Lettera di Fedor Michajlovic Dostoevskij a Natalja Dmitrevna Fonzivina:
Cara amica,
mi scrivete per comprendere meglio il mio ultimo romanzo "L'Idiota", e come posso non rispondere alla persona che mi regalò il Vangelo, prima di essere incarcerato nella Fortezza di Pietro e Paolo. Come sapete quel libro sacro l'ho tenuto per ben quattro anni sotto il cuscino, durante i lavori forzati in Siberia, e quante volte l'ho letto a me stesso e a miei compagni di prigionia...
Ho conosciuto l'abiezione e la disperazione più profonda ma grazie a voi, potevo leggere quel libro e pur perso in un mare di dubbi, ho trovato delle risposte e la forza per resistere... Non riuscite a capire perché il Principe Myskin, il personaggio principale del romanzo, buono e generoso tanto da sembrare il Cristo, finisce sconfitto e demente. Mi rimproverate amabilmente che non ho trovato la forza per rappresentare la vittoria finale sulla morte del nostro adorato Gesù.
Ah, Natal'ja, ho visto troppo il male del mondo per credere al lieto fine! Davvero, non è possibile rimuoverlo sotto il tappeto, fingendo che non esista. Non potrei mai mancare di rispetto a tutti gli umiliati e offesi che ho conosciuto nella vita.
Non puoi metterti a raccontare di Gesù risorto a una donna che cerca da mangiare per il bimbo affamato. Noi scrittori possiamo solo parlare dei tre giorni in cui Gesù sprofondò nell'oscurità, prima di risorgere. Dobbiamo cercare una scintilla, una fiammella in quel buio assoluto.
Il Mistero della Resurrezione non può essere un atto dovuto in ossequio a un qualche "Credo" imposto da gerarchie clericali, ma solo la via silenziosa della nostra coscienza che si fa strada lentamente e a fatica, affrontando e guardando in faccia il male e la vita...
ora dovreste essere davanti all'icona di Gorodec, nella navata a destra dena Cattedrale di Kazan. Guardate: nelle nostre sacre icone Gesù morto non è mai raffigurato da solo:
Gesù deposto dalla croce è in terra, avvolto in fasce e pronto per la sepoltura. La Madre Gli sostiene il capo dolcemente e china su di lui, accosta la guancia a quella del Figlio, trasfigurata dal dolore e dall'amore materno. Maria Maddalena, avvolta in un manto rosso vivo, tiene le braccia spalancate verso l'alto in un gesto di strazio e di preghiera. Intorno a lui vegliano Giuseppe d'Arimatea che ha ottenuto da Ponzio Pilato il permesso di riprendere il corpo, il giovane discepolo Giovanni, Giuseppe il falegname, il padre, insieme alle altre donne mirofore, Maria di Giacomo e Salomė, madre di Joses...
Questa è la chiave, da soli non possiamo comprendere il Mistero della Resurrezione, abbiamo bisogno dell'amicizia e dell'amore delle altre persone. La via silenziosa della nostra coscienza deve essere accompagnata, nella sua solitaria fatica, dagli sguardi, dal calore delle mani e dalla compagnia di amici e consorti. Questo è il messaggio immortale del Maestro di Nazareth. Ricordate Nikolaj Spesnev, Natal'ja?
Rammentate quando mi disse sul patibolo che dopo la morte noi saremo solo un mucchietto di polyere? Da allora la mia vita è stata un terribile e faticoso viaggio dalla Crocefissione alla Resurrezione, per trovare una confutazione alla sua sfida intellettuale; e i miei tre giorni nel sepolcro non sono finiti. Le prove finali mi attendono.
Come nessun altro uomo e scrittore sono riuscito a provare lo stesso sgomento delle donne e dei discepoli e dei parenti di Gesù, nel momento più silenzioso e oscuro della storia evangelica. Ma se merito la vostra amicizia e l'amore della mia adorata Anna e della mia famiglia, se con i miei libri riesco a sentirmi vicino al cuore delle persone disperate e annientate, che vagano nelle tenebre alla ricerca di un piccolo lume, allora, Natal'ja, riesco anche a comprendere la grande gioia che provarono quelle donne, quei discepoli e quei parenti di Gesù, nel tenersi insieme la mano aspettando il suo ritorno glorioso. Cosi io spero un giorno di rivedere i miei due cari figli piccoli, che sono in Cristo già da tempo, e voi tutti, amici e compagni della mia esistenza.
Dio vi protegga
Fedor Michajlovic Dostoevskij
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