Come reagire ai dispiaceri della vita
GIACOMO LEPARDI, Zibaldone, 1817/32 (stampato postumo).
Spesse volte in occasioni di miei dispiaceri, anche grandi, io ho dimandato a me stesso: posso io non affliggermi di questa cosa? E l'esperienza avutane già più volte, mi sforzava a risponder di sì, che io poteva. Ma il non affliggersene sarebbe contro ragione: non vedi tu il male come è grave, come è serio e vero?
Lasciamo star che nessun male è vero per se, poichè se uno non lo conosce o non se ne affligge, ei non è più male. Ma l'affliggertene può forse rimediarvi o diminuirlo? No. Il non affliggertene può forse nuocerti? No certo. E non è meglio assai per te il non pensarne, il non pigliarne dolore, che il pigliarlo? Meglio assai. Come dunque sarà contro ragione? Anzi sarà ragionevolissimo.
E se egli è ragionevole, se utile, se tu lo puoi, perchè non lo fai? Che ti manca se non il volerlo? Io vi giuro che queste considerazioni mi giovavano veramente, ed avevano reale effetto, sicché io ricusando di affliggermi di una mia sventura, per notabile ch'ella fosse, non me ne affliggeva in verità, e ne pativa per conseguenza assai poco
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