Il Papa: se non lo custodiamo il creato ci distruggerà
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Custodire il Creato come il dono più bello fatto da Dio agli uomini,
altrimenti il rischio è che il Creato distrugga l'uomo. Lo ha affermato
Papa Francesco all’udienza generale di stamattina in Piazza San Pietro,
dedicata al dono spirituale della “scienza”. L'ambiente, ha riaffermato
il Papa, non è una nostra "proprietà" su cui spadroneggiare "a
piacimento".
La
scienza oltre la scienza, cioè il saper comprendere non solo le
bellezze del creato, ma cogliere la voce di Dio in quelle meraviglie,
rispettando la natura e l’universo come un dono per tutti e non
abusandone come fosse una proprietà privata. Questa particolare
“scienza” è uno dei sette dello Spirito Santo. In una catechesi
sviluppata più che altro a braccio, su un tema notoriamente molto
sentito, Papa Francesco afferma che quando l’uomo si ferma ad ammirare
la grandiosità del cosmo in tutte le sue parti, lo Spirito spinge il
cuore a riconoscere, al di là lo stupore, il “segno” dell’“infinito
amore” di Dio nella creazione e a considerarla quindi un “dono
inestimabile”. E tale percezione di bellezza e bontà – sottolinea Papa
Francesco – scaturisce in certo modo dai sentimenti stessi di Dio
provati all’alba della creazione:
“Se
Dio vede che il creato è una cosa buona, è una cosa bella, anche noi
dobbiamo assumere questo atteggiamento e vedere che il creato è cosa
buona e bella. Ecco il dono della scienza che ci fa vedere questa
bellezza, pertanto lodiamo Dio, ringraziamolo per averci dato tanta
bellezza. E quando Dio finì di creare l’uomo non disse ‘vide che era
cosa buona’, ma disse che era ‘molto buona’. Agli occhi di Dio noi siamo
la cosa più bella, più grande, più buona della creazione: anche gli
angeli sono sotto di noi, noi siamo più degli angeli”.
Il
dono della scienza è fondamentale anche per il rovescio della medaglia,
nel mettere cioè in guardia dal grande e frequente pericolo di
considerarci – afferma Papa Francesco – “padroni del Creato”:
“Il
Creato non è una proprietà, di cui possiamo spadroneggiare a nostro
piacimento; né, tanto meno, è una proprietà solo di alcuni, di pochi: il
Creato è un dono, è un dono meraviglioso che Dio ci ha dato, perché ne
abbiamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti, sempre con grande
rispetto e gratitudine”.
Non
padroni e sfruttatori, ma protettori della creazione nel suo insieme.
Questo, spiega il Papa, è l’unico ruolo che l’uomo può e deve rivestire:
“Noi
siamo custodi del creato. Quando noi sfruttiamo il creato, distruggiamo
il segno dell’amore di Dio (...) Custodirlo perché se noi distruggiamo
il creato, il creato ci distruggerà! Non dimenticate questo. Una volta
ero in campagna e ho sentito un detto da una persona semplice, alla
quale piacevano tanto i fiori e li custodiva. Mi ha detto: ‘Dobbiamo
custodire queste cose belle che Dio ci ha dato; il Creato è per noi
affinché ne profittiamo bene; non sfruttarlo, ma custodirlo, perché Dio
perdona sempre (…) ma il creato non perdona mai e se tu non lo
custodisci lui ti distruggerà”.
Al
momento dei saluti ai gruppi di lingua italiana, Papa Francesco ha
ricordato che sabato prossimo, ad Aversa, in Campania, verranno
proclamati Beati il sacerdote del Pime, Mario Vergara, e Isidoro Ngei Ko
Lat, laico e catechista, uccisi nel 1950 in Birmania, in odio alla
fede:
“La
loro eroica fedeltà a Cristo possa essere di incoraggiamento e di
esempio ai missionari e specialmente ai catechisti che nelle terre di
missione svolgono una preziosa e insostituibile opera apostolica, per la
quale tutta la Chiesa è loro grata”.
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