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lunedì 5 novembre 2012

Ornitorinco UNO, Darwin ZERO”

“Ornitorinco UNO, Darwin ZERO”

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Quale relazione ci può mai essere tra quel buffo animaletto che è l’ornitorinco e Charles Darwin? Per coloro che si interessano di darwinismo, neodarwinismo, evoluzione ed evoluzionismo,  l’interrogativo potrebbe apparire fin troppo banale se non già logoro e superato.
A chi, invece, non ha potuto seguire la vicenda che mette i due in collegamento, ed è interessato a saperne qualcosa di più, racconteremo come mai all’improvviso il timido ornitorinco sia balzato, suo malgrado, sulle prime pagine dei giornali, arrivando a mettere in questione il “darwinismo primitivo” e scatenando un acceso, per non dire infuocato, dibattito sui giornali e in numerosi blog e siti internet. Accenneremo, infine, dell’annoso confronto tra creazione ed evoluzione e di come la questione non sia, in definitiva, tra lo scegliere per forza l’una o l’altra.

Prima di entrare nel vivo della disputa vediamo, innanzitutto, di conoscere un po’ meglio come è fatto questo strano mammifero.

L’animale vivente più originale

Recentemente un programma televisivo di divulgazione scientifica poneva l’ornitorinco al primo posto nella classifica dei dieci animali viventi più strani. Una collocazione che ha i suoi buoni motivi tanto che – come ricorda il Professore di Scienze Cognitive Massimo Piattelli-Palmarini – quando nel 1798, il capitano John Hunter inviò alla Royal Society di Londra una pelliccia di ornitorinco e un disegno accurato dell’animaletto, gli scienziati pensarono si trattasse di uno scherzo.

L’ornitorinco è uno dei mammiferi più primitivi e viventi che si conoscano. Unico genere non estinto della famiglia Ornithorhynchidae risalente al periodo Cretaceo (circa 135 milioni/65 milioni di anni fa).
Le sue caratteristiche fisiche sono così particolari che lo rendono unico al mondo. Infatti il suo corpo presenta contemporaneamente elementi e qualità riconducibili rispettivamente ai rettili, agli uccelli e ai mammiferi.
Il corpo, che nella forma e nell’anatomia presenta caratteristiche proprie dei rettili, misura dai 30 ai 45 cm, cui si aggiunge una coda appiattita che va dai 10 ai 15 cm. Corpo e coda sono ricoperti da un fitto strato di pelliccia, soffice e lanosa, dalla quale emergono peli più lunghi.

La testa è di piccole dimensioni e provvista di un becco – lungo circa 6 cm e largo 5 – che ricorda alla vista quello di un’anatra. Proprio per questa caratteristica gli zoologi hanno chiamato questo animale Ornithorhynchus anatinus che significa “becco d’uccello simile all’anatra”. In realtà questi non è un becco vero e proprio bensì un muso allungato, ricoperto da una cute umida e vellutata, dalla consistenza coriacea e ricca di terminazioni nervose. Gli occhi dell’ornitorinco sono piccoli, ma ci vede benissimo, inoltre è privo di orecchio esterno, e tuttavia ci sente benissimo.
Gli arti sono corti, con le zampe anteriori palmate e quelle posteriori parzialmente palmate. Ciascun piede è composto da cinque dita nelle zampe anteriori e da artigli cornei e affilati, vuoti all’interno, collegati a una ghiandola velenifera, nelle zampe posteriori. Questo sperone è presente solo nel maschio adulto dove il fluido tossico emesso può essere utilizzato come arma di difesa. Il suo veleno è più potente di quello di molti serpenti e non si è ancora riusciti ad individuarne l’antidoto.
Questa peculiare caratteristica fa dell’ornitorinco l’unico mammifero velenoso, se si fa eccezione per alcuni toporagni che hanno saliva tossica.
 Si è osservato che l’ornitorinco emette diversi suoni, anche se il loro significato non è ancora stato chiarito. Il suo richiamo consiste in una sorta di basso suono ringhiante.

Si riproduce in modo assolutamente unico. La femmina prepara la tana foderandola di foglie bagnate. Inizialmente le uova (generalmente due) si sviluppano per circa 28 giorni all’interno del suo corpo, poi vengono deposte all’interno della tana e covate per circa 6-10 giorni. Per tenerle calde la femmina le avvicina al proprio ventre con la coda. Finito il periodo di incubazione nascono i piccoli della lunghezza di circa 1,8 cm che rimarranno nella tana per 3-4 mesi nutrendosi solo del latte materno. La peculiarità assolutamente unica della femmina di ornitorinco è quella di allattare pur essendo sprovvista di mammelle. In pratica il latte viene secreto attraverso la pelle e cola dal pelame materno all’altezza del ventre. Utilizzando di nuovo la coda la femmina stringe i piccoli contro il proprio addome, aiutandoli così a nutrirsi.
 
L’ornitorinco vive nei laghi e nei fiumi con corso lento del continente australiano. Nuota e si tuffa alla perfezione grazie al suo spiccato adattamento all’ambiente acquatico. Costruisce la propria tana nella scarpata della riva scavando una galleria che può essere lunga dai 9 ai 18 metri e che sbocca in una camera sferica in cui l’animale sta nascosto durante il giorno. Le tane sono bloccate con la terra in diversi punti, per impedire l’accesso a intrusi ed evitare le inondazioni.
 Gli ornitorinchi sono animali timidi e hanno costumi notturni anche perché il cibo di cui si nutrono si trova soltanto di notte. È qui che entra in gioco il suo strano “becco” che viene utilizzato per smuovere il fango, la sabbia e i ciottoli sul fondo dei fiumi alla ricerca di insetti, vermi, molluschi, uova e piccoli crostacei. Le prede vengono individuate grazie alle numerose terminazioni nervose presenti nel becco attraverso la elettrolocazione, vale a dire la localizzazione della preda attraverso la sua elettricità corporea.
Una volta che la preda è catturata non viene inghiottita subito ma sistemata in una sorta di tasca posta dietro il becco. Una volta riemerso, l’ornitorinco sposta il cibo in bocca e lo tritura, non con i denti poiché ne è sprovvisto, ma con le poche placche cornee taglienti presenti nel becco stesso.

Riepilogando, quindi, l’ornitorinco ha un corpo e uno sperone velenoso che rimanda ai rettili. Ha un muso a forma di becco, i piedi palmati e depone le uova come gli uccelli, però poi allatta i piccoli al pari dei mammiferi.
Queste sue peculiarità visibili esteriormente sono state confermate anche dal sequenziamento del suo genoma, ad opera di biologi australiani, tedeschi e americani che, nel maggio 2008, ne hanno pubblicato la ricerca congiunta su Nature e Genome Research.
È partendo da queste ricerche – le quali pongono l’ornitorinco come “eccellente ‘ponte’ tra i mammiferi, gli uccelli e i rettili” – che il fisico e biologo Piattelli-Palmarini, l’11 maggio 2008, esce con un articolo sul Corriere della Sera dimostrando di come esse depongano “contro l’idea darwiniana classica che l’evoluzione biologica proceda sempre e solo per piccoli cambiamenti cumulativi”. E quindi l’ornitorinco sconfigge Darwin 1 a zero.

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