La felicità.
Giovanni Pascoli
(Myricae,Elegie
Quando, all'alba, dall'ombra
s'affaccia,
discende le lucide scale
e vanisce; ecco dietro
la traccia
d'un fievole sibilo d'ale,
io la inseguo per monti,
per piani,
nel mare, nel cielo:
già in cuore io la vedo,
già tendo le mani,
già tengo la gloria
e l'amore.
Ahi! ma solo al tramonto
m'appare,
su l'orlo dell'ombra lontano,
e mi sembra in silenzio
accennare
lontano, lontano, lontano.⁸
La via fatta, il trascorso dolore,
m'accenna col tacito dito:
improvvisa, con lieve stridore,
discende al silenzio infinito.
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