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domenica 31 agosto 2025

BACILLUS SUBTILIS

 BACILLUS SUBTILIS

Ottimo quello che trovo scritto sul Bacillus Subtilis, un fungo comunemente usato per ripristinare la flora intestinale dopo terapia antibiotica.

Colture di B. subtilis sono state utilizzate fino a tutto il 1950 come una medicina alternativa a causa degli effetti immunostimolanti della sua parete cellulare, funzione preziosa in assenza di antibiotici. Si è notato infatti che la reazione immunitaria di digestione di frammenti della sua parete cellulare produceva un significativo aumento di attività immunitaria ad ampio spettro, compresa l'attivazione di specifici anticorpi IgM, IgG e IgA, ed il rilascio di dinucleotidi CpG. È inoltre importante la sua capacità di indurre attività di produzione di leucociti e citochine, importanti per lo sviluppo di citotossicità verso le cellule tumorali.

È stato commercializzato in tutta l'America e l'Europa dal 1946 come aiuto immunostimolante nel trattamento delle malattie dell'intestino e del tratto urinario, quali Rotavirus e Shigella e si può dire con ottimi risultati, ma ha visto una drastica riduzione di popolarità dopo l'introduzione del antibiotici a basso prezzo, nonostante il Bacillus Subtilis non produca mai reazioni allergiche a differenza degli antibiotici., e con livelli di tossicità significativamente inferiori agli antibiotici per la flora intestinale normale che oltretutto se carente viene ripristinata. Si è visto inoltre che il Bacillus Subtilis è uno dei maggiori produttori di vitamine del gruppo B, ma in particolare di una vitamina liposolubile, la K2, che produrrebbe addirittura per una percentuale del 90% del fabbisogno giornaliero. Già una flora intestinale probiotica (ricca di Lattobacilli e di Bifidobatteri ecc) si sapeva che produceva circa il 70% della Vit K2, ma se a tale flora si aggiunge il Bacillus Subtilis si può arrivare al 90% del fabbisogno giornaliero; lascio immaginare come il restante 10% si ritrovi negli alimenti. Si è visto che il Bacillus Subtilis si produce bene in omogeneizzati di legumi ed a temperatura ambiente (20° girca), si produce con estrema rapidita, generalmente un flaconcino(contenente 2 miliardi del batterio) riempie un omogeneizzato di legumi( es Fagioli, Lenticchie, Ceci, Soia) in circa 2 giorni. Per “riempie” intendo che raggiungere il suo numero massimo che in un litro, essendo il battere molto piccolo, può raggiungere i 20.000 miliardi. Successivamente, dopo i due giorni, conviene mettere l’omogeneizzato in frigorifero, così la soluzione si stabilizza, il numero del batterio resta costante anche per molti giorni, ed impedisce ad altri batteri di colonizzare l’omogeneizzato. Questo lo si tenga comunque in recipiente chiuso e si regoli il frigo sui 6°, in tal modo il batterio non si replica più e la soluzione resta stabile per almeno 10 giorni. La sua proprietà immunostimolante, che diventa addirittura simil-antibiotica è quindi da riscoprire. Ho notato su di me e sui miei familiari , che ne basta mezzo bicchiere dell’omogeneizzato per avere un buon effetto nelle tonsilliti e nelle faringiti. In patologie più gravi, ovviamente lo abbino agli antibiotici. Si può usare anche Latte di Soia per ottenere la soluzione. Mai Latte di Riso o di Mandorle, perché necessita per svilupparsi di proteine, e questi latti ne sono praticamente privi.

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AZIONE ANTITUMORALE DI ALCUNI ANTIBIOTICI E SOSTANZE NATURALI

 AZIONE ANTITUMORALE DI ALCUNI ANTIBIOTICI E SOSTANZE NATURALI

Claudio Sauro 29 Luglio 2016

Da poco si stà studiando l’azione antitumorale di alcuni antibiotici, il punto è che di alcuni non si conosce ancora il meccanismo. Vediamo di che antibiotici si tratta: 

- La doxaciclina (usatissima dai dermatologi per l’acne)(BASSADO)che ha dimostrato di essere attiva nei linfomi, nel  glioblastoma, il cancro del seno, il cancro delle ovaie ed il cancro della prostata.sembra sia estremamente selettiva nel curare questi tumori agendo sul citocromo S30 del tumore. 

- I macrolidi ed in particolare la Doxaciclina che ha dimostrato una buona attività nel carcinoma del polmone sia a piccole cellule che a grandi cellule agendo sul citocroma S50  neoplasia. Deve comunque ancora essere testata anche su altri carcinomi; non dimentichiamo infatti che tutti i carcinomi hanno il citocromo S50. 

- E praticamente tutti i farmaci antifungini tipo la Doxaciclina che hanno dimostrato un buon effetto su tutti i carcinomi; si è postulato che agiscano come angiogenetici, ma la loro azione angiogenetica è modesta e non giustifica l’attività antitumorale. 

- Farmaci che si trovano in natura come l’acido propionico, questo è un acido carbossilico a catena corta che si trova comunemente nelle ghiandole sudoripare a cui conferisce il caratteristico odore e nell’intestino dove viene sintetizzato in grande quantità da alcuni batteri, in particolare dal Propionibacterium ma anche da batteri lattici. Esso si trova pure nei formaggi svizzeri anche se in piccola quantità(Emmental) ed impedisce che questi facciano la muffa. Viene pure messo in moltissimi cibi come antifungino, in particolare nel pane come propionato di calcio e di sodio. Quello che è caratteristico è che l’acido propionico ha dimostrato di essere un antitumorale. Il meccanismo ancora non si conosce ed è allo studio. L’acido propionico esercita un effetto antitumorale anche a livello sistemico anche se va in circolo in piccolissime dosi. Una flora intestinale probiotica ne produce parecchio ed impedisce che l’intestino venga colonizzato da muffe. A dosi alte se va in circolo da una leggera eccitazione ma si è visto che può essere utile nell’autismo anche se non è ancora entrato in terapia. Ma questo ci dice che nelle forme autistiche è utile avere una flora intestinale probiotica, e questa è una constatazione che aveva fatto e segnalato anche il Prof. Luciano Pecchiai. 

 - L’acido caprilico presente in numerosi alimenti  ha dimostrato di avere una buona attività antitumorale. Si tratta di un acido carbossilico con formula CH3(CH2)6COOH. Ne bastano 5-6 gr perchè eserciti un azione antitumorale per via sistemica. Stranamente, alla stessa dose esercita anche una buona attività antifungina. 

- L’azione antitumorale della Vit D non sembra legata solo ai recettori di membrana ma anche ad un antibiotico ad ampio spettro che essa produce la la  Del resto tutta l’IMMUNOTERAPIA ONCOLOGICA si basa sulla risposta immunitaria che sviluppa l’organismo nei confronti delle cellule tumorali.In questo senso potremmo considerare la Vit D come il primo ed il più importante ANTICORPO MONOCLONALE.

- L’azione antibiotica di numerose sostanze naturali come l’allicina dell’aglio e della cipolla che agisce soprattutto sui funghi, ma anche sui batteri gram positivi, e lazione antibiotica di numerose sostanze contenute nelle brassicacee che sembrano soprattutto legate ai prodotti solforati. E’ interessante notare che aglio, cipolla e brassicacee hanno una buona azione antitumorale.  

- L’azione antibiotica del Cloruro di Magnesio pare si estenda a tutti i batteri e funghi con meccanismo ancora sconosciuto. Lo abbiamo ampiamente trattato e la sua antibiotica è stupefacente il Cloruro di Magnesio ho constatato più volte che agisce a livello sistemico meglio di un comune antibiotico. 

- L’azione antibiotica di certi Sali se iniettati direttamente nel tumore, ricordiamo il Bicarbonato di Sodio, metodo usato da Simoncini il quale ha scritto un libro con tanto di documentazione, cartelle cliniche ecc, il quale sostiene che il Bicarbonato di Sodio si diffonde nel tumore con molta rapidità e lo disgrega. Io vorrei chiedere a Simoncini, perché non ha usato il Cloruro di Magesio che si diffonde ancora meglio essendo estremamente igroscopico ed il magnesio (a differenza del sodio) penetra nella cellula tumorale e la basifica mandandola in apoptosi.  Alla fine voglio porre un filmato in proosito. 

Ho voluto fare questo Post come compendio del precedente, perché (il precedente ) troppo lungo, complesso, ed illeggibile dai profani in medicina. Posto ciò, è interessante tutta questa attività antitumorale degli antibiotici sia di sintesi che naturali il cui meccanismo antitumorale non si è ancora del tutto capito.  

P.S  La  doxaciclina bisogna assumerla alla dose di 200 mg al giorno (2 cp di  Bassado) per 15 giorni e continuare per almeno 2 mesi con 100 mg e  funzioa realmente sul Glioblastoma io direi meglio di una Chemioterapia  Ufficiale. Il motivo per cui non si è fatto forse risiede nel prezzo. .  Il Bassado costa 4 euro, vi lascio immaginare se lo usano.  L'azitromicina (macrolide) fa regredire nel 60% dei casi il tumore  polmonare, che lo guarisca è ancora presto per dirlo perchè gli studi  sono appena iniziati. L'acido propionico agisce soprattutto sui  carcinomi dove esercita una buna azione (50-60% dei casi di regressione,  per la guarigione completa bisognerà aspettare ancora un po di tempo  visto che anche qui gli studi sono appena iniziati e dal momento che non  costa nulla e non è brevettabile non so neppure se continueranno gli  studi. Un discorso particolare va fatto per la CATELICIDINA prodotta  dalla Vit D, la quale sembra agire su tutti i tumori. L'azione  antitumorale di Aglio e Cipolla è nota fin dal 1960, una recente ricerca  fatta dalla Columbia University ha dimostrato che a titolo preventivo  riduce i tumori del 50%. La ricerca è stata condotta su 150 mila  persone. La quantità di Cloruro di Magnesio, perchè sia antibiotica deve essere di 5-6 gr al giorno. Se vi da diarrea prendete un antidiarroico tipo Dissenten (una cp dopo ogni scarica) e fermenti lattici, particolarmente efficace è il Lactobacillus Rhamnosus (Kaleidon 60 cp ne bastano 2 cp al giorno). 

 

P.S Ma il fatto che tante sostanze che hanno azione antibiotica ed antifungina non vi fa sospettare che alla base di molti tumori non ci possa essere anche una patologia batterica o micotica.

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Sant’Agostino

Sant’Agostino: “Ama e fa’ ciò che vuoi”.

Da
 Giovanni Fighera
 -
 28 Agosto 2025

 Nato a Tagaste (nell’attuale Algeria) nel 354, sant’Agostino ebbe un’educazione cristiana grazie alla madre Monica.

Il padre, pagano, decise di inviarlo a Cartagine per favorire la sua preparazione forense e corroborare la sua capacità retorica che già brillava fin dall’adolescenza.

Nell’importante città africana Agostino giunse nel 370, ormai già allontanatosi dall’educazione materna, preso e catturato dalle lusinghe del piacere, entusiasta del successo che iniziava a riscuotere. Ivi, Agostino conobbe una ragazza, da cui ebbe un figlio (Adeodato) e con cui convisse per 15 anni.

A Cartagine Agostino iniziò a cogliere i limiti di una preparazione retorica slegata dalla verità, rimase affascinato dalla filosofia e avvinto dall’Hortensius di Cicerone, che lo spronava a ricercare la saggezza.

Nel 373 conobbe il manicheismo, dottrina che risaliva a Mani di Babilonia, che sosteneva la lotta continua tra i due princìpi del bene e del male e negava, al contempo, la libertà dell’uomo attribuendo la responsabilità delle azioni cattive alla forza del male.

Agostino promosse questa dottrina con la forza persuasiva delle sue parole e dei suoi scritti, ma rimase sempre solo al livello di uditore, poiché non venne mai iniziato alla setta. Il suo inesausto anelito alla verità non trovava, infatti, conforto nelle parole di Mani.

Agostino fu deluso, poi, quando incontrò Fausto, vescovo dei manichei: allora comprese la grande distanza tra la verità e la vuota e saccente retorica di quell’uomo.

A 29 anni Agostino si recò in Italia, prima a Roma e poi a Milano, dove venne inviato grazie all’appoggio del praefectus urbi Simmaco che voleva contrastare la fama sempre più crescente del vescovo Ambrogio.

Agostino conobbe così il vescovo di Milano, iniziò ad ascoltare le sue prediche per coglierne i difetti e le aporie, ma nel tempo fu catturato da quell’uomo e dalle sue prediche. Fu la stessa Provvidenza, a detta di Agostino, a indirizzarlo verso Ambrogio, come leggiamo nel V libro delle Confessioni:

 

“La tua mano (di Dio) mi conduceva a lui (Ambrogio) senza che io lo sapessi, per essere condotto, cosciente, da lui a Te. Egli, l’uomo di Dio, mi accolse con bontà paterna: da buon maestro accolse il pellegrino. Presi subito ad amarlo, sulle prime, purtroppo, non come un maestro di quella verità che io non speravo affatto di trovare nella tua Chiesa, ma per la sua bontà verso di me.

Ero assiduo ascoltatore delle spiegazioni che teneva al popolo, non con lo scopo con cui avrei dovuto, ma quasi per giudicarne l’eloquenza, se conforme alla fama, […] e pendevo dalle sue labbra, attratto dalle sue parole, ma non interessato, anzi alquanto infastidito dall’argomento. «Lontano dai peccatori è la salvezza», e io ero di quelli. Però andavo avvicinandomi a essa, a poco a poco, senza saperlo”.

 

L’incontro con il vescovo Ambrogio fu l’inizio del cambiamento di un uomo che cercava da anni la verità e che comprese che la verità non è un pensiero, ma una persona: Gesù Cristo. La madre Monica aveva, nel frattempo, raggiunto il figlio a Milano e continuava a pregare per la sua conversione e per la sua felicità.

La circostanza della metànoia (radicale cambiamento e conversione) è da Agostino raccontata nelle Confessioni:

 

“Così parlavo e piangevo nell’amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi».

Mutai d’aspetto all’istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte.

Arginata la piena delle lacrime, mi alzai. L’unica interpretazione possibile era per me che si trattasse di un comando divino ad aprire il libro e a leggere il primo verso che vi avrei trovato.

Avevo sentito dire di Antonio [sant’Antonio abate, ndr] che ricevette un monito dal Vangelo, sopraggiungendo per caso mentre si leggeva: «Va’, vendi tutte le cose che hai, dalle ai poveri e avrai un tesoro nei cieli, e vieni, seguimi». Egli lo interpretò come un oracolo indirizzato a se stesso e immediatamente si rivolse a Te.

Così tornai concitato al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell’Apostolo all’atto di alzarmi. Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi.

Diceva: «Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo né assecondate la carne nelle sue concupiscenze».

Non volli leggere oltre, né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono” (Sant’Agostino, Confessiones VII).

 

L’episodio risale al 386. Agostino aveva trentadue anni. La voce di un bimbo lo aveva esortato ad aprire la Bibbia e a leggere. Il passo su cui era caduto lo sguardo era di san Paolo di Tarso, grande peccatore che divenne poi l’Apostolo delle genti.

Agostino venne battezzato da Ambrogio il Sabato Santo del 387. Nel suo animo rimase la consapevolezza che la verità che lui aveva sempre cercato gli era stata a fianco nella sua vita già dal primo momento:

 

“Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Tu eri dentro di me ed io ero fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con me, ma io non ero con Te. Mi tenevano lontano da Te le tue creature, inesistenti se non esistessero in Te.

Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di Te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace” (Confessioni X, 27,38).

 

Agostino aveva ben compreso che un uomo è ciò che ama. Se ama la terra, allora sarà terra. Se ama Dio, allora sarà Dio. Nell’incontro con Ambrogio Agostino comprende che Deus caritas est (Dio è carità), caritas in veritate (carità nella verità) e che l’amore è alla radice di ogni bene:

 

“Ama, e fa’ ciò che vuoi. Se tu taci, taci per amore: se tu parli, parla per amore; se tu correggi, correggi per amore; se tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la radice dell’amore; e da questa radice non può derivare se non il bene” (Agostino d’Ippona, In litteram Ioannis ad Parthos, discorso VII).

 

L’anno successivo (388), mentre Agostino era in procinto di imbarcarsi ad Ostia per tornare in Africa, la madre Monica, che tanto aveva pregato per la conversione del figlio, morì. Sarebbe stata più tardi canonizzata: la sua memoria liturgica ricorre il 27 agosto, mentre quella di Agostino il 28 agosto. Per questo Alessandro Manzoni, dopo la conversione, si confessò per la prima volta proprio nel giorno di sant’Agostino.

Tornato a Tagaste, Agostino venne ordinato sacerdote nel 391 e più tardi, nel 395, associato come coadiutore del vescovo di Ippona (Valerio). Fu vescovo di quella città fino alla morte, avvenuta nel 430 a Ippona, assediata dai Vandali di Genserico

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Labels: s.agostino

sabato 30 agosto 2025

Franz Werfel, lo scrittore ebreo folgorato da Lourdes


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    Franz Werfel, lo scrittore ebreo folgorato da Lourdes

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    • 30 Ago 2025
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    ebreo Franz Werfel lourdes

    Pochi giorni fa l’anniversario di morte di Franz Werfel, scrittore ebreo che trovò rifugio a Lourdes dove rimase folgorato. Emise un voto e lo mantenne: scrisse una devota cronaca delle apparizioni.


     

    Un ebreo che fuggì dal nazismo e trovò ospitalità a Lourdes.

    E’ questa la storia oggi poco conosciuta di Franz Werfel, nato nel 1890 a Praga in una famiglia ebrea ed entrato in contatto con i circoli letterari di Praga, stringendo rapporti con personalità come Franz Kafka e Max Brod.

     

    La fuga dal nazismo e il rifugio a Lourdes

    Sin da piccolo, Werfel fu educato all’ebraismo entrando anche in contatto con il cattolicesimo grazie alla frequentazione delle scuole dei Padri Piaristi e alla fede della governante ceca, fervente cristiana.

    Questa doppia formazione lasciò un segno profondo nella sua sensibilità, manifestatasi anche nei suoi romanzi di ampio respiro storico e morale che lo portarono alla notorietà internazionale. Nel 1933, ad esempio, pubblicò “I quaranta giorni del Mussa Dagh”, in cui rievocava con forza epica il genocidio armeno del 1915.

    Un libro che divenne simbolo di denuncia e un monito contro la persecuzione dei popoli, al punto da essere bandito in Germania dal regime nazista. Proprio con l’ascesa di Hitler, Werfel, ebreo e intellettuale indipendente, divenne un bersaglio del potere totalitario.

    Costretto all’esilio, si rifugiò prima a Vienna e poi in Francia insieme alla moglie Alma Mahler. Nel 1940, in fuga dall’invasione tedesca, la coppia si nascose a Lourdes.

    Werfel rimase letteralmente folgorato da quel luogo a tal punto che fece un voto: se fosse sopravvissuto, avrebbe raccontato la storia di Bernadette Soubirous.

     

    Franz Welfer e il libro su Lourdes

    E così avvenne. Mantenne la promessa non appena riuscì a trasferirsi negli Stati Uniti.

    Nel 1941 pubblicò infatti “Il canto di Bernadette”, un romanzo che riscosse un successo straordinario, tradotto in decine di lingue (in Italia fu pubblicato nel 1946) e adattato nel 1943 in un celebre film hollywoodiano.

    L’opera non è soltanto una biografia romanzata della giovane di Lourdes, ma un messaggio potente della possibilità del divino di irrompere nella quotidianità della vita.

    Strutturandolo come un rosario (cinque parti di dieci capitoli ciascuna), l’ebreo Werfel intrecciò con finezza la cronaca delle apparizioni avvenute a Lourdes, diciotto straordinari incontri tra Bernardette e la “bella Signora”.

    Una giovane che lo scrittore rappresentò umile, povera e cagionevole di salute, impreparata alla fede ma capace di esprimere un amore purissimo. Parlò della diffidenza delle autorità, i medici, i curiosi, i devoti e i suoi familiari.

     

    Da ebreo su Lourdes: il mistero che irrompe nella storia

    Eppure, attraverso tutte le tensioni della storia, lo scrittore ebreo lasciò emergere il mistero del sacro che irrompe nella storia: non come dogma, ma come esperienza che trasforma la vita delle persone.

    Werfel rimase ebreo fino alla fine, non si convertì mai formalmente al cattolicesimo. Però riconobbe sempre di essere stato segnato in profondità da quell’esperienza, considerandola un momento di verità nella sua vita.

    Pochi giorni fa è stato ricordato l’anniversario della sua morte, avvenuta il 26 agosto 1945, a soli 54 anni.

    Fu colpito da un infarto e nel 1975 le sue spoglie furono traslate a Vienna, nel cimitero di Grinzing, dove oggi riposa in un Ehrengrab, una tomba d’onore che la città riserva ai suoi grandi.

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    Labels: madonna

    Dal messaggio “Gesù è veramente risorto” derivano tutti gli altri».

     <<Non è mai esistito un cristianesimo primitivo che abbia affermato come primo messaggio “amiamoci gli uni gli altri”, “siamo fratelli”, “Dio è Padre di tutti”, etc. Dal messaggio “Gesù è veramente risorto” derivano tutti gli altri».>>

    Non ho mai seguito Carlo Maria Martini, eppure in questa citazione, ho ritrovato l'essenza del Cristianesimo e, di contro, la menzogna del moralismo dilagante...

    #siamoperlinfinito #CarloMariaMartini 

    «Oggi possiamo studiare coi mezzi raffinati della ricerca storica e critica le origini del cristianesimo andando molto indietro nel tempo. Arriviamo a un momento nel quale, attraverso l’analisi dei testi, possiamo cogliere le formule primitive del messaggio, non soltanto quelle del 60, 70 o 50 d.C., ma addirittura quelle degli anni trenta d.C., cioè dell’origine del messaggio cristiano. Questo messaggio, il più antico che possiamo cogliere, è quello del Cristo risorto. (…) Non è mai esistito un cristianesimo primitivo che abbia affermato come primo messaggio “amiamoci gli uni gli altri”, “siamo fratelli”, “Dio è Padre di tutti”, etc. Dal messaggio “Gesù è veramente risorto” derivano tutti gli altri».

    (Carlo Maria Martini, Ultime ricerche sulla Risurrezione di Cristo, in “Rassegna di Teologia”, 1974, 15, 51)

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    Labels: cristianesimo

    Stojan Adasevic medico abortista

     

    Il medico uscito dal silenzio

    Da recordman di aborti a primo obiettore di coscienza serbo. La parabola di Stojan Adasevic

    di Lorenzo Fazzini
     
    Bimbo scampato ad un aborto chirurgico; medico conosciuto in tutto il paese come +recordman; di interruzioni di gravidanza (anche 35 operazioni al giorno, 9 ore quotidiane di +mortifera; sala operatoria); quindi cristiano ortodosso e attivista pro life convertito da San Tommaso dAquino. Se non fosse vera, la vicenda di Stojan Adasevic parrebbe uscita dalla fervida mente di uno sceneggiatore ipercattolico abituato a copioni strappalacrime. E invece la storia di questo medico serbo di Belgrado h tuttaltro che cinematografica. +Non voglio discutere i miei convincimenti teologici o quello che ho sognato, ma solo parlare dei fatti puramente materiali, come i metodi tecnici usati nelle interruzioni di gravidanza; ha scritto Adasevic su Saint Lazarus, pubblicazione della Chiesa ortodossa serba. Adasevic h cresciuto alla scuola marxista per cui laborto era solo +lasportazione di una massa indistinta di tessuti;, come recitavano i libri di medicina nella Jugoslavia comunista sui quali si formr lex dottor Morte. Dopo 26 anni da grande fautore di aborti  ne ha conteggiati tra i 48 e i 62 mila  Adasevic ha detto basta. E si h tramutato in un alfiere della difesa della vita fin dal suo concepimento.

    La sua storia professionale visse uno snodo importante nel giorno in cui, giovane universitario, sentl alcuni ginecologi parlare di uninterruzione di gravidanza riuscita male, operazione che aveva riguardato una donna, dentista in una clinica vicino allateneo: in lei Stojan riconobbe la propria madre e nellaborto +malriuscito; nientemeno che se stesso. +Lei h morta, ma chiss` cosa sar` stato di quel bambino?; si chiesero i medici tra un caffh e una sigaretta. +Sono io quel bambino!; gridr Adasevic. Nonostante, o forse proprio per via di quellepisodio, il giovane dottore decise di dedicarsi quasi esclusivamente allinterruzione di gravidanza, nella convinzione  maturata grazie alleducazione di stretta osservanza comunista  che si trattasse +solo di una procedura medica, non diversa dal rimuovere unappendice. La sola differenza era il tipo di organo asportato: un pezzo di intestino nel primo caso, un tessuto embrionale nel secondo;.
    I primi dubbi sorsero in Adasevic con lavvento delle tecniche di diagnosi ad ultrasuoni, approdate nellallora Jugoslavia negli anni Ottanta: per la prima volta gli fu visibile quello che non aveva mai visto, il feto adagiato nel grembo della madre, che succhiava il dito e si muoveva. La svolta vera, tuttavia, arrivr una notte di 26 anni fa, quando Stojan sognr un campo +pieno di bambini e di giovani che giocavano e ridevano; avevano dai 4 ai 24 anni, scappavano da me con tanta paura; ha raccontato il medico al quotidiano spagnolo La Razon. Fino a quando  sempre nel sogno  Adasevic riuscl ad afferrare un bimbetto, che perr gridr: +Aiuto! Un assassino! Salvatemi da questo assassino!;. Fu allora che, sempre durante il sonno, comparve al medico di Belgrado +un uomo vestito di nero e di bianco;, che si presentr come Tommaso dAquino. Ad Adasevic, cresciuto sui libri del regime ateo di Tito, il nome del Dottore Angelico non disse nulla: +Perchi non chiedi a questi bambini chi sono?; gli chiese il santo, senza dargli il tempo di rispondere. +Sono quelli che tu hai ucciso quando facevi gli aborti. Vedi questo ragazzo di 22 anni? Lhai ammazzato quando aveva 3 mesi nel grembo di sua madre;.
    Dopo questi sogni Adasevic continuò per qualche tempo a portare avanti la sua attivit` abortiva. Fino ad un giorno cruciale, quando durante un intervento di questo tipo estrasse dallutero di una donna i pezzi di un feto: +La mano si muoveva ancora, il cuore pulsava;. La donna in questione inizir ad avere perdite di sangue di notevoli proporzioni e la sua vita era in pericolo: fu allora che, per la prima volta dopo decenni  Adasevic era stato battezzato da bambino, ma era cresciuto come un ateo doc  si ritrovr a pregare: +Signore, salva questa donna, non me!;. Quello divenne il suo ultimo aborto.
    Dagli anni Novanta Adasevic inizia a viaggiare in tutto il paese, tenendo conferenze e scrivendo articoli pro life. Per due volte riesce addirittura a far trasmettere sulle televisioni nazionali il celebre video del ginecologo americano Bernard Nathanson, Il grido silenzioso, che a met` degli anni Ottanta denunciava latrocit` delle vite umane stroncate nel grembo materno. Addirittura lattivismo dellex medico abortista portr il parlamento della Jugoslavia post-Tito ad approvare un decreto a favore dei diritti del concepito: solo il veto dellallora presidente Slobodan Milosevic bloccr questa decisione a tutti gli effetti pionieristica.

    Vicino alle donne
    In Serbia, afferma Adasevic, le statistiche dellaborto fanno paura: +Non abbiamo nessuna cifra ufficiale, ma dai calcoli e le osservazioni che ho potuto fare in base alla mia esperienza, posso affermare che a met` anni Novanta ci sono stati 6 aborti per ogni nato nel paese. Negli anni Duemila la situazione h addirittura peggiorata: i reparti di maternit` sono vuoti, le cliniche per aborti strapiene. Praticamente non esiste nessuna famiglia serba che non sia stata toccata da almeno uninterruzione di gravidanza. Questa h una guerra vera, dichiarata da chi h nato contro chi non h ancora nato. In questa guerra io ho passato la linea del fronte piy volte: prima come bimbo non ancora nato condannato a morte, quindi come abortista, e ora come attivista pro-life;. La scelta di schierarsi dalla parte della vita h costata vari sacrifici ad Adasevic: quando comunicr al suo ospedale di Belgrado che non avrebbe piy fatto operazioni di questo tipo, i funzionari lo guardarono straniti: in Serbia nessun ginecologo si era mai rifiutato di compiere un aborto. Dopo la scelta, lo stipendio gli venne decurtato della met`, la figlia venne licenziata dal lavoro, il figlio non fu ammesso alluniversit`.
    Per il medico +convertito; alla vita h Madre Teresa di Calcutta ad aver ragione quando diceva: +Se una madre pur uccidere il proprio figlio, cosa ci impedir` di ucciderci gli uni gli altri?;. +La diffusione dellaborto in Serbia h determinata anche dalla mancanza di educazione religiosa;, annota. E Adasevic, da vero pro-life e sostenitore delle donne punta il dito contro gli uomini, responsabili anchessi delle vite stroncate prima di nascere: +Troppo spesso hanno stili di vita da playboy. Seducono il maggior numero di donne possibile e dopo, proprio quando la paternit` sarebbe la cosa piy necessaria per loro e i loro figli, le abbandonano a se stesse;.

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    Labels: aborto

    venerdì 29 agosto 2025

    IL GLUTATIONE E' ALLA BASE DELLA LONGEVITA'

     IL GLUTATIONE E' ALLA BASE DELLA LONGEVITA' (Dr. C. Sauro) 

    Molti di voi avranno sicuramente sentito parlare, visto nelle farmacie, o magari assunto, integratori a base di glutatione, da solo, o in combinazione con altre sostanze altamente benefiche, ad esempio vitamina C o NAC (N-Acetil-Cisteina). Nella sua forma sintetica, infatti, il glutatione viene consigliato per le sue proprietà antiossidanti e disintossicanti. È considerato un anti ROS formidabile, in grado di stimolare il sistema immunitario, disintossicarci dalle sostanze tossiche che accumuliamo, e preservare tutte quelle funzioni organiche che con l’invecchiamento tendono a rallentare o incepparsi: ad esempio la capacità visiva, la funzionalità cardiaca e respiratoria, la memoria. Non va, però assunto “a caso”.

    Il glutatione, infatti, è una sostanza che viene sintetizzata dal fegato in grande quantità per arrivare in ogni cellula del corpo. In condizioni di salute, il glutatione ce lo “facciamo” noi e ne abbiamo a diposizione diverse “versioni”.

    Vediamo le caratteristiche di questa molecola della longevità:

    Nome completo:  glutatione

    Famiglia chimica: tripeptide

    Sostanze di partenza per la sua sintesi: i tre aminoacidi cisteina (il principale), glicina e glutammato + zolfo

    Versione ridotta: GSH (attiva)

    Versione ossidata: GSSG

    Il Rapporto tra GSH e GSSH ci informa se siamo a rischio di stress ossidativo e, conseguentemente, se il nostro corpo non rinnova correttamente la sintesi di glutatione in forma attiva, che è quella davvero benefica. Per intenderci, nelle cellule sane il rapporto è superiore a 100, mentre un valore basso, compreso tra 1 e 10 è indicativo di una sofferenza cellulare. Significa anche, presumibilmente, che stiamo invecchiando, o che il nostro stile di vita non è dei migliori.

    Vediamo perché il glutatione è tanto prezioso per la nostra salute generale e quali sono le sue prerogative principali:

    Neutralizzare i radicali liberi prima che diventino dannosi per le cellule. In particolare il glutatione si occupa dei radicali liberi prodotti a livello epatico dal metabolismo delle sostanze tossiche, incluse quelle farmacologiche.

    Fungere da cofattore per la sintesi di svariati enzimi antiossidanti.

    Rigenerare le vitamine C ed E (entrambe con funzione antiossidante e anti ROS).

    Trasportare le molecole di mercurio fuori dalle cellule cerebrali.

    Regolare i processi di nascita e morte cellulari.

    Coadiuvare il metabolismo degli ormoni estrogeni.

    Mantenere efficiente la funzionalità dei mitocondri e difendere l’integrità del loro DNA. I mitocondri sono organuli intracellulari fondamentali per la produzione energetica a partire dal metabolismo del glucosio alimentare.

    Per tutte queste qualità, il glutatione è oggi considerato fattore chiave nella prevenzione di diverse condizioni pre patologiche e morbose, tra cui:

    Invecchiamento e malattie correlate quali DMLE (Degenerazione maculare retinica soprattutto legata all’età, una malattia oculare progressiva che può compromettere gravemente la capacità visiva), glaucoma, cataratta, Ipoacusia (indebolimento dell’udito)

    Malattie neurodegenerative tra cui morbo di Alzheimer e Parkinson

    Malattie cardiovascolari

    Malattie respiratorie e polmonari tra cui asma e BCPO (broncopneumopatia cronico-ostruttiva)

    Malattie del fegato

    Malattie autoimmuni

    Cancro

    Attenzione, bassi livelli di glutatione nella sua forma attiva antiossidante (GSH) non comportano l’insorgenza di queste malattie in modo automatico! Non si deve temere questo. Ciò che, però, studi scientifici hanno scoperto, è che in chi si ammala delle patologie succitate si riscontra una carenza, uno squilibrio nella produzione endogena di glutatione GSH a favore della sua versione ossidata. Non è una relazione di causa effetto, perché i fattori che portano all’insorgenza di malattie gravi come quelle che abbiamo visto sono sempre tantissimi, ma è comunque un indicatore da tenere d’occhio. Meglio, quindi, evitare di andare in deficit di glutatione.

    Come misurare i livelli di glutatione? Il nostro consiglio

    Se vuoi sapere come metabolizzi il glutatione, puoi sottoporti ad un semplice test delle urine per l’analisi degli acidi organici e del profilo nutrizionale e metabolico completo. Tramite questo tipo di esame potrai anche controllare il tuo stato di detossificazione attraverso la ricerca dei metaboliti intermedi del glutatione – come l’acido piroglutammico – relativi, appunto, a questo importante processo. Se, ad esempio, scoprissi che nelle tue urine è molto elevata la concentrazione dei metaboliti del glutatione, significa che non ne produci abbastanza, o che hai una carenza degli aminoacidi di partenza, ad esempio di cisteina.

    Ma come si genera a livello epatico il glutatione?? Si genera tramite la catena enzimatica GLUTATIONE-PEROSSIDASI che è catalizzata dal SELENIO ed è per questo che il SELENIO è il primo fattore di longevità. Per farvi capire l'importanza del SELENIO vi pongo sopra alcuni Post che avevo scritto.

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    uovo, elisir di lunga vita

     ✨L' uovo, elisir di lunga vita ✨

    L’uovo è, a tutti gli effetti, la prima cellula della vita: un’unità perfetta, capace di contenere in sé tutti gli elementi necessari allo sviluppo di un nuovo organismo. È un concentrato biologico di sopravvivenza e crescita, creato per nutrire e proteggere.


    Per anni ci hanno fatto credere che fosse pericoloso, demonizzandolo per il suo contenuto di colesterolo. Eppure, un uovo di media grandezza fornisce circa 180–200 mg di colesterolo, molecola essenziale che costituisce le membrane cellulari, regola il sistema nervoso e funge da precursore di tutti gli ormoni steroidei, incluso il testosterone.


    Oltre a questo, l’uovo racchiude proteine ad altissimo valore biologico con tutti gli amminoacidi essenziali, grassi di ottima qualità, vitamine liposolubili (A, D, E, K) e idrosolubili del gruppo B, minerali come ferro, fosforo, selenio e zinco, nonché colina, fondamentale per il cervello e la salute epatica. La luteina e la zeaxantina presenti nel tuorlo proteggono la vista, mentre il profilo amminoacidico favorisce la rigenerazione muscolare e il recupero fisico.


    Il testosterone, sostenuto anche dalla disponibilità di colesterolo e micronutrienti presenti nell’uovo, è determinante per mantenere forza, lucidità mentale, densità ossea, libido e metabolismo attivo. Livelli ottimali riducono drasticamente il rischio di sarcopenia, obesità viscerale, osteoporosi, sindrome metabolica, depressione e declino cognitivo.


    L’uovo è dunque un alimento “totale”, capace di fornire le basi biochimiche per preservare salute, prestazioni e longevità, spesso evitando il ricorso a farmaci cronici.


    Forse il vero problema non è mai stato l’uovo, ma il fatto che un organismo forte, sano e autosufficiente sia il peggior cliente possibile per l’industria della malattia.

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    martedì 26 agosto 2025

    Charles Peguy

     

    Il nostro amico Charles Peguy, cantore della speranza

    Da
     Giovanni Fighera
     -
     25 Agosto 2025
    25


    Diventare amici di Peguy, entrare a far parte della sua compagnia: questo è il desiderio con cui Giorgio Bruno ha scritto il bel saggio Charles Peguy. Amico presente (edizioni Ares).

    E leggendo le pagine ci sentiamo compagni di viaggio di un uomo grande e vero. Ci sentiamo anche noi in attesa con lui sulla collina di Montmélian, il 5 settembre 1914. Peguy ha appreso che sono morti gli altri superiori in grado. Deve prendere lui il comando, in mezzo alla schiacciante superiorità dei tedeschi.
    Nelle ore che precedono la battaglia, Peguy raccoglie dei fiori per ornare la statua di Maria  in una cappella della Madonna Assunta. E prega. «Ha approfittato di tutta la luce possibile di un tardo pomeriggio di settembre per cercare con cura i migliori fiori da portarLe. Ha sicuramente scelto i più belli» (Giorgio Bruno).
    Charles Péguy è il poeta dell’attesa, il cantore della speranza. Non quella facile, non quella ottimista, ma quella che nasce nel dolore, nella carne, nella fedeltà. È il padre che ha messo i figli tra le braccia della Madonna. È l’uomo che ha capito che la speranza è una bambina. Ma è lei, la più piccola, che muove il mondo.
    La conversione non è un fatto intellettuale. È un incontro. È una ferita che si apre per lasciar entrare la luce. E Péguy, quella luce, l’ha lasciata entrare. E ci ha insegnato che, anche quando tutto sembra perduto, la speranza resta.

    In un mondo dominato dal positivismo, dove solo ciò che è misurabile e tangibile sembra esistere, Charles Péguy (1873-1914) è figlio di un tempo che ha sostituito Dio con l’uomo. Cresce in una Francia intrisa di razionalismo, dove la fede è considerata superstizione e la speranza è riposta esclusivamente nell’azione politica.
    Il giovane Péguy abbraccia il socialismo con passione: crede che l’uomo possa cambiare il mondo, redimere la società corrotta, costruire una civiltà nuova. La sua speranza è tutta umana, tutta terrena. Ma la vita, come spesso accade, lo conduce altrove.

    Un matrimonio senza sacramenti
    Péguy si sposa con Charlotte, una donna che condivide con lui l’impegno politico e la visione socialista. Hanno tre figli, ma nessuno viene battezzato. Charlotte non è credente. Péguy non può accedere ai sacramenti perché si è sposato con rito civile. Vive una fede mutilata, una tensione interiore che lo lacera. Eppure, non abbandona la famiglia. Nonostante si innamori di una giovane collaboratrice dei Cahiers, rimane fedele alla moglie. La sua vita è già una forma di offerta, una croce portata in silenzio.

    La conversione: il Padre Nostro che non riesce a dire
    Nel 1907, qualcosa cambia. Péguy si converte. Non è un gesto esteriore, ma una rivoluzione interiore. Scrive all’amico Joseph Lotte che per diciotto mesi non riesce a recitare il Padre Nostro. Perché? Perché ogni parola è vera, e lui non riesce a dire «sia fatta la tua volontà» senza tremare. La sua fede non è abitudine, è carne viva. È lotta. È verità.
    Durante quel periodo, riesce a recitare solo l’Ave Maria. Perché la Madonna, dice, è colei davanti alla quale possiamo portare tutta la nostra miseria. È la madre che non giudica, che accoglie, che salva. La preghiera alla Madonna è sempre possibile, anche quando tutto sembra crollare.

    Il vero avventuriero? Il padre di famiglia
    Péguy sa cosa significa essere padre. Sa cosa significa tremare per la salute dei figli, che all’epoca potevano morire per una semplice febbre. In Véronique, scrive che il vero avventuriero non è l’esploratore, non è il soldato, ma il padre di famiglia. Colui che ogni giorno affronta la vita, scommettendo sulla speranza. E questa intuizione, che sembra così semplice, è in realtà profondissima. Perché oggi come allora, essere madre e padre è un atto di coraggio. È un atto di fede.

    La speranza: la più piccola, la più grande
    Nel 1911, Péguy scrive Il portico del mistero della seconda virtù, una delle opere più luminose della letteratura cristiana. In questo poema, fa parlare Dio. E Dio dice qualcosa di sorprendente: «La fede è facile. Ho fatto il mondo così bello che non dovrebbe essere difficile credere. Anche la carità è facile. Come si fa a non amare i poveri, i bambini, gli affamati? Ma la speranza… la speranza è la più difficile. Eppure è quella che mi stupisce di più». La speranza è descritta come una bambina piccola, che cammina a braccetto con le sorelle maggiori, la fede e la carità. Tutti pensano che siano le sorelle grandi a trascinarla. Ma è lei, la più piccola, che muove tutto. È lei che ci fa alzare al mattino, che ci fa costruire, che ci fa amare. È lei che ci fa vivere.

    Le parabole della speranza
    Péguy rilegge le parabole evangeliche con occhi nuovi. Quelle che abbiamo sempre chiamato «parabole della misericordia» – il figlio prodigo, la dramma perduta, la pecorella smarrita – sono, per lui, parabole della speranza. Perché parlano di un Dio che non si rassegna. Di un Dio che cerca. Di un Dio che festeggia per chi ritorna. La donna che cerca la moneta, il pastore che lascia le novantanove pecore per cercarne una: sono immagini di una speranza che non si arrende mai.

    I figli malati e le braccia della Madonna
    C’è un passaggio struggente nel Portico del mistero della seconda virtù, che è anche autobiografico. Péguy racconta di un padre di famiglia che ha i figli malati. Non sa più cosa fare. È disperato. E allora decide di affidarli alla Madonna. Li pone nelle sue braccia. E da quel momento, tutto cambia. Non perché i figli guariscano, ma perché il padre ritrova la pace. Perché capisce che non è il proprietario dei suoi figli, ma solo l’affittuario. Il vero padrone è Dio. E Dio provvede. Questa immagine è una delle più potenti della letteratura cristiana. È il gesto di chi si spoglia, di chi si affida, di chi riconosce che la vita è dono. E che il dono va restituito.

    Il mistero dei Santi Innocenti
    Péguy conclude il suo cammino poetico e spirituale con una riflessione sul mistero dei Santi Innocenti. Quei bambini uccisi da Erode, che non hanno fatto nulla, ma che sono già martiri. Perché la santità non è conquista. È grazia. È dono. È purezza. E in quei bambini, Péguy vede il volto della speranza. La speranza che non si misura, che non si calcola, che non si merita. Ma che salva.

    La guerra e la morte – 5 settembre 1914
    Péguy muore giovane, a 41 anni, durante la battaglia della Marna. Il 3 settembre, raccoglie fiori per portarli alla cappella della Madonna Assunta. Il 5 settembre, deve dare l’ordine di attaccare: i tedeschi sono nascosti nel bosco, i suoi uomini in campo aperto. È morte certa. Ma lui non si tira indietro. Alle 17 un proiettile lo colpisce alla fronte. Le sue ultime parole:
    «Mio Dio, mio Dio, eccomi».

    La stanza accanto
    La morte non è niente. È solo il passaggio nella stanza accanto. Péguy lo ha detto con la vita. E la moglie, Charlotte, lo ha capito. Dopo la sua morte, battezza i figli. Si battezza lei stessa. E ogni anno, finché le forze glielo permettono, va in pellegrinaggio a Chartres, come lui aveva chiesto. La speranza non è finita. Ha solo cambiato stanza.

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    chi sono *** Sono un ex vagabondo che ha avuto la grazia, durante il suo vagabondare di incontrare degli amici di Gesù che gli hanno mostrato la Bellezza della vita, quello che il suo cuore da sempre cercava. Ora sono diventato un pellegrino con lo sguardo rivolto alla “Roccia splendente” anche se spesse volte riabbasso lo sguardo verso terra col rischio di perdermi in vicoli ciechi; ma appena rialzo la testa vedo gli amici e la meta, di nuovo la realtà riprende forma e colore. ************************************ Questo blog e' un prodotto amatoriale e non editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7 marzo 2001. Premesso che tutto il materiale pubblicato su Internet e' di dominio pubblico, se qualcuno riconoscesse proprio materiale con copyright e non volesse vederlo pubblicato sul blog, non ha che da darne avviso agli autori del blog , e sara' immediatamente eliminato. Si sottolinea inoltre che cio' che e' pubblicato sul blog e' a scopo di approfondimento, di studio e comunque non di lucro.
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