CONSULTA L'INDICE PUOI TROVARE OLTRE 4000 ARTICOLI

su santi,filosofi,poeti,scrittori,scienziati etc. che ti aiutano a comprendere la bellezza e la ragionevolezza del cristianesimo


venerdì 15 agosto 2014

LA SCOMMESSA di Pascal

LA SCOMMESSA  di Pascal
***
- Esaminiamo dunque questo punto, e diciamo: Dio è o non è:  ma da quale parte propenderemo? La ragione non può dir nulla.  Un abisso  infinito ci separa. Si gioca un gioco all’estremità  di questa distanza infinita: testa o croce. Su che punterete? Seguendo la ragione non potete puntare né sull’una né sull’altra;  seguendo la ragione non potere escludere nessuna delle due.  Non accusate dunque di essere in errore coloro che hanno fatto  una scelta, perché voi non ne sapete nulla.  - No, ma io li accuserò non di avere fatto quella scelta, ma  di avere scelto, perché chi sceglie croce sbaglia tanto quanto  chi sceglie testa: sono entrambi in errore, è nel giusto chi non  scommette. - Sì, ma è necessario scommettere. Non siete liberi di farlo o  non farlo, ci siete costretti  . Testa o croce, cosa prenderete?   . Vediamo. Visto che bisogna scegliere  , vediamo cosa vi conviene di meno. Avete due cose da perdere, il vero e il bene, e  due cose da mettere in gioco, la vostra ragione e la vostra volontà, la vostra conoscenza e la vostra beati ; e la vostra  natura ha due cose da cui fuggire, l’errore e la miseria  . Visto  che bisogna necessariamente scegliere, la vostra ragione non è  offesa più da una scelta che dall’altra. Questo è un punto fermo.  Ma la vostra beatitudine? Soppesiamo il guadagno e la perdita  scegliendo croce: Dio esiste. Valutiamo questi due casi: se guadagnate, guadagnate tutto ; se perdete, non perdete nulla scommettete quindi che esiste, senza esitare.  - Questo è strano. Sì, bisogna scommettere, ma io rischio forse  troppo. Vediamo. Il rischio di guadagno e di perdita è uguale ; ora,  se aveste da guadagnare due vite contro una, potreste ancora  scommettere, ma se ne aveste tre da guadagnare, bisognerebbe  giocare (visto che giocare è una necessità) e sareste imprudenti,  costretti a giocare, se non giocaste la vostra vita per guadagnarne tre in un gioco in cui il rischio di perdita e di guadagno  è pari. Ma si tratta di un’eternità di vita e di felicità. Stando  così le cose, se vi fosse una infinità di possibilità di cui una  sola fosse a vostro favore, avreste ancora ragione di scommettere uno per avere due e non avrebbe senso, essendo obbligato  a giocare, non giocare una vita contro tre in un gioco in cui  di una infinità di possibilità ce n’è una a vostro favore, cioè  una infinità di vita infinitamente felice da guadagnare; ma c’è  qui una infinità di vita infinitamente felice da guadagnare, una  possibilità di vincita contro un numero finito di possibilità di  perdita, e ciò che voi giocate è finito. Non c’è posta che valga là dove c’è l’infinito e dove non si hanno infinite possibilità di  perdita contro altrettante di guadagno. Non c’è partita, bisogna  dar tutto. E così, quando si è costretti a giocare, si deve proprio  non ragionare per non rischiare la vita piuttosto che rischiarla  per la vincita infinita altrettanto pronta ad arrivare quanto la  perdita di niente Infatti non serve a nulla dire che è incerto il guadagno possi bile ed è certo il rischio, e che l’infinita distanza che c’è tra la  certezza di ciò che si mette in gioco e l’incertezza su ciò che si guadagnerà fa sì che il bene finito che si mette in gioco equival ga all’infinito che è incerto. Le cose non stanno così. Qualsiasi  giocatore rischia con certezza per guadagnare senza certezza ,  e così non pecca contro la ragione se rischia con certezza il  finito per guadagnare senza certezza il finito. Non c’è infinità  di distanza tra la certezza di ciò che si rischia e l’incertezza  del guadagno; questo è falso . La verità è che c’è uno scarto  infinito tra la certezza di vincere e la certezza di perdere, ma  l’incertezza di guadagnare è proporzionata alla certezza di ciò  che si rischia secondo la proporzione delle possibilità di guada gno e di perdita. Ne segue che, dove i rischi siano uguali da una  pare e dall’altra, nel gioco la posta è uguale contro uguale. Allora la certezza di ciò che si rischia è uguale all’incertezza del  guadagno, non è affatto infinitamente distante. Così la nostra  proposizione ha una forza infinita, quando c’è da rischiare  il finito in un gioco in cui c’è la stessa probabilità di guadagno  che di perdita, e l’infinito da guadagnare La proposizione è dimostrata e, se gli uomini sono capaci di  qualche verità, ecco, questa è una verità  - Lo riconosco, lo ammetto, ma... non c’è modo di vedere le  carte da dietro?  - Certo, le Scritture e il resto, ecc. - Sì, ma ho le mani legate e la bocca cucita, mi si fa scegliere a  forza, non ho alcuna libertà su questo, non mi si lascia libero  ,  e io sono fatto in modo tale che non posso credere. Che volete  dunque che io faccia? - È vero, ma sappiate che la vostra incapacità di credere deriva  dalle vostre passioni, perché la ragione è favorevole e tuttavia  voi non ci riuscite. Lavorate dunque non a convincervi attraverso l’aumento delle prove di Dio, ma attraverso la diminuzione  delle vostre passioni. Volete andare verso la fede e non ne co noscete il cammino. Volete guarire dall’incredulità e chiedete  qual è la medicina; imparate da coloro che sono state legati  come voi e che ora scommettono tutto il loro bene. Sono  persone che conoscono il cammino che vorreste seguire, sono  guarite da un male di cui vorreste guarire; seguite il metodo con  cui hanno cominciato. Cioè facendo tutto come se si credesse,  prendendo l’acqua benedetta, facendo dire delle messe, ecc.  Con naturalezza, questo vi porterà a credere, d’istinto  - Ma è questo che temo  - E perché? Che avete da perdere? Queste pratiche vi portano  a credere, perché placano le passioni che sono il vostro grande  ostacolo, ecc.  Fine di questo discorso. Ora, agire così che male vi può fare? Sarete fedele, una brava  persona, umile, riconoscente, farete del bene, amico sincero,  vero... Certo, è vero che non vivrete tra i piaceri malati nella gloria, tra le delizie; ma non ne avrete forse altri?  Vi dico che guadagnerete da questo cammino e che, a ogni passo compiuto, vedrete grande la certezza del guadagno e vicino  al nulla il rischio, fino al punto da sapere che avete scommesso  per una certa, infinita, per la quale non avete dato nulla cosa - Oh, questo discorso mi prende, mi incanta, etc.  - Se questo discorso vi piace e vi sembra ben fondato, sappia te che viene da un uomo che si è messo in ginocchio prima e  dopo, per pregare questo essere infinito e indivisibile, al quale  sottomette tutto se stesso, che voi facciate altrettanto per il vo stro proprio bene e per la sua gloria, e così la forza si accordi  con questa bassezza

Nessun commento: