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sabato 22 marzo 2014

Suor Cristina, The Voice e i cristiani da pasticceria

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Sono sconvolto dalla notorietà che sta ottenendo suor Cristina Scuccia, apparsa in tv mercoledì 19 marzo al talent “The voice of Italy 2014”, che nel giro di due giorni si sta diffondendo anche fuori dall’Italia. Soprattutto sono sconvolto però dalla reazione di alcuni cattolici.

Certo suor Cristina canta benissimo, ma quante persone cantano bene senza fare successo? Sicuramente quindi più del canto, colpisce il suo abito. Cos’è che fa tanto scalpore? Nel nostro immaginario una suora “porta sfiga”, torce il collo, ed ha quella voce rarefatta che ci fa pensare ad un puro spirito. Suor Cristina invece parla la nostra lingua: è moderna, grintosa, talentuosa, con la risposta pronta, simpatica, comunicativa.

L’immagine della Chiesa si sta rinnovando, grazie anche a Papa Francesco. Questa Chiesa che ormai nell’inconscio della gente, ha sempre il dito puntato, puzza e non si evolve mai, finalmente riacquista il sorriso, è una Chiesa che abbraccia, che si scambia il cappellino, che telefona, che scrive messaggi su Twitter. La Chiesa non è fatta di sfigati che sanno cantare solo “Grazie Signore Grazie!”, ma anche di Suore che cantano come Aretha Franklin.

Ovviamente i bigotti, i famosi “cristiani da pasticceria”, si sono scagliati subito contro la sorella. “Fare la star non è la vocazione di una suora!”, "No, ma a me non piacciono i religiosi che vanno in tv!", “Suor Cristina ci lascia perplessi!”, ma mentre loro stanno a fare gli opinionisti, c’è una piccola suora di vent’anni che dice in prima serata sulla Rai che è in missione e vuole evangelizzare.

“Ho un dono e ve lo dono! Avrebbe forse dovuto sotterrare il suo talento? Cosa avrebbe risposto al ritorno del suo Signore? “Sai non ho cantato perché ad una suora non si addice!”
Mi rivolgo ai cristiani da salotto: ma quando il Papa parla di annunciare Cristo nelle periferie, secondo voi a cosa si riferisce? Pensiamo che i poveri di Dio siano solo i barboni e i bambini dell’Africa che muoiono di fame? Ma voi la prendete la metropolitana? Prendete l’autobus? Secondo me no! Voi siete abituati ad andare al lavoro in auto! Fatevi per la Quaresima un bel mesetto in giro con i mezzi pubblici. Della vostra teologia e della vostra cultura non gliene frega niente a nessuno. Ci sono masse di persone, adolescenti, ma anche gente comune, che la sera, esausti o annoiati tornano a casa e siccome non sanno cosa fare si accendono la tv e si guardano una fiction o un reality. Questi si ritrovano davanti una suora che canta con uno stile che sono abituati a riconoscere, perché è la musica che ascoltano ogni giorno. Questa suora gli dice: "Dio non toglie niente, ma ti da tutto!"

“Ah! Davvero? Ma Dio non è quello del “non si deve scopare, non si deve fumare, non si devono dire le parolacce, non si deve… non si deve… non si deve…”? Dio non toglie niente, ma ti da tutto! Caspita! Non lo dice una suora con i baffi, ma una tipa in gamba!”. Con tutto il rispetto per le suore! Ne conosco tantissime di brave e senza baffi!

Ci sono due tipi di evangelizzazione: quella ad intra e quella ad extra. L’evangelizzazione per chi è già credente, come la catechesi, e l’evangelizzazione per coloro che sono lontani: ma pensate che potremmo raggiungere i lontani cantando "Mira il tuo popolo" oppure organizzando quegli incontri di preghiera dove si legge tutto dall'inizio alla fine sui foglietti? Lo stesso rapper J-Ax, che è rimasto particolarmente commosso dell’esibizione di Suor Cristina ha detto: “Se avessi conosciuto prima una suora come te, non mi sarei allontanato dalla Chiesa.” Forse allora, invece di giudicare Suor Cristina, noi bravi cattolici dovremmo domandarci: “E noi, cosa stiamo facendo affinché la gente non si allontani dalla Chiesa?”

Non ultimi ci sono i cattolici che “Se canta bene, allora che proponga un repertorio sacro!”: mi sembra di rivedere la scena del film Sister Act (tra l’altro Whoopi Goldberg su Twitter ha postato il video dell’esibizione di suor Cristina) quando la madre badessa pretendeva che il coro delle sue consorelle eseguisse per la visita del Papa un repertorio tradizionale.

Madre Teresa di Calcutta era una suora. Meno male che non è rimasta chiusa nel suo convento o in una Chiesa perché ad una suora non si addiceva andare in mezzo ai lebbrosi. Non credete che ci siano tante forme di lebbra che oggi nel nostro occidente benestante stanno inaridendo la vita di tanta gente comune?

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