Omelia del Santo Padre 19-04-14
Il Vangelo della risurrezione di Gesù Cristo incomincia con il
cammino delle donne verso il sepolcro, all’alba del giorno dopo il
sabato. Esse vanno alla tomba, per onorare il corpo del Signore, ma la
trovano aperta e vuota. Un angelo potente dice loro: «Voi non abbiate
paura!» (Mt 28,5), e ordina di andare a portare la notizia ai
discepoli: «È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea» (v. 7).
Le donne corrono via subito, e lungo la strada Gesù stesso si fa loro
incontro e dice: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che
vadano in Galilea: là mi vedranno» (v. 10). "Non abbiate paura", "non
temete": è una voce che incoraggia ad aprire il cuore per ricevere
questo annuncio.
Dopo la morte del Maestro, i discepoli si erano dispersi; la loro
fede si era infranta, tutto sembrava finito, crollate le certezze,
spente le speranze. Ma ora, quell’annuncio delle donne, benché
incredibile, giungeva come un raggio di luce nel buio. La notizia si
sparge: Gesù è risorto, come aveva predetto…E anche quel comando di
andare in Galilea; per due volte le donne l’avevano sentito,
prima dall’angelo, poi da Gesù stesso: «Che vadano in Galilea, là mi
vedranno». "Non temete" e "andate in Galilea".
La Galilea è il luogo della prima chiamata, dove tutto era iniziato! Tornare
là, tornare al luogo della prima chiamata. Sulla riva del lago Gesù era
passato, mentre i pescatori stavano sistemando le reti. Li aveva
chiamati, e loro avevano lasciato tutto e lo avevano seguito (cfr Mt 4,18-22).
Ritornare in Galilea vuol dire rileggere tutto a partire dalla
croce e dalla vittoria; senza paura, "non temete". Rileggere tutto – la
predicazione, i miracoli, la nuova comunità, gli entusiasmi e le
defezioni, fino al tradimento – rileggere tutto a partire dalla fine,
che è un nuovo inizio, da questo supremo atto d’amore.
Anche per ognuno di noi c’è una "Galilea" all’origine del
cammino con Gesù. "Andare in Galilea" significa qualcosa di bello,
significa per noi riscoprire il nostro Battesimo come sorgente viva,
attingere energia nuova alla radice della nostra fede e della nostra
esperienza cristiana. Tornare in Galilea significa anzitutto tornare lì,
a quel punto incandescente in cui la Grazia di Dio mi ha toccato
all’inizio del cammino. E’ da quella scintilla che posso accendere il
fuoco per l’oggi, per ogni giorno, e portare calore e luce ai miei
fratelli e alle mie sorelle. Da quella scintilla si accende una gioia
umile, una gioia che non offende il dolore e la disperazione, una gioia
buona e mite.
Nella vita del cristiano, dopo il Battesimo, c’è anche un’altra "Galilea", una "Galilea" più esistenziale: l’esperienza dell’incontro personale con Gesù Cristo,
che mi ha chiamato a seguirlo e a partecipare alla sua missione. In
questo senso, tornare in Galilea significa custodire nel cuore la
memoria viva di questa chiamata, quando Gesù è passato sulla mia strada,
mi ha guardato con misericordia, mi ha chiesto di seguirlo; tornare in
Galilea significa recuperare la memoria di quel momento in cui i suoi
occhi si sono incrociati con i miei, il momento in cui mi ha fatto
sentire che mi amava.
Oggi, in questa notte, ognuno di noi può domandarsi: qual è la mia Galilea? Si tratta di fare memoria, andare indietro nel ricordo. Dov’è la mia Galilea?
La ricordo? L’ho dimenticata? Cercala e la troverai! Lì ti aspetta il
Signore. Sono andato per strade e sentieri che me l’hanno fatta
dimenticare. Signore, aiutami: dimmi qual è la mia Galilea; sai, io
voglio ritornare là per incontrarti e lasciarmi abbracciare dalla tua
misericordia. Non abbiate paura, non temete, tornate in Galilea!
Il Vangelo è chiaro: bisogna ritornare là, per vedere Gesù risorto, e
diventare testimoni della sua risurrezione. Non è un ritorno indietro,
non è una nostalgia. E’ ritornare al primo amore, per ricevere il fuoco che Gesù ha acceso nel mondo, e portarlo a tutti, sino ai confini della terra. Tornare in Galilea senza paura.
«Galilea delle genti» (Mt 4,15; Is 8,23): orizzonte del Risorto, orizzonte della Chiesa; desiderio intenso di incontro… Mettiamoci in cammino!
PAPA FRANCESCO
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