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domenica 22 dicembre 2019

Maria prega, mentre Giuseppe culla il Bambino Gesù. L’iconografia medioevale di San Giuseppe], di Nicholas Rogers


- Scritto da Redazione de Gliscritti: 27 /01 /2019 - 15:20 pm | Permalink
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Riprendiamo sul nostro sito una nostra traduzione di un testo di Nicholas Rogers, apparso all’interno di un articolo di Pamela Tudor-Craig, disponibile on-line con il titolo Illuminating Christmas with the friars. Pamela Tudor-Craig, with Nicholas Rogers, reflects on the context of an image of the Holy Family sul sito Church Times (https://www.churchtimes.co.uk/articles/2012/21-december/books-arts/visual-arts/illuminating-christmas-with-the-friars ) apparso il 21/12/2012 su quel sito. Per altri testi, cfr. la sezione Arte e fede.
Il Centro culturale Gli scritti (27/1/2019)
Miniatura in tempera e oro da un Libro d'Ore 
composto a Besançon, in Francia, nel 1450 
circa, Fitzwilliam MS 69 folio 48r,The Nativity, 
Fitzwilliam Museum, Cambridge, Inghilterra
N.B. de Gli scritti
Su suggerimento di alcuni lettori proponiamo anche questa immagine che rappresenta Maria che permette a Giuseppe di pregare con lei, mentre entrambi guardano il Bambino Gesù, tratta dal sito della British Library https://www.bl.uk/catalogues/illuminatedmanuscripts/results.asp?AttribID=59&fbclid=IwAR0fzmgJbjrcO7bdO1-aM8XejHPdcZ7hahsnmJUDWVb_BIEcQscuxfjzSxo
Aggiungiamo che l’abitudine iconografica precedente di rappresentare Giuseppe in disparte o nel sonno (e nel sogno) non ha solo il significato indicato nel testo da Nicholas Rogers, ma ancor più quella di significare a livello iconografico che egli è cosciente di non essere il padre fisico del Bambino. Giuseppe, pertanto, in disparte, si stupisce della nascita che ha origine in un mistero di cui sono “causa” solamente la sua sposa e lo Spirito Santo.
Harley 4381, Guiart des Moulins, Bible 
historiale (vol. 1), Parigi, tra 1403 e il 
1404, British Library, Londra. Inghilterra
Helpful spouse: the Blessed Virgin Mary reads in bed, 
as St Joseph nurses the Christ-child in Horae, French, 
Fitzwilliam MS 69 folio 48r,The Nativity 
© THE FITZWILLIAM MUSEUM, CAMBRIDGE 

Nicholas Rogers sull’iconografia di San Giuseppe dall’articolo Illuminating Christmas with the friars. Pamela Tudor-Craig, with Nicholas Rogers, reflects on the context of an image of the Holy Family

[…] Una volta superato lo shock iniziale della rilegatura multicolore francese del XVIII secolo, una composizione di losanghe carica di colori che sembra più del 1930 che del 1730, il MS 69 nel Fitzwilliam Museum ci appare come un normale Libro d’Ore francese della metà del XV secolo, miniato da un artista di provincia che, a dire il vero, non è un maestro insigne, sebbene alcuni aspetti del suo stile suggeriscano una conoscenza del lavoro di Rohan Master, il più singolare  miniaturista francese degli inizi del XV secolo.
Anche i contenuti non sono particolari: un calendario in francese, l’inizio del Vangelo di San Giovanni, le Ore della Vergine, salmi penitenziali, litania, le Ore della Croce, le Ore dello Spirito Santo, e devozioni eucaristiche e mariane. Le illustrazioni sono convenzionali solo in apparenza, ma la raffigurazione della Natività presenta una rielaborazione inedita di un tema familiare: sono presenti tutti i personaggi soliti - Maria, Gesù, Giuseppe, il bue e l’asino - ma è Giuseppe, seduto umilmente a terra, che culla il Cristo Bambino, mentre la Vergine, in un abito con dorature e con copricapo bianco, siede a letto, leggendo: Maria e Giuseppe sono legati compositivamente dal bue e dal mulo, che sono incastonati da una recinzione di canniccio che li isola.
Giuseppe appare per la prima volta nei presepi del V secolo: è raffigurato come una figura seduta e contemplativa, a volte sembra addormentato, ricordando l’importante ruolo dei sogni a guida della vita sua e della famiglia. Questa modalità di rappresentazione è rimasta tipica in Oriente e in Occidente e solo nel 13° secolo Giuseppe ha rivestito un ruolo più attivo nella raffigurazione della Natività. In un frammento della distrutta parete divisoria tra navata e coro del XIII secolo nella cattedrale di Chartres, Maria riposa in un giaciglio vicino al Bambino fasciato nella mangiatoia, mentre Giuseppe offre a lui una veste con sollecitudine.
Nell’arte olandese e tedesca del 14° e 15° secolo, Giuseppe è impegnato in una serie di compiti: lo si trova a scaldare vestiti, a cucinare cibo o ad attizzare il fuoco. Nell’altare boemo di Hohenfurth della metà del XIV secolo aiuta a preparare il bagno al Bambino. Un esempio particolarmente affascinante è la Natività dei Paesi Bassi di circa 400 nel Museo Mayer van den Berg, ad Anversa, anta di una pala d'altare portatile, che lo mostra mentre taglia dai propri indumenti per creare fasce per il Bambino.
In un’altra rappresentazione di questo tipo, Giuseppe si rivolge alla Vergine: “Maria, prendi i miei indumenti e avvolgi il tuo caro bambino in loro”. Tali immagini familiari di Giuseppe possono derivare dalla sua rappresentazione nei drammi che rappresentavano in forma teatrale i Misteri, ed è raro che Giuseppe venga mostrato mentre tiene il Cristo Bambino. Lo fa nel Petri-Altar del Maestro Bertram, del 1437, ora nella Kunsthalle di Amburgo, ma in questo caso sta chiaramente consegnando il Bambino a sua Madre.
Nel Fitzwilliam 69, l’enfasi è più chiaramente sul suo ruolo di padre adottivo.
Questo ruolo di Giuseppe è più comunemente raffigurato nell'arte tedesca del tardo Medioevo: una xilografia del 1470 mostra Giuseppe che guida il Cristo-bambino per mano, forse al ritorno dall'Egitto. In una pala d'altare di un seguace dell'artista del Basso Reno, Hendrick Bogaert, Gesù assiste Giuseppe nella bottega del falegname: tra gli elementi dell'iconografia della Natività e la fuga in Egitto, numerose immagini devozionali della Sacra Famiglia vennero create nei Paesi Bassi e in Germania nel XV secolo. Un’antica incisione su legno della Sacra Famiglia nell'Albertina mostra la Vergine incoronata e in trono che allatta il Bambino, mentre San Giuseppe cucina un pasto.
Nella Sacra Famiglia di Joos van Cleve, nel Metropolitan Museum of Art di New York, Giuseppe è raffigurato come un anziano, con denti mancanti e una barba rozza, con in mano un paio di occhiali: è un esempio che si rifà al ritratto medioevo medievale di lui come una figura patriarcale, con la barba bianca. Il teologo Jean Gerson, il principale promotore del culto di San Giuseppe nella Francia del XV secolo, contestò la rappresentazione del santo come di un vecchio in decadenza, sostenendo che la Vergine avrebbe avuto bisogno del sostegno di qualcuno in pieno vigore, specialmente durante la fuga in Egitto, ma la rappresentazione di Giuseppe con barba bianca rimase abituale fino al 17° secolo.
La Beata Vergine Maria è più comunemente associata a un libro nel contesto dell'Annunciazione, mentre legge la Parola nel momento in cui il Verbo si incarna; a volte nel libro sono inscritte le parole della sua risposta al saluto angelico.
Maria legge anche nel Fitzwilliam che stiamo commentando e ciò ha lo scopo di ricordarci l'evento dell’Incarnazione, proprio come il libro che Sant'Anna usa per insegnare alla Vergine prefigura l'annuncio. Il libro che la Vergine legge fornisce anche un punto di contatto con chi utilizzava il Libro d'Ore, incoraggiandolo quindi a coltivare un'unione spirituale con Maria nella sua lettura devozionale, collegando le sue preghiere con quelle della Vergine al momento della Natività.
[Pamela Tudor-Craig, oltre ad un’amplissima trattazione più generale, aggiunge al testo le seguenti notazioni  specifiche: «Che cosa sappiamo della persona per la quale è stata creata questa miniatura della Natività? Non esiste uno stemma o un'iscrizione che permetta di identificare il primo proprietario del Fitzwilliam 69, ma ci sono diversi indizi: De Gaulle si è lamentato una volta della difficoltà di governare un paese che aveva 246 diversi tipi di formaggio: molti papi devono aver provato lo stesso sentimento dinanzi alla Chiesa gallicana, con la sua molteplicità di usi liturgici locali.
Il Fitzwilliam 69 è un rappresentante dell'uso di Besançon nella Franca Contea, tra Borgogna e Svizzera. Il calendario e le litanie sono pieni di santi locali poco conosciuti altrove: Ferreolus, Ferrutio, Antidius, Nicetius, Prothadius. Il libro è stato redatto per una donna che è raffigurata inginocchiata in preghiera davanti alla Vergine e al Bambino all'inizio di una traduzione francese della preghiera “Deprecor te domina”. Il suo abito di tonalità rosacea con colletto rovesciato e collo verde a forma di cuore sarebbe stato di moda negli anni 1440. È possibile che il libro fosse un regalo di nozze: era consuetudine in Francia, fino al ventesimo secolo, che una sposa ricevesse un Libro d’Ore, o, più tardi, un orazionale da prete con ulteriori devozioni nel giorno del suo matrimonio. Circa 30 anni dopo, il primo proprietario o uno a lui successivo ha aggiunto ulteriori letture del Vangelo alla fine del libro, dopodiché non vi è alcun segno di utilizzo fino a quando il libro non è passato alla collezione del 7° visconte FitzWilliam, Richard.
A Besançon c'era una presenza domenicana (ma dove non c'era?). Un figlio di quella città, Stefano di Besançon, servì brevemente come Maestro dell'Ordine nel 1292-94»].

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