Franco Berrino: «Kuzu, così si curano esofago, faringe e intestino infiammati»
Èuna malattia infiammatoria dell’esofago o della faringe dovuta al rigurgito del contenuto dello stomaco, spesso associata a un malfunzionamento della valvola del cardias, che consente la risalita dei succhi gastrici (acido cloridrico, sali biliari e pepsina, l’enzima che digerisce le proteine). I sintomi sono bruciore e dolore retrosternale o alla gola con o senza tosse stizzosa, alterazioni della voce, necessità frequente di schiarirsi la gola. Compare spesso nei quarantenni e la sua frequenza aumenta con l’età, verosimilmente perché gli anziani hanno meno saliva e secernono meno bicarbonato per cui il muco diventa più secco e non riescono a difendersi dall’acidità: in Europa ne soffrono il 30% degli ultrasessantenni.
La malattia da reflusso
È favorita dall’ernia esofagea (quando una porzione del fondo gastrico, la parte più alta dello stomaco, scivola sopra il diaframma), dal morbo di Parkinson (che spesso causa difficoltà a deglutire), da patologie che ostacolano la respirazione (bronchite cronica, enfisema, fibrosi polmonare), tutte condizioni prevalenti in età anziana, e dall’obesità addominale, che spinge lo stomaco verso l’alto (anche la gravidanza avanzata favorisce il reflusso). Molte medicine per il sistema nervoso, inoltre, la favoriscono, soprattutto le benzodiazepine e gli antidepressivi. La terapia è basata sulla somministrazione dei cosiddetti inibitori di pompa protonica, cioè farmaci che inibiscono la normale produzione di acido nello stomaco, i prazoli (omeprazolo, esomeprazolo, pantoprazolo, lansoprazolo…). In Inghilterra il 40% degli ultrasessantenni, il 35% dei 40-60enni e il 23% degli adulti giovani consumano regolarmente prazoli. È probabile che da noi ci siano frequenze simili. Questi farmaci sono stati utilissimi per ridurre le ulcere gastriche e sono essenziali per prevenire i danni allo stomaco di altri farmaci (cortisone, antinfiammatori non steroidei), ma la loro assunzione prolungata è pericolosa per varie ragioni: possono interferire con vari farmaci antitumorali, anticoagulanti, immunosopressori, anti-epatiteC; ostacolano l’assunzione di minerali e vitamine; favoriscono le fratture (per la carenza di calcio), le aritmie cardiache (per la mancanza di magnesio), le sindromi coronariche acute, l’insufficienza renale, le infezioni, in particolare le gravissime infezioni da Clostridium difficilis, le coliti, alcune malattie autoimmuni, e aumentano la mortalità (la questione è naturalmente controversa ma lo studio migliore mostra un aumento del 17% della mortalità dopo molti anni di trattamento). Il problema è che questi farmaci, pur essendo efficaci per ridurre i sintomi del reflusso gastroesofageo, non lo guariscono, e troppi pazienti continuano ad usarli regolarmente per molti anni.
Cosa fare
Molti medici e moltissimi pazienti non si rendono conto dei rischi, e soprattutto non si rendono conto che ci sono alternative al trattamento prolungato con questi farmaci. Molto importante è dimagrire se si è sovrappeso, ridurre le proteine, soprattutto animali (più proteine si mangiano più lo stomaco produce acidi per digerirle), evitare cibi spazzatura (cibi pronti, dolciumi industriali e bevande artificiali), privilegiando dieta mediterranea, anche per la sua ricchezza di fibre protettive, fare quotidianamente esercizio fisico, evitare caffè, tè, alcolici e bevande gasate, evitare il tabacco, masticare tanto (ma tanto!). Secondo la macrobiotica è una malattia molto yin, per cui i tessuti sono rilassati e il cardias beante non trattiene più il contenuto dello stomaco.
I rimedi
Nella nostra esperienza clinica un rimedio fondamentale è il kuzu, un amido estratto dalle radici della Pueraria lobata, radici che penetrano profondamente nel terreno, quindi molto yang. Il kuzu si usa come addensante per le creme di cereali, le vellutate di verdura e le composte di frutta. Bastano poche settimane per risolvere il problema. Lo abbiamo constatato ripetutamente nel corso degli stage residenziali che La Grande Via organizza per le persone anziane. Il reflusso è una delle malattie più costose. Negli Stati Uniti costa decine di miliardi di dollari all’anno. In Italia i prazoli sono i farmaci più venduti (600 milioni di Euro all’anno). Come per gli antibiotici le riviste mediche cominciano a pubblicare articoli che invitano i medici a prescriverli con prudenza, ma come per gli antibiotici l’inerzia delle abitudini, supportata dagli interessi commerciali, è difficile da superare.
20 dicembre 2023, 09:43 - modifica il 20 dicembre 2023
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