CHE GRANDE PLATONE !!!
CHE PAROLE PROFETICHE !!!
***
“Quando la città retta a democrazia si ubriaca, con l'aiuto di
cattivi coppieri, di libertà confondendola con la licenza, salvo a darne
poi colpa ai capi accusandoli di essere loro i responsabili degli abusi
e costringendoli a comprarsi l'impunità con dosi sempre più massicce
d'indulgenza verso ogni sorta d'illegalità e di soperchieria; quando
questa città si copre di fango accettando di farsi serva di uomini di
fango per poter continuare a vivere e ad ingrassare nel fango; quando il
padre si abbassa al livello del figlio e si mette, bamboleggiando, a
copiarlo perché ha paura del figlio; quando il figlio si mette alla pari
del padre e, lungi dal rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua
pavidità; quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque
gli capiti in casa possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l'ha
costruita e c'è nato; quando i capi tollerano tutto questo per
guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe
ogni regola ed ordine, c'è da meravigliarsi che l'arbitrio si estenda a
tutto, e che dappertutto nasca l'anarchia e penetri nelle dimore private
e perfino nelle stalle?
In un ambiente siffatto, in cui il maestro teme ed adula gli scolari e
gli scolari non tengono in alcun conto i maestri; in cui tutto si
mescola e confonde; in cui chi comanda finge, per comandare sempre di
più, di mettersi al servizio di chi è comandato e ne lusinga, per
sfruttarli, tutti i vizi; in cui i rapporti fra gli uni e gli altri sono
regolati soltanto dalle reciproche compiacenze nelle reciproche
tolleranze;in cui la demagogia dell'uguaglianza rende impraticabile
qualsiasi selezione, ed anzi costringe tutti a misurare il passo sulle
gambe di chi le ha più corte; in cui l'unico rimedio contro il
favoritismo consiste nella reciprocità e moltiplicazione dei lavori; in
cui tutto è concesso a tutti in modo che tutti ne diventino complici; in
un ambiente siffatto, quando raggiunge il culmine dell'anarchia, e
nessuno è più sicuro di nulla, e nessuno è più padrone di qualcosa
perché tutti lo sono, anche del suo letto e della sua madia a parità di
diritti con lui e i rifiuti si ammonticchiano nelle strade perché
nessuno può comandare a nessuno di sgombrarli; in un ambiente siffatto,
dico, pensi tu che il cittadino accorrerebbe in armi a difendere la
libertà, quella libertà, dal pericolo dell'autoritarismo?
Ecco, secondo me, come nascono e donde nascono le tirannidi. Esse hanno
due madri. Una è l'oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne,
in satrapia. L'altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per
l'inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella
paralisi. Allora la gente si separa da coloro cui fa colpa di averla
condotta a tanto disastro e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi,
poi con la violenza, che della tirannide è pronuba e levatrice.
Così muore la democrazia: per abuso di se stessa. E prima che nel
sangue, nel ridicolo.»
PLATONE
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