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venerdì 14 giugno 2013

Perduto l'uomo ora non troviamo Dio


13 giugno 2013
"Perduto l'uomo ora, non troviamo Dio"
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Roger Scruton è considerato uno dei pensatori più brillanti e influenti del panorama filosofico contemporaneo.ascrivibile al campo" conservatore", poiché negli anni Settanta-Ottanta era forte il suo impeto anticomunista a favore della "dissidenza" Oltre cortina, l'intellettuale inglese (docente all'Università di .St. Andrews e visiting professor in diversi centri di ricerca, tra cui la Blackfriars'Hall dei domenicani di Oxford) si mostra in una dimensione insospettabilmente moderna nel suo ultimo libro, Il volto di Dio (Vita & Pensiero, pagine 172, euro 18).ln esso si analizza la ragione ultima della sparizione dell'Altissimo dal dibattito e dalla percezione pubblica contemporanea: l'oggettivizzazione del mondo (dall'io si è passati alla centralità delle neuroscienze, dal rispetto del paesaggio alla sua cosificazione, dalla custodia della terra alla sua deturpazione) ha come conseguenza l'annullamento della figura di Dio. «Nella cultura attuale, Dio è considerato dalla maggioranza un segno di Immaturità emotiva e intellettuale. Una delle mie preoccupazioni è valutare le implicazioni dell'ateismo crescente che ci circonda», annota il filosofo britannico. E le implicazioni risultano ascrivibili ad un passaggio fondamentale: «Come lo sposo o la sposa nel sacramento del matrimonio, Dio è ineludibile, o eludibile solo creando una voragine, un abisso spalancato davanti a noi quando stravolgiamo non solo il volto dell'uomo ma il volto del mondo». Esempio di questo stravolgimento sia esistenziale che concettuale, argomenta Scruton, è appunto il primato che oggi la scienza rivendica nella conoscenza dell'uomo, in altre parole la questione delle neuroscienze: «Ho assunto il termine di "neurofilosofia" dalla studiosa Patricia Churchland, che sostiene come le neuroscienze ora devono rimpiazzare la filosofia come la vera capacità di spiegare la mente umana. Mi permetto di criticare questa posizione perché essa definisce un progetto che può essere realizzato solo ignorando o distorcendo con forza ciò che è maggiormente importante nella nostra esperienza, ovvero il fatto profondo, ma altrettanto chiaro, della nostra autocoscienza. In fin dei conti, è proprio lo smarrimento dell'autentico senso dell'io" umano il quid che segna l'allontanamento del pensiero contemporaneo dalla ricerca e dell'incontro con l'Altissimo: «Nessun tentativo di rintracciare il soggetto nel mondo degli oggetti potrà mai avere successo.[.. .]Finiremo col descrivere un  mondo in cui l'agire umano, l'intenzione, la libertà e le emozioni sono stati spazzati via; insomma, un mondo senza volto». «Sono una persona moderna e  perciò mi approccio alla questione di Dio, alla sua natura e al problema della sua esistenza da una prospettiva umana piuttosto che divina,- spiega Scruton, ad Avvenire Voglio scoprire i pensieri, le emozioni  che sottostanno  all'urgenza religiosa e mostrare il posto indispensabile delle idee religiose nella interazioni che ogni giorno noi abbiamo con le altre persone». Ad esempio, quando deve trovare una traccia divina nel nostro mondo -secolarizzato, il razionale Scruton si trova d'accordo con la visione teologica di Karl Rahner, il quale ,scriveva di quei «cristiani anonimi», che senza saperlo vivono nel la propria carne la pratica cristiana ,della Resurrezione mediante la virtù della carità. «Concordo anch'io con l'affermazione di Rahner ~- e infatti questa è la conclusione del mio libro -afferma -.Dio si fa conoscere nei nostri atti di carità e quando un essere umano sacrifica  se stesso per il bene di un altro oppure senza pensare al proprio guadagno personale». Infatti, nelle ultime righe del testo si legge: «Cos'è e dove si trova il volto di Dio per chi crede nella sua presenza reale tra noi? La risposta è che incontriamo questa presenza dovunque, in chiunque soffre e rinuncia per il bene dell’altro. Quando qualcuno arriva al sacrificio, rinunciando a ciò che gli è più prezioso, perfino alla vita, per il bene di un altro, lì incontriamo il dono supremo. In simili atti l'io si mostra completamente; e avviene una rivelazione».
 Ma è proprio l'ipertrofia dell'io nel mondo attuale, la sua cosificazione e insieme ipercostruzione egoistica, che rendono Dio un'ipotesi inutile, apparentemente, secondo l'intellighenzia di oggi. Dice Scruton: «La cultura consumistica è una cultura senza sacrifici; il divertimento riadattato come oggetto dei nostri desideri ha perso il suo significato di dono. Lo stravolgimento dell' eros e la scomparsa dei riti di passaggio cancellano l'antica concezione della vita umana come avventura in seno alla comunità e offerta agli altri. E' inevitabile, pertanto, che le manifestazioni di "timore sacro" siano tra noi una rarità. E' certamente questo, e non gli argomenti degli atei, a causare il declino della ragione». Paradossalmente è anche dai "nemici" (filosofici) che l'autore inglese trae e conferma nuova linfa per la sua indagine su Dio: «Sostenendo che non c'è risposta alla domanda "perché esisto?", Sartre  apre la porta al pensiero che la nostra esistenza sia una specie di assurdità, e da lì è breve il cammino che porta alla conclusione esistenzialista: che c'è un motivo della nostra esistenza ma sta a noi, e a noi soltanto, fornirlo. La risposta  esistenzialista rinforza dunque la domanda, che si impone nelle nostre vite un giorno dopo l'altro». E dunque, il problema resta Dio: «Il nostro mondo conteneva molte aperture al trascendente, che sono state ostruite dal ciarpame. Alcuni diranno che non importa, che l'umanità ne ha abbastanza dei misteri religiosi e dei loro ben noti pericoli. Ma credo che a nessuno piaccia il risultato. L’uomo , postmoderno negherà che il suo disagio abbia un significato religioso. Ma penso che egli sia in errore».

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