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venerdì 4 settembre 2020

 «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18,20). Nessun altro nome oggi qui ci raduna; nessuno dei vari nomi che a turno brillano per qualche tempo nella vicenda umana, e poi irrimediabilmente si spengono: noi siamo qui convocati dal nome del Figlio di Dio e dalla sua croce. Perciò ci è data questa consolante certezza: il Signore Gesù, che vive e vince e regna su tutte le vicissitudini della storia, è qui con noi. 

Non siamo schierati a favore di niente, che non sia il Vangelo di Cristo per la salvezza e la liberazione dell’uomo; soprattutto non siamo schierati contro nessuno, che non sia il demonio col suo instancabile magistero di menzogna e di morte. Se restiamo riuniti nel nome di Cristo, non siamo mai soli, non siamo mai creature senza difesa di fronte alla impietosa cecità del caso. 

Chi sa di avere con sé il Redentore del mondo e decide di stare dalla sua parte, è dalla parte dell’ultimo vincitore. Senza dubbio è uno strano vincitore, che sembra sempre sconfitto: sembra sconfitto quando i suoi piccoli fratelli vengono oppressi e uccisi; sembra sconfitto quando la voce della sua Chiesa (che è la sua voce) è soffocata dal prepotere degli avversi clamori; sembra sconfitto quando il suo annuncio di vita deve cedere di fronte alle prevaricazioni legalizzate dell’egoismo. Ma alla fine la vittoria sarà sua, e di coloro che non l’avranno mai rinnegato. (9 settembre 1990, rovine della Chiesa di Santa Maria di Casaglia, Omelia per il pellegrinaggio a Monte Sole).

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