"Mi
sorse nell’animo il ricordo di Treblinka, e di primo acchito non capii …
Era lei che calcava coi suoi piedi nudi e leggeri la terra fremente di
Treblinka, camminando dal luogo dove svuotavano i vagoni
fino alla camera a gas. L’ho riconosciuta per l’espressione del volto e
degli occhi. Ho visto suo figlio, e l’ho riconosciuto per la sua strana
espressione, senza niente di infantile. Era questa l’espressione delle
madri e dei bambini quando sul fondo verde scuro dei pini vedevano il
muro bianco della camera a gas di Treblinka, è così che erano le loro
anime [...]L’abbiamo incontrata nel 1937: era lei che in piedi nella sua
stanza stringeva fra le braccia suo figlio per l’ultima volta, gli
diceva addio e gli divorava il volto con gli occhi, e poi scendeva le
scale deserte del palazzo che si era ammutolito (…)
Con un passo lento ed elastico, calzando degli stivaletti di capretto dal tacco basso, Stalin si è avvicinato al quadro e ha lungamente guardato, molto a lungo, i volti della madre e del figlio, accarezzandosi i baffi grigi.
Forse l’ha riconosciuta? L’aveva incontrata all’epoca della sua deportazione in Siberia, a Novoiudinsk, a Turukan, a Kureika, l’aveva incontrata sui treni, nelle prigioni di transito … Ha mai pensato a lei quando è diventato potente? Ma noi uomini, noi l’abbiamo riconosciuta, abbiamo riconosciuto suo figlio: lei è noi, il loro destino siamo noi, loro sono ciò che vi è di umano nell’uomo [...] E diremo: non c’è mai stato un tempo duro come il nostro, eppure non abbiamo lasciato che morisse ciò che di umano c’è nell’uomo.
Guardando partire la Madonna Sistina, noi conserviamo la fede che la vita e la libertà sono una cosa sola, e che non c’è niente al di sopra di ciò che di umano c’è nell’uomo.
Ed è questo che vivrà in eterno, e vincerà.
(V. Grossmann, da L'inferno di Treblinka)
Con un passo lento ed elastico, calzando degli stivaletti di capretto dal tacco basso, Stalin si è avvicinato al quadro e ha lungamente guardato, molto a lungo, i volti della madre e del figlio, accarezzandosi i baffi grigi.
Forse l’ha riconosciuta? L’aveva incontrata all’epoca della sua deportazione in Siberia, a Novoiudinsk, a Turukan, a Kureika, l’aveva incontrata sui treni, nelle prigioni di transito … Ha mai pensato a lei quando è diventato potente? Ma noi uomini, noi l’abbiamo riconosciuta, abbiamo riconosciuto suo figlio: lei è noi, il loro destino siamo noi, loro sono ciò che vi è di umano nell’uomo [...] E diremo: non c’è mai stato un tempo duro come il nostro, eppure non abbiamo lasciato che morisse ciò che di umano c’è nell’uomo.
Guardando partire la Madonna Sistina, noi conserviamo la fede che la vita e la libertà sono una cosa sola, e che non c’è niente al di sopra di ciò che di umano c’è nell’uomo.
Ed è questo che vivrà in eterno, e vincerà.
(V. Grossmann, da L'inferno di Treblinka)
2 commenti:
Nell'uomo c'è infinita ombra e la possibilità di una dedizione al male tanto grande quanto nei santi è grande la passione per Dio. Forse è da augurarsi che la parte divina dell'uomo possa avere la grazia di vincere
E' proprio vero quello che dici!!!
E' facilissimo cadere in tentazione,
ci vuole ogni giorno la forza di chiedere aiuto alla Madonna!!!
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