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giovedì 26 dicembre 2019

Don Bosco e lo sconosciuto

Don Bosco e lo sconosciuto

Non pretendiamo di insegnare a nessuno che il viaggio di Don Bosco a Parigi nel maggio del 1883 fu, per l'umile sacerdote, un continuo trionfo, una serie ininterrotta di pie ovazioni, in una parola, un magnifico atto di fede di questo mondo in una città che è rappresentata come incredula.
Ovunque fosse Don Bosco, un'immensa folla di visitatori, da tutti i ranghi della società, venne a chiedere a colui che era chiamato ad alta voce l'uomo di Dio, una grazia, un consiglio, una parola.

Molti dovettero accontentarsi di vederlo, senza parlargli ed ottenere una benedizione. Altri, più fortunati o più perseveranti, andarono da lui.

Questo episodio fu reso noto solo dopo la morte di Victor Hugo

* *

Una sera a Don Bosco fu presentato a un personaggio che gli era completamente sconosciuto. Dopo tre ore di anticamera, venne il suo turno: erano le undici.

Appena entrato egli disse queste parole:

"Non preoccupatevi, signore, se vi dico che sono un non credente, e quindi non credo ai miracoli che alcuni proclamano."

Don Bosco rispose:

"Non so chi ho l'onore di parlare, e non voglio saperlo; Vi assicuro che non cercherò minimamente di farvi credere a ciò che non volete ammettere. Non Vi parlerò più di religione: non sembra che l'argomento Vi interessi. Tuttavia ditemi è sempre stato così nella vostra vita ?"

- Nella mia infanzia, ho creduto come credevano i miei genitori e i miei amici; ma dal momento in cui sono stato in grado di pensare e ragionare, ho messo da parte la religione e ho vissuto come filosofo.-

"Cosa intendete con queste parole: vivere da filosofo?"

-Condurre una vita felice, senza credere nella vita soprannaturale o futura, un mezzo usato dai sacerdoti per spaventare le persone semplici di poca istruzione.-

"E voi, cosa credete, in effetti, della vita futura?"

- Non perdiamo tempo a occuparci di questa domanda: parlerò della vita futura quando sarò in futuro.-

"Vedo che state scherzando; ma, dato che siamo su questo argomento, abbiate la bontà di ascoltarmi: in futuro, può succedere che una grave malattia arrivi inaspettatamente."

"Non c'è dubbio", disse lo sconosciuto, che sembrava un uomo robusto, ma già di età avanzata, tanto più che alla mia età si è esposti a una serie di malattie.

"E queste malattie non potrebbero portarvi alla tomba?"

- È inevitabile, nessuno può fare a meno di rendere omaggio alla morte.-

"E quando, arrivato alla vostra ultima ora, starete per entrare nella vostra eternità ...?"

- Avrò cura, essendo un filosofo di non credere nel soprannaturale.-

"E Vi impedirà, almeno in quel momento, di pensare all'immortalità della vostra anima?"

- Niente: ma sarebbe un atto di debolezza che mi coprirebbe in modo ridicolo agli occhi dei miei amici.-

"Tuttavia, quando sarete alla fine della vostra vita, non vi costerà nulla portare pace alla vostra coscienza! "

- Lo capisco, ma non penso sia necessario abbassarmi a questo punto.-

"Se voi siete così, cosa state sperando? Presto il presente non vi apparterrà più; del futuro, non volete essere informato al riguardo. Qual è la vostra speranza?"

Lo sconosciuto abbassò la testa: stava meditando.

Dopo un momento Don Bosco continuò:

"Dovete pensare al futuro supremo. Di fronte avete ancora un po' di vita: approfittatene per entrare nel seno della Chiesa e per implorare la misericordia di Dio, sarete salvato e salvato per sempre. Se non lo fate, morirete incredulo, da reprobo, e tutto sarà finito per voi. Non avrete più nulla da sperare che il nulla, come dite voi, oppure la punizione eterna.

Il vecchio rispose:

- Voi avete un linguaggio in cui non vedo la religione o la filosofia: ma una parola da amico che non rifiuto di ascoltare. So che tra tutti i miei amici, molto avanzati in fatto di filosofia, nessuno ha mai risolto il problema: o una eternità di dannazione od il nulla! -

-Voglio meditare su quello che mi avete appena detto e, se potrò, tornerò a trovarvi -
Strinse la mano a D. Bosco, gli porse il suo biglietto da visita e uscì. Don Bosco lesse nome del suo visitatoreVICTOR HUGO.

Il grande poeta ritornò pochi giorni dopo e disse a Don Bosco, prendendo le sue mani:

"Non sono più il personaggio dell'altro giorno, vi ho fatto uno scherzo, presentandomi come uno scettico. Io sono Victor Hugo, e vi prego di voler essere il mio devoto amico. Credo nell'immortalità dell'anima, credo in Dio; e spero di morire tra le braccia di un prete cattolico che può raccomandare la mia anima al Creatore."

Sappiamo che lo sfortunato Victor Hugo , due anni dopo, il giorno 22 del medesimo mese di maggio rese l'anima a Dio senza avere il conforto dell'assistenza di un prete.

Charles d’ESPINEY,
Don Bosco, Turin, 1891

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