Dostoevskij nel suo Diario di uno scrittore, a proposito del suo ideale artistico: «In pieno realismo trovare l’uomo nell’uomo. È un tratto russo per eccellenza, e in questo senso io sono certo “popolare” […], e benché sia sconosciuto al popolo russo di oggi, sarò noto a quello di domani. / Mi chiamano psicologo: non è vero, io sono solo un realista nel senso più alto, cioè raffiguro tutte le profondità dell’anima umana».
Cesare Pavese: «Idiota e lurido Kant, se Dio non c’è tutto è permesso. Basta con la morale. Solo la carità è rispettabile. Cristo e Dostoevskij. Tutto il resto sono balle».
Da i Tempi
Nessun commento:
Posta un commento