Una
sola Verità
***
"L'Amico diceva
all'Amato che molte erano le vie per le quali veniva nel suo cuore e si mostrava
ai suoi occhi, e molti i nomi con i quali lo chiamava la sua lingua; ma l'amore
con cui lo faceva vivere e morire non era che uno, uno solo" (RL, 90 ).
"L'Amico spinse i suoi
pensieri nell'immensità e durata del suo Amato, e non vi trovò inizio, né
centro, né fine" (RL, 69).
"L'Amico chiese al suo
Amato se in lui c'era ancora qualcosa da amare; e l'Amato rispose che c'era
tutto ciò che poteva far più grande l'amore dell'Amico" (RL, 1)
"Le strade per le
quali l'Amico cerca il suo Amato sono lunghe, pericolose, cosparse di
meditazioni, sospiri e pianti, e illuminate dall'amore (RL, 2).
"L'Amico disse
all'Amato: Tu che rivesti il sole di splendore, colma il mio cuore d'amore.
Rispose l'Amato: Se non t'avessi colmato d'amore non piangerebbero i tuoi occhi,
né tu saresti venuto in questo luogo a vedere Colui che ti ama" (RL, 6).
"L'Amico chiese
all'intelletto e alla Volontà chi dei due fosse più vicino al suo Amato.
Corsero entrambi e l'intelletto giunse al suo Amato prima della Volontà"
(RL, 19).
"Chiesero all'Amico
dov'era il suo Amato. Rispose: Lo troverete nella dimora più nobile tra tutte
le cose nobili create; lo troverete nel mio amore, nei miei desideri e nei miei
pianti (RL, 24).
"Dissero all'Amico:
Dove vai? Vado dal mio Amato. Da dove vieni? Vengo dal mio Amato. Quando
tornerai? Starò con il mio Amato. Quando starai con il tuo Amato? Fino a quando
staranno in lui i miei pensieri" (RL, 25).
"Due sono i fuochi che
mantengono vivo l'amore dell'Amico: l'uno è fatto di desideri, gioie e
meditazioni; l'altro di timore, struggimento, lacrime e pianti" (RL, 45).
"Solitudine voleva
l'Amico, e se ne andò a vivere solo per stare in compagnia del suo Amato. E con
lui sta solo tra la gente. (RL, 46).
"L'Amico temette che
il suo Amato l'abbandonasse nel bisogno. E l'Amato disamorò l'Amico. Dolore e
pentimento ne ebbe l'Amico in cuor suo; e l'Amato risvegliò speranza e carità
nel cuore dell'Amico e nei suoi occhi lacrime e pianti, perché tornasse in lui
l'amore" (RL, 49).
"Il cuore dell'Amico
volò verso le vette dell'Amato, per non avere impedimenti ad amare nell'abisso
del mondo. E quando fu con l'Amato lo contemplò nella gioia; e l'Amato lo fece
scendere nel mondo perché lo contemplasse nella pena e nella tribolazione"
(RL, 56).
"Chiesero all'Amico
che cos'era la gioia. Rispose: la sofferenza sopportata per amore" (RL,
65).
"L'Amico diceva al suo
Amato: Tu sei tutto, per tutto, in tutto e con tutto. Tutto io ti voglio, perché
io ti abbia e sia tutto me. Rispose l'Amato: Non puoi avermi tutto, se tu non
sei mio. E l'Amico disse: Possiedimi tutto, e che io ti abbia tutto. Rispose
l'Amato: E che avrà tuo figlio, tuo fratello e tuo padre? Disse l'Amico:
Talmente tutto tu sei, che puoi essere tutto per chiunque si offre tutto a
te" (RL, 68).
"La luce della camera
dell'Amato illuminò la camera dell'Amico, per scacciarne le tenebre e colmarla
di gioie, aneliti e pensieri. E l'Amico scacciò dalla sua camera ogni cosa,
perché ci fosse posto solo per l'Amato" (RL, 100).
"Dimmi, folle Amico,
che cosa esistette prima: il tuo cuore o l'amore? Rispose che furono a un tempo
il suo cuore e l'amore. Altrimenti il cuore non sarebbe stato creato per amare,
né l'amore per meditare" (RL, 74).
"L'Amato s'allontanò
dall'Amico, e l'Amico cercò l'Amato con la memoria e l'intelletto per poterlo
amare. L'Amico trovò il suo Amato; gli chiese dov'era stato. Rispose:
Nell'Assenza del tuo ricordo e nell'ignoranza della tua intelligenza" (RL,
92).
"L'amore, l'amare,
l'Amico e l'Amato sono così fortemente uniti nell'Amato da essere in essenza un
solo atto; e l'Amico e l'Amato sono diversità che si corrispondono, senza
alcuna contraddizione né discordanza d'essenza. E dunque l'Amato dev'essere
amato più d'ogni altro amore" (RL, 211).
"Dimmi, folle Amico:
perché hai un amore così grande? Rispose: Perché lungo e pericoloso è il
cammino per cui vado in cerca del mio Amato. A fatica devo cercarlo e in fretta
mi conviene camminare; e non potrei fare tutto questo senza un grande
amore" (RL, 212).
"Chiesero all'Amico in
che consisteva l'onore. Rispose: nell'intendere e amare l'Amato. Gli chiesero in
che consisteva l'offesa. Rispose che era nel dimenticare e non amare il suo
Amato" (RL, 108).
"L'amore è un mare
agitato da onde e venti, che non ha porto né riva. Muore in mare l'Amico, e
nella sua morte muoiono i suoi tormenti e nasce la sua pienezza" (RL, 235).
RAIMONDO LULLO
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