L'EDUCAZIONE DEI FIGLI
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Quello che deve starci a cuore, nell’educazione, è che nei nostri figli
non venga mai meno l’amore alla vita. Che cos’è la vocazione di un essere umano
se non la più alta espressione del suo amore per la vita?
Una vocazione, una passione ardente ed esclusiva per qualcosa che non
abbia nulla da vedere con il denaro, la consapevolezza di poter fare una cosa
meglio degli altri, e amare questa cosa al di sopra di tutto… una vocazione è
l’unica vera salute e ricchezza dell’uomo.
Quali possibilità abbiamo
noi di svegliare e stimolare, nei nostri figli, la nascita e lo sviluppo d’una
vocazione? Non ne abbiamo molte: e tuttavia ne abbiamo forse qualcuna La nascita e lo sviluppo di una vocazione richiede
spazio: spazio e silenzio. Il rapporto che intercorre tra noi e i
nostri figli dev’essere uno scambio vivo di pensieri e di sentimenti, e
tuttavia deve comprendere anche profonde zone di silenzio; dev’essere
un rapporto intimo, e tuttavia non mescolarsi violentemente alla loro
intimità; dev’essere un giusto equilibrio tra silenzio e parole.
Noi dobbiamo essere importanti per i nostri figli, e tuttavia non
troppo importanti; dobbiamo piacere un poco, ma non troppo, perché non
salti loro in testa di diventare identici a noi. Noi dobbiamo essere
con loro in un rapporto d’amicizia, eppure non dobbiamo essere troppo i
loro amici, perché non diventi loro difficile avere dei veri amici.
Noi dobbiamo essere per loro un semplice punto di partenza, offrire
loro il trampolino da cui spiccheranno il salto; essi devono sapere che
non ci appartengono, ma noi sì apparteniamo a loro: sempre
disponibili, presenti nella stanza vicina, pronti a rispondere…
E se abbiamo una vocazione noi stessi, se non l’abbiamo tradita,
possiamo tener lontano dal nostro cuore, nell’amore che portiamo ai
nostri figli, il senso della proprietà. Se invece una vocazione non
l’abbiamo, o se l’abbiamo abbandonata o tradita, allora ci aggrappiamo
ai nostri figli come un naufrago ad un relitto, pretendiamo vivacemente
da loro che ci restituiscano tutto quanto gli abbiamo dato, che
ottengano dalla vita tutto quanto a noi è mancato: vogliamo che siano
in tutto opera nostra.
Ma se abbiamo noi stessi una vocazione, se non l’abbiamo rinnegata o
tradita, allora possiamo lasciarli germogliare quietamente fuori di
noi, circondati dall’ombra e dallo spazio che richiede il germoglio di
una vocazione. Questa è forse l’unica reale possibilità che abbiamo di
riuscir loro di qualche aiuto nella ricerca di una vocazione: avere una
vocazione noi stessi, conoscerla, amarla e servirla con passione.”
“Le piccole virtù” di Natalia Ginzburg – Einaudi
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