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domenica 18 gennaio 2015

non basta sapere le cose, serve che qualcuno le faccia carne davanti ai nostri occhi,

  Non basta sapere le cose, serve che qualcuno le faccia carne davanti ai nostri occhi
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copertina agnello


Le ragioni del piacere si trovano dappertutto, più che altro non serve cercarle, chi se ne importa. Ma le ragioni del dolore, o anche solo della fatica, di quella mancanza o nostalgia di qualcos’altro, quelle ragioni uno le cerca sempre. Io ho conosciuto delle persone che le hanno trovate. Persone che sanno svegliare la bellezza ovunque passino. Ogni volta che una di loro entra nel mio schermo radar il mio acutissimo sensore comincia a farmi battere il cuore, e allora devo conoscere quella donna o quell’uomo speciali. Devono diventare miei amici, mie amiche più spesso. Quando la incontri, una persona così, diventa davvero par te fisica di te, del tuo corpo. Siamo ormai una compagnia, la Compagnia dell’agnello. Ci siamo trovati per caso, diciamo così. Ci siamo incontrati per vie strane, tortuose, impreviste.    Abbiamo cominciato a farci compagnia nella fatica, perché tutti abbiamo capito quel segreto, il segreto dell’agnello. È una Compagnia sgangherata, disorganizzata. Ci si incontra con alcuni più spesso che si può, con altri di rado, in stazione anche solo per sniffarci fugacemente reciprocamente, a volte si attraversa l’Italia solo per stare insieme tre ore, si perdono ore di sonno per scriversi, o per telefonarsi si dimentica di guardare la strada guidando, e ci si ritrova dall’altra parte del la città, in ritardo obbrobrioso ma estremamente contenti di esserci sentiti. Perché la Compagnia è fondamentale, non basta sapere le cose, serve che qualcuno le faccia carne davanti ai nostri occhi, che qualcuno perda il suo tempo per venirle a dire proprio a te, guardandoti negli occhi, che siano incorniciati da un ombretto perfettamente sfumato, oppure gonfi e lucidi di pianto, o occhiaiosi e rossi di sonno. Qui vorrei raccontare di questa Compagnia, dei segreti che mi ha insegnato, perché l’agnellitudine è contagiosa. Il fatto è che tutti possono essere agnelli, cioè imparare a perdersi, essere docili a un’altra voce che non sia la propria, ascoltare qualcun altro, a volte anche porgere il collo mitemente e lasciarsi fare del male, non perché si sia scemi ma perché si de cide di non entrare in risonanza col male degli altri e di non permettere che questo male, ripartendo da noi ingrossato, si moltiplichi. Mi sono dimenticata di dire quanto sono felici, gli agnelli. Sono gli unici che sorridono sempre, e non solo por tano i propri, di pesi, ma hanno voglia di prendersi anche quelli degli altri

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