sotto i 12
anni con 12 materiali diversi, fra cui asbesto e bisso….leggi il Vangelo
dei Nazareni. È difficile imporre il silenzio a tante persone
Gesù nato il 25 Dicembre perché era il giorno del Sol Invictus? Pare proprio di no…
94 no, il 25 dicembre è probabilmente corretto,
come segue dalla recente scoperta di un documento sulla sequenza con
cui le 24 famiglie di grandi sacerdoti si alternavano nella cura del
tempio, e Simeone era di una tale famiglia. Come corollario si spiega la
presenza di un bue accanto ad un asino… Trovo
qui interessante osservare come un documento accadico scoperto pure da
poco descriva la cerimonia del matrimonio, dove punto cruciale (tuttora
valido in certi ambienti algerini) era lo scoprire il volto velato della
donna. Da qui il corretto significato del biblico conoscere, che nulla ha a che vedere con quanto biblisti ed altri hanno insegnato per secoli!
109 i samaritani erano una tribù non ebraica
spostatasi dall’ Iran meridionale in Palestina e desiderosi di
convertirsi all’ebraismo. Ma si è ebrei solo per nascita (come si è
bramini o kshatria solo per nascita…), quindi si limitarono a chiedere
ad un rabbino una versione della Torah cui ispirarsi. Tale Bibbia
samaritana non è ancora stata tradotta in inglese, se non vado errato,
ma lo è stata in ebraico, aramaico e arabo. Dal nome della tribù dato da Giuseppe Flavio, direi che erano Turchi della famiglia Ghuz, forse
discendenti dei ben noti Gutei. E come ben noto i turchi antichi erano
monoteisti ben prima degli ebrei, il loro dio avendo nome Tengri = Luce del Cielo? Ancora, nessuno legge Giuseppe Flavio, cui Tito donò la biblioteca del tempio!
129 don Giovanni Barbareschi, giusto fra le nazioni, nella sua tesi di laurea registrò quanto una suora diceva in latino, greco ed altre lingue, una suora ignorante di un convento di montagna
Alcuni dei viaggi di Paolo: andò pure in Arabia?
146 Paolo passò tre anni in Arabia,
quasi certamente nel Wadi Jalil, che sulla base e di una monografia di
Salibi e di vari passi del Vangelo dei Nazarei, era il luogo dove
dimorava Giuseppe, quando non si recava in Palestina per lavorare per
conto dei Romani (a Cesarea Marittima e a Sepphoris in particolare).
Quando Gesù è concepito, Giuseppe era assente, molto lontano, coinvolto
come specialista nei lavori a Cesarea (e poi, lasciato l’ Egitto, andò a
Nazareth, centro di lavoratori addetti alla costruzione di Sepphoris in
Galilea, città che divenne la principale in Palestina). Giuseppe era principalmente un costruttore di edifici, questo il vero significato di technon,
e non falegname o anche carpentiere come proposto da Messori. Doveva
avere conoscenze speciali, anche nella lavorazione dei metalli fra cui
l’oro, ereditate forse dal suo avo Salomone. Suo compito era custodire
Maria sino a quando si sarebbe sposata verso i 14 anni. Da ringraziare la scoperta dei documenti a Nag
Hammadi, miniera di informazioni forse più importanti di quelle di
Qumram. Gli abitanti del Wadi Jalil si chiamavano e si chiamano ancora Nazarah, nome in Arabia ancora oggi dato ai cristiani, mentre nel resto dei paesi arabi sono chiamati Popolo del Messia.
184 leggi l’ esperienza di Alexis Carrel,
medico e poi Nobel, a Lourdes. Comunque miracolo non significa
necessariamente intervento del Padre Eterno, si applica a qualunque
evento che appare non spiegabile. Ma né conosciamo tutte le leggi della
natura, né possiamo essere certi della non presenza di altri esseri
intelligenti da altri pianeti (secondo Cameron, noto astronomo, ci
sarebbero nell’ universo almeno 10^17 pianeti abitabili; e questo nell’
ipotesi standard, che io ritengo falsa, di un universo finito nello
spazio e nel tempo).
Stalin
fu autore di un bagno di sangue mai raggiunto nella storia, ma
ricordarlo non interessa ai nemici della Chiesa. Preferiscono parlare
scandalizzati di qualche più che giusta condanna a morte propinata dal
tribunale dell’inquisizione.
209 i condannati a morte dal S Uffizio sono stati calcolati
a circa 70.000 e le streghe bruciate nei paesi cattolici a un decimo di
quelle nei paesi protestanti. Ora 70.000 è circa il numero di persone
che Stalin spediva in Siberia ogni settimana nel periodo delle purghe.
E’ inferiore al numero di morti per fame ogni giorno durante
il Grande Balzo in avanti voluto da Mao (supertassazione dei contadini
per spedire cibo all’ Unione Sovietica in cambio delle fabbriche di armi
nucleari, leggasi di Chang
Jung la biografia di Mao; i morti furono complessivamente 38 milioni).
600.000 contadini cattolici nella Vandea furono chiusi in navi fatte
affondare nella Loira. 500.000 cattolici furono uccisi dai musulmani a
Timor e forse 3 milioni nel Sudan meridionale, nel silenzio totale,
salvo le irrilevanti voci dei missionari. Quasi un milione di contadini
dell’ Italia meridionale fortemente cattolica, definiti banditi, furono
uccisi, 54 villaggi rasi al suolo, preti crocifissi, donne prima
violentate e poi regolarmente uccise anche inchiodandole agli alberi…
perché il sud cattolico e una Napoli più industrializzata e con più
cultura che Torino dava fastidio al Piemonte ateo e massone. Quindi….
Cento
milioni di indigeni sono morti in America, ma molti meno nell’ America
spagnola che in quella controllata dagli inglesi. Ma in quali libri di
scuola sta scritto che lo scià di Persia usurpatore, in onore del quale
verso il 1750 fu pubblicato a Milano un libro in francese, Tamas
Kouli Khan Nadir Shah, presa Dehli ne sterminò i 4 milioni di abitanti
(altro che sacco di Nanchino) e poi dopo guerre varie sterminò una metà
degli iraniani tentando di imporre il sunnismo wahabita (Muhammad Ibn
Abdul Wahab, fondatore della setta musulmana ora dominante in Arabia
Saudita con la benedizione inglese e americana, fu
per dodici anni suo ospite)? Che dei 120.000 Ngolok di religione bon
difensori del sacro massiccio Anya Machem, il Nimush sumerico, Lin Piao,
penetrando nella zona dopo aver sconfitto il generale musulmano Ma
Pufang, ne lasciò in vita meno di mille?
Le religioni hanno fatto molte e troppe vittime, le non religioni ben di più. Forse un ordine di grandezza di più.
Se anche don Bosco era più preparato di certi biblisti…
Don Bosco. I suoi ragazzi lo impegnavano molto, ma trovava il tempo per studiare e imparare a memoria libri fondamentali.
Un matematico e uno storico dovrebbero scrivere
di storia in modo equilibrato. Purtroppo molti matematici non lo fanno
nemmeno nel loro campo: ricordo un collega che negli esperimenti
numerici di un nuovo algoritmo non voleva registrare i risultati non
buoni. E ricordo che quando
Rupp confessò che i suoi esperimenti erano pura invenzione, Einstein
tacque, come da attendersi dal maggior plagiario della storia (e ben
maggiore di Copernico). E da colui che fu forse il mandante dell’
assassinio di Olinto De Pretto. Questi, amico di suo padre, era il genio
che riscoprì la teoria della gravitazione di Eulero e Le Sage (di
solito non insegnata ed ignota
ai fisici, a ragione essendo Le Sage prete cristiano e quindi
presumibilmente cretino) e ne derivò, cosa sfuggita a Laplace, la
relazione E = mc^2, pubblicata sugli atti del reale Istituto Lombardo
Veneto, con commento di Schiaparelli. Schiaparelli… ha scritto una
meravigliosa storia dell’ astronomia, che giace intonsa dopo quasi cento
anni nella biblioteca dell’ Osservatorio di Merate… salvo per le pagine
da me usate.
E ai biblisti di Venegono che mai hanno letto Le antichità giudaiche,
ricordo che don Bosco, piemontese di qualità (come mio nonno che
parlava 25 lingue), sebbene moltissimo avesse da fare, pure le aveva
imparate a memoria.
Altri tempi.
Ora
abbiamo una scuola dove imparare a memoria è vietato perché stressante e
gli studenti non imparano dai professori ma dai compagni. Linee guida
della riforma di Berlinguer. I risultati ben si vedono.
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