***
Cari amici,
il nostro movimento sta attraversando uno dei suoi momenti più duri della sua storia. Un momento che
per
certi versi somiglia a quello degli anni Sessanta, quando don Giussani
fu allontanato dalla guida di Gioventù studentesca e, in breve, gran
parte di Gs fu direzionata verso il nascente Movimento studentesco e il
’68. Perdendosi.
Comunione e liberazione nacque da quei pochi che erano rimasti fedeli a una storia. Anche allora come oggi questa “fedeltà” all’avvenimento cristiano e al carisma si paga con l’ostilità del mondo e con la persecuzione.
E’ proprio davanti all’ostilità del mondo e alla persecuzione che ci troviamo davanti a uno spartiacque e ciascuno si trova obbligato a fare la sua scelta. Che è la vera scelta di conversione…
Allora, per capire qual è la strada giusta vorrei riproporre, qui sotto, questa memorabile pagina di don Giussani che spiega, con estrema chiarezza, che C’E’ UN ATTEGGIAMENTO SBAGLIATO E UNO GIUSTO.
C’E’ LA STRADA GIUSTA E LA STRADA SBAGLIATA.
E queste due strade portano verso destinazioni molto diverse.
Rileggiamo allora le parole di Giussani che sono veramente ILLUMINANTI.
Ognuno di voi facilmente capirà…Io, per quanto mi riguarda, scelgo Colui che mi ha affascinato e mi affascina, Colui che mi ha salvato e mi salva e con Lui sono pronto ad affrontare qualsiasi avversità.
Altri se vogliono scelgano di diventare “gattemorte”, nascondendosi in sacrestia…
Antonio Socci
«“Il mondo riderà, e voi piangerete. Il mondo vi deriderà”. È il concetto di persecuzione.
Badate che il mondo per perseguitarci ha un ottimo spunto da noi, nella nostra vita. Il mondo prende scandalo da noi, e ha ragione dal punto di vista dello spunto meccanico.
La persecuzione ha sempre un ottimo spunto dal nostro comportamento, perciò in questo smarrimento non abbiamo neanche la coscienza a posto. Non possiamo dire: “Sono puro, però ho paura”; “Sono peccatore”, dobbiamo dire nello smarrimento.
In questo smarrimento, ecco LO SPARTIACQUE: chi rimane FEDELE ALLA PROPRIA STORIA, a ciò che si è visto (“Rinnova, o Signore, la parola nella quale mi hai destato la speranza”), e chi invece, per l’impazienza della canzone di Giuda, perché la promessa non corrisponde all’urgenza come è sentita nel presente, MUTUA DAL MONDO quello che lo soddisfi e lo faccia sentire degno di vivere, mutua dal mondo il significato della sua contingenza, mutua dal mondo il significato della storia. E…»
ATTENZIONE, DON GIUSSANI ORA DICE CHE, IN QUESTO SECONDO CASO, CHI SEGUE IL MORALISMO DEL MONDO ANZICHE’ LA FEDELTA’ A UNA STORIA…
« se trattiene l’antico, se trattiene la fede, la trattiene escatologicamente, come un punto lontano, anticipato in gesti strani (i preti in chiesa, la religione dei sacramenti). Operativamente parlando, l’energia del fatto cristiano si riduce a un: “Fa’ il bravo, interessati del mondo”, a un avvertimento di impegno, a un moralismo e basta.
Mentre, di fronte allo smarrimento, chi rimane fedele alla propria storia…»
ATTENZIONE: DON GIUSSANI DICE CHE INVECE CHI RIMANE FEDELE ALLA PROPRIA STORIA…
«avrà un più o meno lungo tempo di martirio, in cui capisce che bisognerebbe fare e non sa cosa fare, e perciò, da una parte, è deriso dal mondo, è calciato dal mondo, dall’altra, gli viene dal di dentro il dubbio sulla sua fede, perciò deve combattere di fronte a tutti, su tutti i fronti.
È realmente la prova. Poco o tanto, sarà sempre così, A MENO CHE CI RITIRIAMO COME GATTEMORTE ATTORNO AL CAMPANILE o nei gruppi di comunione, secondo l’immaturità di cui sopra».
(Luigi Giussani, Appunti da una conversazione alla “Scuola quadri” di Comunione e Liberazione, Milano, 27 febbraio 1972)
Comunione e liberazione nacque da quei pochi che erano rimasti fedeli a una storia. Anche allora come oggi questa “fedeltà” all’avvenimento cristiano e al carisma si paga con l’ostilità del mondo e con la persecuzione.
E’ proprio davanti all’ostilità del mondo e alla persecuzione che ci troviamo davanti a uno spartiacque e ciascuno si trova obbligato a fare la sua scelta. Che è la vera scelta di conversione…
Allora, per capire qual è la strada giusta vorrei riproporre, qui sotto, questa memorabile pagina di don Giussani che spiega, con estrema chiarezza, che C’E’ UN ATTEGGIAMENTO SBAGLIATO E UNO GIUSTO.
C’E’ LA STRADA GIUSTA E LA STRADA SBAGLIATA.
E queste due strade portano verso destinazioni molto diverse.
Rileggiamo allora le parole di Giussani che sono veramente ILLUMINANTI.
Ognuno di voi facilmente capirà…Io, per quanto mi riguarda, scelgo Colui che mi ha affascinato e mi affascina, Colui che mi ha salvato e mi salva e con Lui sono pronto ad affrontare qualsiasi avversità.
Altri se vogliono scelgano di diventare “gattemorte”, nascondendosi in sacrestia…
Antonio Socci
«“Il mondo riderà, e voi piangerete. Il mondo vi deriderà”. È il concetto di persecuzione.
Badate che il mondo per perseguitarci ha un ottimo spunto da noi, nella nostra vita. Il mondo prende scandalo da noi, e ha ragione dal punto di vista dello spunto meccanico.
La persecuzione ha sempre un ottimo spunto dal nostro comportamento, perciò in questo smarrimento non abbiamo neanche la coscienza a posto. Non possiamo dire: “Sono puro, però ho paura”; “Sono peccatore”, dobbiamo dire nello smarrimento.
In questo smarrimento, ecco LO SPARTIACQUE: chi rimane FEDELE ALLA PROPRIA STORIA, a ciò che si è visto (“Rinnova, o Signore, la parola nella quale mi hai destato la speranza”), e chi invece, per l’impazienza della canzone di Giuda, perché la promessa non corrisponde all’urgenza come è sentita nel presente, MUTUA DAL MONDO quello che lo soddisfi e lo faccia sentire degno di vivere, mutua dal mondo il significato della sua contingenza, mutua dal mondo il significato della storia. E…»
ATTENZIONE, DON GIUSSANI ORA DICE CHE, IN QUESTO SECONDO CASO, CHI SEGUE IL MORALISMO DEL MONDO ANZICHE’ LA FEDELTA’ A UNA STORIA…
« se trattiene l’antico, se trattiene la fede, la trattiene escatologicamente, come un punto lontano, anticipato in gesti strani (i preti in chiesa, la religione dei sacramenti). Operativamente parlando, l’energia del fatto cristiano si riduce a un: “Fa’ il bravo, interessati del mondo”, a un avvertimento di impegno, a un moralismo e basta.
Mentre, di fronte allo smarrimento, chi rimane fedele alla propria storia…»
ATTENZIONE: DON GIUSSANI DICE CHE INVECE CHI RIMANE FEDELE ALLA PROPRIA STORIA…
«avrà un più o meno lungo tempo di martirio, in cui capisce che bisognerebbe fare e non sa cosa fare, e perciò, da una parte, è deriso dal mondo, è calciato dal mondo, dall’altra, gli viene dal di dentro il dubbio sulla sua fede, perciò deve combattere di fronte a tutti, su tutti i fronti.
È realmente la prova. Poco o tanto, sarà sempre così, A MENO CHE CI RITIRIAMO COME GATTEMORTE ATTORNO AL CAMPANILE o nei gruppi di comunione, secondo l’immaturità di cui sopra».
(Luigi Giussani, Appunti da una conversazione alla “Scuola quadri” di Comunione e Liberazione, Milano, 27 febbraio 1972)
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