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domenica 13 aprile 2014

c'è una cosa che il mondo fa: barcolla

c'è una cosa che il mondo fa: barcolla
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Il mondo è come lo descrissero i santi e i profeti: non migliora né peggiora. Ma c'è una cosa che il mondo fa: barcolla. Lasciato a se stesso, non va da nessuna parte; ma se viene guidato dai giusti riformatori della vera religione e filosofia, può migliorare sotto molti aspetti, e a volte per dei periodi abbastanza lunghi. Tuttavia preso in sé non è sinonimo di progresso, non è neanche in movimento: è solo la moda del momento destinata a durare poco. La vita in sé non è una scala, ma un'altalena.
Ora, questo è ciò che la Chiesa sostiene da sempre, e da quattrocento anni a questa parte è costantemente disprezzata proprio perché afferma questo. La Chiesa non ha mai detto che le ingiustizie non possono o non devono essere corrette; o che lo stato della società non possa e non debba essere migliorato; o che non vale la pena dedicarsi alle esigenze del secolo strettamente materiali; o che non è un bene che la buona educazione venga promossa, che le comodità vengano incrementate e che le crudeltà vengano diminuite. Ma ha detto che non dobbiamo contare sulla sicurezza che le comodità vengano incrementate e le crudeltà diminuite, quasi che questa fosse un'inevitabile tendenza sociale verso un'umanità senza peccato e non una tendenza umana, forse migliore, che può essere seguita da una peggiore. Non dobbiamo odiare o disprezzare l'umanità, tantomeno rifiutarci di aiutarla, ma non dobbiamo confidare nell'umanità, nel senso di fidarci di una tendenza umana, quasi fosse impossibile che possa tramutarsi in qualcosa di negativo. «Non confidate nei principi, in uomini in cui non è salvezza» (Salmo 145, 2-3). Ecco il punto fermo di questo tipo di politica molto pragmatica. Si può essere monarchici (e ci sarebbe molto da dire, e molto è già stato detto, proprio naie) e si può considerare la monarchia come la soluzione migliore, ma non confidate nella monarchia, nel senso di aspettarvi che il monarca si comporti in maniera diversa rispetto agli altri uomini. Si può essere democratici (e io riterrò sempre che è questo il modo più generoso e più cristiano di fare politica), esprimendo il vostro concetto della dignità umana attraverso il suffragio universale o ogni altra forma di eguaglianza, ma non confidate nel suffragio universale o negli uomini. C'è solo un piccolo difetto riguardante l'uomo, immagine di Dio, meraviglia del mondo e re del creato: non ci si può fidare. Se lo identificate con qualche ideale, che ritenete essere coessenziale alla sua natura e alla sua specifica finalità, il momento che lo vedrete realizzato vi apparirà improvvisamente come un traditore.
Non ci troviamo agli inizi di un'alba eterna e in espansione, ma abbiamo a che fare con l'alba che, tutti i giorni, è seguita dal giorno e, quindi, dalla notte; e la fede, come dice Belloc, «è l'unico faro in questa notte, se il faro ci sarà».
Nel cuore della cristianità, nei vertici della Chiesa, nel centro di quella civiltà che chiamiamo cattolica, lì e in nessun movimento, né in nessun futuro, si trovano la stabilità del senso comune, le tradizioni veraci, le riforme razionali, che l'uomo moderno ha cercato senza trovarle lungo tutto il cammino della modernità. Da questa volontà, e non da quella di coloro che faranno i governanti del futuro in questa terra distratta e inquieta, deriva il memento che la misericordia è stata trascurata e la memoria gettata via. Ecco il fatto che abbiamo finalmente scoperto; ed ecco perché lo pongo come prioritario. Tra i fatti che ho scoperto, dopo aver scoperto la verità, non è il primo cronologicamente, ma è il primo in importanza; e se mi fossi ancora trovato nell'oscurità, sarebbe stato il fatto che mi avrebbe condotto alla porta per uscirne
(Chesterton, Perché sono cattolico)

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